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sabato 18 maggio 2019

Come siamo diventati novax

Roma Today, per noi poracci cittadini capitolini, non è male come giornale online. Una città così sbriciolata come Roma, incapace di produrre un'immagine complessiva e comprensibile di sé e sempre ancorata alle sue millanta microscopiche identità locali e rivali ha bisogno di uno spazio almeno nominale di raccordo (altro che anulare) e Roma Today con le sue sezioni per municipio costruisce le notizie fino a farle diventare qualcosa che somiglia più a un picasso ubriaco che a un compiuto ritratto borghese, ma del resto non si può cavare sangue dalle rape e ognuno ritrae quel che c'è, e se quel che c'è è frammentato è giusto che così venga rappresentanto.

Insomma, non ce l'ho con Roma Today, ma vorrei ricostruire un dettaglio sottile della comunicazione, del tutto irriflesso immagino, e prenderlo come sintomo di qualcosa di più grande, forse di quel che sta succedendo e che fatichiamo ancora a delineare.
Guardate l'immagine qui a sinistra, una schermata del mio cellulare. Il "caso xylella" ha già i suoi esegeti (Luciano Capone ha fatto un lavoro certosino) che ne hanno evidenziato la natura esemplare nel tenere assieme: cattiva magistratura (i magistrati che si mettono a fare ipotesi "scientifiche" è un fatto ributtante in un paese civilizzato), cattiva informazione (ci arrivo subito), cattiva politica (il modo il cui il M5S ha cavalcato fobie irragionevoli più che irrazionali è imbarazzante) e cattiva cittadinanza (una battaglia completamente sbagliata è stata assunta come senso comune del popolo).

Morale? La xyella si è diffusa e continua ad essere una peste ingestibile perché "la gente" aveva paura che si diffondesse; "la giustizia" ha interrotto il lavoro della "scienza" provando a sostituirla, e "l'informazione", con pochissime eccezioni, ha lucrato sulla paura per vendere copie e click.
Tornate ora a guardare l'immagine in alto a sinistra e guardate il soggetto e il verbo: l'Unione Europea AMMETTE. Nel significato qui impiegato, ammettere, ci dice il vocabolario Treccani, significa

"b. Riconoscere, consentire: ail proprio erroreadi aver tortoain giudizio le proprie responsabilitàala buona fede dell’avversarioammetto che sia così

Ammettere, in sintesi, è ritrarsi da un errore commesso. Quindi l'Unione Europea, a pochi giorni dalla richiesta di archiviazione che lo stesso tribunale di Lecce è stato costretto a fare per le accuse agli scienziati sul caso xylella, sembrerebbe riconoscere qualche suo errore o torto. Se questo non bastasse, il sommario dell'articolo sembra inoltre confermare che una sedicente cura è efficace:

Xylella, l'Ue ammette: "C'è un'alternativa agli abbattimenti, ma non elimina il batterio"
Secondo l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, "una diminuzione statisticamente significativa della gravità della malattia è stata osservata negli alberi trattati" con il metodo del ricercatore italiano Marco Scortichini.


Quindi il titolo e il sommario sembrano indicare che la battaglia popolare (giudici veramente a servizio del popolo, politici non corrotti  e cittadini consapevoli e non sottomessi) era una battaglia giusta, visto che l'UE ha ammesso un suo errore, e la cura sembra efficace.

Eppure, se leggiamo il contenuto dell'articolo leggiamo una storia completamente, diversa, addirittura opposta:

Xylella, l'Ue ammette: "C'è un'alternativa agli abbattimenti, ma non elimina il batterio"
Xylella, l'Ue ammette: "C'è un'alternativa agli abbattimenti, ma non elimina il batterio"

Il documento era balzato agli onori della cronaca nei giorni scorsi perché, di fatto, ha sancito che finora non esiste una cura scientificamente provata che elimini il batterio della Xylella. Motivo per cui, ha ribadito l'autorità, le uniche misure da attuare per fermare il contagio sempre più devastante, come denunciato dalla stessa Efsa, sono quelle che prevedono l'abbattimento degli ulivi malati. Che stando a dati della Coldiretti, avrebbero raggiunto i 21 milioni

Xylella, l'Ue ammette: "C'è un'alternativa agli abbattimenti, ma non elimina il batterio"

Il danno al settore olivicolo pugliese e italiano è enorme. E la paura è che il contagio possa colpire il resto dell'Europa. Eppure, c'è chi ancora si oppone agli abbattimenti. E lo fa anche portando l'esempio delle ricerche effettuate negli ultimi tre anni dal batteriologo Marco Scortichini e dal suo team


Luca Sofri riflette da tempo sul sistema della titolazione attribuendone le storture anche alle ristrettezze dello spazio disponbile, ma è chiaro che qui stiamo assistendo a qualcosa di più complicato. Un giornale fa dell'informazione corretta (dice che la cura è inefficace e che non ci sono alternative all'eradicazione delle piante per fermare il contagio) ma nasconde questa notizia corretta sotto una titolazione che invece sembra messa lì apposta per attrarre i complottisti (ecco, l'UE ammette!) e i cultori delle cure para-scientifiche (te l'avevo detto che c'era una cura, basta affidarsi agli scienziati "veri", mica a quel magna magna di professoroni e Big Pharma).

Nella corsa folle a capire il senso di un mondo semplicemente troppo complicato per poter essere lasciato a stesso, che ci interpella quindi e pretende che gli diamo un senso, scorriamo le news tra un whattsapp e l'attesa della metro, mentre la figlia si organizza per la scuola e il collega vuole sapere se abbiamo presentato quel rapporto al direttore.

Di tutta la storia della xylella (giudici sempre più convinti di essere il baluardo della civiltà; panico tra la folla; politici che raccattano consenso sullo sdegno ignorante) ci resteranno in tasca e in qualche meandro subconscio del cervello solo "l'UE ammette" e "la diminuzione statisticamente significativa della malattia" e riprenderemo la nostra marcia angosciata nel mondo convinti di aver avuto un'altra conferma che è tutto un magna magna e che noi, cittadini accorti e informati, la sappiamo lunga, sappiamo veramente come stanno le cose.