Da quando mi sono impegnato di prendermi cura della parola #Umano al Macro Asilo
di Roma ho avuto più di un’occasione per pensare in modo divergente rispetto al tema proposto, ma solo con questo nuovo appuntamento,
il 13 febbraio 2019, mi rendo conto
del profondo pregiudizio che la
parola scelta ha importo al mio lavoro.
Ho pensato cioè all’Umano come neutro, vale a dire neutralizzato rispetto alla differenza
di genere, e invece e per fortuna
viene Caterina
Botti a portarci la consapevolezza che non c’è un solo modo di essere umano e sempre (sempre) qualche che sia il
contesto, l’epoca storica, il livello sociale, lo sfondo economico, il quadro
politico, il retroterra simbolico, tutto è sempre declinato, almeno, in
maschile e femminile, #Umano e #Umana.
Maschi e femmine sembrano fare sempre più fatica a
riconoscere il percorso di costruzione
del loro genere e, per quanto si parli di genere, sono sempre molte le persone
che si sentono naturalmente ancorate
al loro sesso come al colore dei capelli. Abbiamo invece bisogno di ascoltare
parole che ci guidino alla scoperta di quello che siamo quando viviamo, quando lavoriamo. Caterina Botti ci può
accompagnare in questo percorso come poche altre nel nostro Paese, unendo
sempre la sua competenza di studiosa
alla sua passione di attivista.
Io spero veramente che verrete in tantissime e
tantissimi a sentire le sue parole, a riflettere assieme, a vederci un poco
più a fondo per quel siamo, sperando così di orientare la direzione verso cui vogliamo essere.