Lo so che rischia di diventare sempre più un diario intimo, altro che un blog, ma forse mi salvo se premetto che il tutto non è altro che un'esemplificazione della condizione di precario.
Ecco qua. Nel mese di marzo mi trovo con questo calendario:
Ogni lunedì mattina parto da Roma per andare ad Arcavacata di Rende, di solito con l'eurostar delle 6.45, ma ora che ho la macchina a Paola posso permettermi di prendere l'intercity che parte un'ora dopo (recupero il tempo evitando il collegamento in treno Paola-Castiglione). A Paola faccio il mio lavoro di ricercatore a tempo determinato portando avanti la mia ricerca e seguendo gli studenti.
Ogni martedì sera, alle 22.15, lascio l'università della Calabria per andare a Paola. Lí prendo l'espresso delle 23.01, posto in cuccetta, per arrivare a Firenze Campo di Marte il mercoledì mattina alle 6.40. Faccio colazione in stazione in attesa del treno regionale delle 7.17, che mi porta a Prato Porta al Serraglio, dove arrivo pochi minuti prima delle 8. Mi organizzo nell'aula professori del Polo universitario di Prato (università di Firenze) prima di fare lezione dalle 9.00 alle 12.00. Prendo il treno regionale delle 12.40 che mi porta a Firenze S.M.N. alle 13.20. Se non ci sono intoppi, prendo l'eurostar delle 13.31 che arriva a Roma Termini alle 15.06. Giusto il tempo di darmi una strizzatina al cervello e si fa pomeriggio tardi, magari un cinemino. Ma che non sia l'ultimo spettacolo perché il giorno dopo, giovedì, mi alzo alle 5.20 per essere alla stazione Termini prima delle 6.45, ora in cui parte il mio eurostar. È lo stesso che il lunedì mi porta in Calabria, ma stavolta scendo a Napoli Mergellina attorno alle 8.30, prendo lì il locale metropolitano e scendo a Napoli Montesanto verso le 8.45, giusto in tempo per arrivare al palazzo dell'Orientale dove tengo un seminario dalle 9.30 alle 11.30. Finito il seminario scappo in stazione per tornare a Roma entro le 15.30, dato che alle 16.00 in punto devo stare all'asilo di mia figlia Rebecca, che poi accompagno in piscina e che cena e dorme da me. Il mattino dopo, venerdì, mi rialzo alle 5.30 (accompagna Rebecca all'asilo Valeria, la mia compagna) per prendere il treno delle 6.52 che arriva a Firenze S.M.N. alle 8.32, dove prendo la coincidenza per Prato alle 8.38. Dopo la lezione a Prato, prendo il treno delle 12.39, per salire a Firenze sull'eurostar che mi lascia a Roma Termini alle 15.06. Verifico che non ci siano appuntamenti alla Rai (qualche bozza da ritirare o consegnare) e posso andare alle 18.00 a prendere Rebecca a scuola di danza. Siamo a casa verso le 18.30.
Naturalmente, si tratta di un mese eccezionale: i seminari a Napoli sono veramente una tantum e il corso di Prato dura in fondo cinque settimane (poi ci andrò solo saltuariamente, per gli appelli d'esame e qualche seduta di laurea a Firenze), ma anche quando non ho impegni didattici fuori della Calabria, il lavoro di editor si fa sentire e ho sempre qualche testo da editare, qualche indice analitico da fare o qualche bozza da verificare nei giorni (giovedì - se non ci sono consigli - e venerdì) in cui sono a Roma.
Quando ho tempo metto in linea il costo economico di questi spostamenti. Anche il previsione dei prossimi aumenti FFSS (sono pazzi).