Finalmente, la Corte penale internazionale ha deciso di incriminare Ahmed Haroun e Ali Kushayb per i crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur tra il 2003 e il 2004. Ci sono prove che Ali Kushayb, uno dei leader dei terribili janjaweed, si peritasse di spiegare personalmente ai suoi uomini come si sgozza una donna dopo averla violentata e altre amenità di simile tenore, mentre Haroun, allora in qualità di ministro per gli affari interni, riforniva i miliziani con armi e fondi illimitati.
A chi si lamenta della situazione anagrafica della nostra classe dirigente e propugna un ricambio non di idee e programmi, ma prima di tutto generazionale, come se nella gioventù fosse automaticamente iscritto il bene e il meglio, faccio notare che Haroun, oggi ironicamente ministro per gli affari umanitari, secondo quel che ne racconta il Corriere, "ha poco più di quarant'anni è un politico emergente e ambizioso e fa parte del circolo ristretto del presidente Omar Al Bashir. Viene considerato uno dei più energici e carismatici leader del National Congress Party, il partito al potere".
Ok, il mio è un colpo basso, ma non capisco il senso politico di una battaglia "generazionale", quando ormai sappiamo che certo l'età non porta saggezza, ma neppure automatico rincoglionimento. Come non sopporto l'idea che si ottengano avanzamenti di carriera e odiosi privilegi solo perché si è "anziani" (senza tener conto del merito né del reddito), così mi irrita pensare che, per principio, "i giovani" saprebbero cavarsela meglio al timone di comando. Tra il vecchio Prodi e il giovane Lapo, io ancora per qualche anno punterei sul primo.