Fiammetta Martegani è un'antropologa milanese che però dal 2009 vive a Tel Aviv. Per scelta.
Già questo basterebbe e rendere la sua storia interessante. A Tor Vergata ci troviamo martedì 19 gennaio, in aula Moscati di Lettere, alle ore 11, per parlare con lei del suo libro Life on Mars, dove racconta di una giovane milanese che si è trasferita a Tel Aviv. Per scelta.
Per me sarà un'occasione d'oro per discutere con le studentesse e gli studenti del rapporto tra vita, arte, e antropologia culturale. Diversamente da alcune discipline (e forse in misura maggiore di altre cui comunque somiglia sotto questo aspetto) l'antropologia culturale è intrinsecamente indisciplinata non solo perché il suo metodo è sempre orientato all'azione, non solo perché la sua epistemologia tende sempre al relativismo addirittura ontologico, ma soprattutto perché una buona antropologia ha il maledetto vizio di debordare nella vita quotidiana, nella sfera intima dei pensieri in secondo piano, nella sonnacchiosa pervasività del subconscio, somigliando così in modo imbarazzante all'oggetto che dovrebbe studiare, quella roba che ancora ci ostiniamo a chiamare cultura.
Ho il sospetto insomma, che se Fiammetta fosse stata una dottoranda di chimica, o di numismatica, quando ha scelto Israele come luogo di ricerca, la sua vita avrebbe preso non solo intellettualmente, ma anche biograficamente una direzione ben diversa. Il suo essere antropologa e il suo essere cittadina intenzionale di Tel Aviv sono due lati di un'unica medaglia. E' questo intreccio che proveremo a farci raccontare.
Lei a raccontare è brava.
E ti credo. E' un'antropologa.