Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
2011/12: INFORMAZIONI PER CHI AVEVA 12 CFU E TUTTI GLI MP3 DELLE LEZIONI
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venerdì 18 maggio 2007
La lunga coda diacronica (quando un post scriptum ti prende la mano)
Gianluca Nicoletti è stato per anni responsabiledi uno dei programmi più belli della radio italiana. Si chiamava Golem, andava in onda alle 8.35 su Radio 1 e parlava di mezzi di comunicazione in modo intelligentee provocatorio senza mai essere pedante, senza mai essere gossipparo. E' stato grazie a lui che ho scoperto le radio sul web e un sacco di altre cose, in un'epoca in cui non solo non c'era il web2.0, ma pure il web1.0 era un bene a disponibilità limitata (si andava tutti a 54kb e a consumo, ricordo che accendevamo il modem e facevamo partire il cronometro per cercare di chiudere alla fine dello scatto, che a un certo punto di sera era ogni 12 minuti).
Visto che era un bel programma, la Rai pensò bene di chiuderlo, così, senza una motivazione sensata. Protestammo in molti, noi ascoltatori, ma non servì a nulla. Non so se c'entrasse (temo) la "politica", ma Gianluca Nicoletti sparì dal mio panorama acustico, se non dal mio immaginario.
Me lo sono ritrovato da poco (una settimana) a Radio24. Alle 8 e mezza conduce Melog (l'inverso di Golem) e parla ancora di media con intelligenza e acume. Il programma è diverso, ci sono le telefonate degli ascoltatori, la voce di Nicoletti è quella vera (Golem parlava con una voce sintetica, una delle prime) e mi pare si parli più di televisione, ma è sempre buono e consiglio di ascoltarlo.
PS Questo post è il sintomo di questo blog, che ha un sottotitolo segreto: Fuori Tempo Massimo, e si basa sulla seguente filosofia:
ci sono un sacco di notizie che non sono etimologicamente tali (non sono nuove, insomma) ma che vale la pena di far circolare ancora e di mantenere in circolazione, perché c'è ancora (e molto probabilmente ci sarà in un futuro anche non prossimo) qualcuno che le trova interessanti e utili. La disposizione di questi soggetti accumunati dall'interesse per un'informazione non è quindi sincronica, ma diacronicamente si costituisce in una comunità sociologicamente rilevante (lunga coda diacronica, appunto).
Quando ho scoperto Nicoletti su Radio24 ho infilato questa sequenza di pensieri:
1. Che bello è tornato Nicoletti
2. Lo devo dire sul blog
3. Ma che dici? Magari Melog è iniziato il giorno dopo che è finito Golem! Non è una novità.
4. Ma se non lo sapevo io, può darsi benissimo che ci sia qualcun altro che non lo sa.
5. Allora vale la pena che lo metto sul blog.
Sì, una delle caratteristiche della Rete intesa come social network è proprio quella di MANTENERE disponibile porzioni di informazione che il mercato di per sé non ha ragione di continuare a supportare. Proprio il costo bassissimo dell'archiviazione e la sempre migliore qualità del retrivial dentro il web2.0 rendono sensata la riproposizione di informazioni lente, apparentemente scadute. Internet quindi non è solo il luogo dell'edgy, dell'ultraaggiornato, del nuovissimo. A quello ci pensano già le agenzie ufficiali di informazione, che vivono proprio sulla capacità di vendere il nuovo, e i geek nevrotici che devono dimostrare, prima di tutto a se stessi, di essere in cima alla corsa verso il presente.
Noi che ci connettiamo non per vendere o per spargere adrenalina ma per cercare (anche comprare, nel caso) informazione, possiamo aver bisogno di un dato antiquato.
Mi pare insomma che valga la pena di riflettere sulla dimensione diacronica della coda lunga di cui parla Chris Anderson di Wired: non solo porzioni attuali sempre più specifiche di utenti attuali frammentati sul globo possono essere accorpate attorno a specifiche porizioni di informazione attuale. Come dire, non si tratta solo delle tremila persone che nel mondo si occupano oggi di formati di baveri per giacche da uomo, e attorno a questa loro specializzazione trovano una rete di servizi. Io penso ai casi come il mio e come si possano concepire spalmati nel tempo: può darsi che una notizia che non è più tale per me o per i professionisti dell'informazione lo sia invece per qualcun altro tra qualche mese. Con l'aumento esponenziale di informazione resa disponibile dalla tecnologia sono sempre più frequenti i casi di informazione andata persa nel pagliaio.
Ridondanza, insomma, sii la benvenuta, perché ci permetti di liberarci dall'ansia: mi sarò mica perso qualcosa? No, non si perde nulla, quando l'informazione non funziona più solo in base al principio della pila limitata (first in last out). Sì, certo, anche i blog funzionano su questa base (il prossimo post scalzerà questo dal primo posto, e così via) ma dentro la rete sociale il principio della disponibilità limitata dell'informazione viene superato proprio dalla dimensione diacronica della coda: tra sei mesi, qualcuno scoprirà Nicoletti su Radio24, e ci farà un post sul suo blog, portando nuovamente in testa una notizia vecchia, e qualcuno la leggerà e la troverà utile. Io e quel qualcuno del futuro siamo nella stessa lunga coda, frammentata nel tempo e non solo nello spazio.