Il titolo di questo post era anche il titolo di un lavoro dell'antropologo con cui mi sono laureato, Alberto M. Cirese. Studiando l'antropologia culturale, e in particolare la parentela, diceva Cirese, posso decidere di avere come miei punti di riferimento intellettuale gli stregoni (era ancora di moda Carlos Castaneda con il suo libro oggi ritradotto come Gli insegnamenti di don Juan, ma allora noto come A scuola dallo stregone) oppure posso avere come riferimento i filosofi logici. Lui, senza dubbio optava per i secondi.
Con il passare degli anni non sono più sicuro di condividere completamente la lezione del mio maestro, ma mi è tornata in mente quando ieri ho sentito la sparata di Beppe Grillo: Fuori dalle palle chi mi considera antidemocratico.
Che è esattamente come dire: Se dici che sono un assassino ti ammazzo. Ti picchio se dici che sono un violento. Sei una puttana se dici che sono sessista. E così via, può diventare uno sport trovare affermazioni che volendo smentire X in realtà sono la conferma definitiva di X.
Per parte mia, mi limito a un'ultima inferenza logica: se Grillo è quel che ci resta come prospettiva politica, allora evviva la Casta.
PS Poi sarà anche il caso di discutere perché mi sono preso la briga di tornare a scrivere qui, ma è un altro discorso, da fare con più calma.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
2011/12: INFORMAZIONI PER CHI AVEVA 12 CFU E TUTTI GLI MP3 DELLE LEZIONI
mercoledì 12 dicembre 2012
sabato 24 novembre 2012
Arjun Appadurai alla Bicocca lunedi 26 novembre 2012
Temo che l'orario sarà attraente soprattutto per i parrucchieri e i negozianti di abbigliamento, comunque tutti e solo quelli che non lavorano il lunedì mattina, ma l'occasione di vedere e sentire Appadurai andrebbe colta comunque. Se non vado errrato, e la prima volta che torna in Italia dopo dieci anni. Uno che ha teorizzato la "politica della merda", la democrazia profonda e la "capacità di aspirare" come forze emergenti delle culture, che lavora con i baraccati di Mumbay e che riesce a costruire quadri teorici e politici sulla povertà mondiale merita tutta la nostra attenzione. Chi è a Milano si prenda una mezza giornata di ferie, faccia sega a lezione, ma venga.
9.30 Indirizzi di saluto
9.45 Apertura dei lavori Paolo Inghilleri,
Università degli Studi di Milano
Benedetto Saraceno, direttore scientifico SOUQ
10.15 Intervento introduttivo
Ota De Leonardis, Università degli Studi di Milano Bicocca
10.30 The Cosmopolitanism of the Urban Poor:
an Example from Mumbai, India
Arjun Appadurai, Goddard Professor of Media, Culture and
Communication, New York University
coffee break
11.45 Ne discutono:
Ugo Fabietti, Università degli Studi di Milano Bicocca
Piero Vereni, Università di Roma Tor Vergata
modera Benedetto Saraceno, direttore scientifico SOUQ
Chiusura dei lavori
Don Virgino Colmegna, presidente Fondazione Casa della carità - SOUQ
26 Novembre 2012
Aula Magna, Università degli Studi di Milano Bicocca
Edificio U6, Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano
È prevista la traduzione simultanea
Registrazioni su www.souqonline.it
9.30 Indirizzi di saluto
9.45 Apertura dei lavori Paolo Inghilleri,
Università degli Studi di Milano
Benedetto Saraceno, direttore scientifico SOUQ
10.15 Intervento introduttivo
Ota De Leonardis, Università degli Studi di Milano Bicocca
10.30 The Cosmopolitanism of the Urban Poor:
an Example from Mumbai, India
Arjun Appadurai, Goddard Professor of Media, Culture and
Communication, New York University
coffee break
11.45 Ne discutono:
Ugo Fabietti, Università degli Studi di Milano Bicocca
Piero Vereni, Università di Roma Tor Vergata
modera Benedetto Saraceno, direttore scientifico SOUQ
Chiusura dei lavori
Don Virgino Colmegna, presidente Fondazione Casa della carità - SOUQ
26 Novembre 2012
Aula Magna, Università degli Studi di Milano Bicocca
Edificio U6, Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano
È prevista la traduzione simultanea
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lunedì 12 novembre 2012
Link per scaricare le lezioni di quest'anno
Ecco il link per accedere alla cartella da cui è possibile scaricare le prime dodici lezioni del corso di Antropologia culturale a Tor Vergata modulo A 2012/13. Possono risultare utili per chi intende presentarsi al primo esonero scritto (venerdì 16 ore 11.00 aula T12b: dieci domande aperte, tre punti massimo a domanda, 75 minuti di tempo). Ribadisco il programma dell'esonero:
Dispensa di quest'anno (antropologia culturale Vereni 2012/13) fino a pagina 119 inclusa.
Quindi della dispensa non vanno portate al primo esonero le seguenti porzioni:
Delle pagine 1-119, sono da considerare abbuonate per chi fa l'esonero scritto anche queste parti:
Resta inteso che chi NON fa l'esonero scritto dovrà portare come esonero orale TUTTA la dispensa tranne gli ultimi due capitoli del mio libro (che sono da fare per il secondo esonero).
Dispensa di quest'anno (antropologia culturale Vereni 2012/13) fino a pagina 119 inclusa.
Quindi della dispensa non vanno portate al primo esonero le seguenti porzioni:
- da pagina 120 in poi (l'arte come sistema culturale di Geertz è abbuonato per chi fa l'esonero scritto; i due capitoli finali dal mio libro (Questioni di gusto e Pinocchi, balordi e ballerini saranno valutati nell'esonero finale).
Delle pagine 1-119, sono da considerare abbuonate per chi fa l'esonero scritto anche queste parti:
- i paragrafi 6 e 7 (gli ultimi due) del saggio di Fabio Dei Altre culture, altre menti
- i capitoli Le fonti orali e Le storie di vita (da Fare antropologia di Mariano Pavanello)
Resta inteso che chi NON fa l'esonero scritto dovrà portare come esonero orale TUTTA la dispensa tranne gli ultimi due capitoli del mio libro (che sono da fare per il secondo esonero).
martedì 9 ottobre 2012
INVITO Last Minute
Oggi pomeriggio, 9 ottobre, nella Sala del Carroccio del Campidoglio (Roma) ci incontriamo alle 5.30 per parlare della letteratura di lingua urdu, presentando il lavoro di alcuni importanti autori pakistani.
La lingua dell'incontro sarà l'italiano, con qualche pezzo (forse) tradotto in inglese per cortesia verso il principale promotore dell'iniziativa, vale a dire l'ambasciata Pakistana a Roma.
Ricopio qui sotto il comunicato stampa con cui l'ambasciata presenta l'evento:
PAKISTAN LITERATURE DAY AT THE CAMPIDOGLIO
“A message of respect for diversity, tolerance and mutual understanding”
(Sala del Carroccio – 9 October, 5.30 – 8.30 PM)
The Embassy of Pakistan is pleased to announce the Pakistan Literature Day that will take place at the
Sala del Carroccio at the Campidoglio on 9 October at 5.30 PM
In cooperation with the publishing houses Fuorilinea and Jay Editore, and under the patronage of the
Department of Enterprise Government and Philosophy of Rome University Tor Vergata, the Pakistan Literature Day, promoted by Fabrizio Panecaldo, member of the Rome city council, will be devoted to Dr Muhammad Allama Iqbal, Saadat Hasan Manto and Parveen Shakir, three of the most prominent literary figures in Urdu, the widest spoken language in Pakistan and northern India, whose works have been translated into Italian.
Urdu, which evolved under Islamic influence in the 13th century, was the product of a complex ethnic and
linguistic environment of the northwest of the Subcontinent where it acquired the status of lingua franca.
Urdu, in fact, means “encampment”. It is the national language of Pakistan.
As with all linguistic koine, it is a language that due to its intrinsic nature enables and promotes
dialogue between cultures and fosters respect for tolerance, diversity and mutual
understanding – the best guarantees for peace and security.
Literature is a powerful instrument for rapprochement between different peoples and cultures, and
especially so when it originates from a region that continues to carry the burden of unresolved conflicts
from the past.
Professor Vito Salierno, a leading authority on modern Urdu literature with many Italian translations of
Urdu prose and poetry to his credit, will be one of the speakers.
The theme of literature as an instrument of peace and understanding will be further developed by
Mazhar ul Islam – whose work La Stagione dell’amore, delle mandorle amare e delle piogge
tarde will be presented at the event. Mazhar ul Islam, who is also the chairman of the Pakistan
Book Foundation, the government entity for the promotion of book culture and readership, will be
accompanied by Maria Concetta Cassata in representation of Centro per il libro e la lettura, the
book promotion centre of the Italian ministry of culture.
The event will be attended by H.E. Dr Tehmina Janjua, ambassador of Pakistan; Dr Mazhar ul Islam,
chairman of the Pakistan Book Foundation; Dr Maria Concetta Cassata of the Copyright Department of
the Ministry of Culture; Prof. Piero Vereni, teacher of anthropology at the Rome University Tor Vergata;
Dr. Ejaz Ahmed, cultural mediator; Gabriele Linari, actor.
The curators of the books Sabrina Lei, Abdul Latif Chalikandi and Franco I. Esposito-Soekardi will also be attending.
La lingua dell'incontro sarà l'italiano, con qualche pezzo (forse) tradotto in inglese per cortesia verso il principale promotore dell'iniziativa, vale a dire l'ambasciata Pakistana a Roma.
Ricopio qui sotto il comunicato stampa con cui l'ambasciata presenta l'evento:
PAKISTAN LITERATURE DAY AT THE CAMPIDOGLIO
“A message of respect for diversity, tolerance and mutual understanding”
(Sala del Carroccio – 9 October, 5.30 – 8.30 PM)
The Embassy of Pakistan is pleased to announce the Pakistan Literature Day that will take place at the
Sala del Carroccio at the Campidoglio on 9 October at 5.30 PM
In cooperation with the publishing houses Fuorilinea and Jay Editore, and under the patronage of the
Department of Enterprise Government and Philosophy of Rome University Tor Vergata, the Pakistan Literature Day, promoted by Fabrizio Panecaldo, member of the Rome city council, will be devoted to Dr Muhammad Allama Iqbal, Saadat Hasan Manto and Parveen Shakir, three of the most prominent literary figures in Urdu, the widest spoken language in Pakistan and northern India, whose works have been translated into Italian.
Urdu, which evolved under Islamic influence in the 13th century, was the product of a complex ethnic and
linguistic environment of the northwest of the Subcontinent where it acquired the status of lingua franca.
Urdu, in fact, means “encampment”. It is the national language of Pakistan.
As with all linguistic koine, it is a language that due to its intrinsic nature enables and promotes
dialogue between cultures and fosters respect for tolerance, diversity and mutual
understanding – the best guarantees for peace and security.
Literature is a powerful instrument for rapprochement between different peoples and cultures, and
especially so when it originates from a region that continues to carry the burden of unresolved conflicts
from the past.
Professor Vito Salierno, a leading authority on modern Urdu literature with many Italian translations of
Urdu prose and poetry to his credit, will be one of the speakers.
The theme of literature as an instrument of peace and understanding will be further developed by
Mazhar ul Islam – whose work La Stagione dell’amore, delle mandorle amare e delle piogge
tarde will be presented at the event. Mazhar ul Islam, who is also the chairman of the Pakistan
Book Foundation, the government entity for the promotion of book culture and readership, will be
accompanied by Maria Concetta Cassata in representation of Centro per il libro e la lettura, the
book promotion centre of the Italian ministry of culture.
The event will be attended by H.E. Dr Tehmina Janjua, ambassador of Pakistan; Dr Mazhar ul Islam,
chairman of the Pakistan Book Foundation; Dr Maria Concetta Cassata of the Copyright Department of
the Ministry of Culture; Prof. Piero Vereni, teacher of anthropology at the Rome University Tor Vergata;
Dr. Ejaz Ahmed, cultural mediator; Gabriele Linari, actor.
The curators of the books Sabrina Lei, Abdul Latif Chalikandi and Franco I. Esposito-Soekardi will also be attending.
mercoledì 3 ottobre 2012
CAMBIO AULE per Antropologia culturale
Come anticipato a lezione, le aule originariamente al corso di Antropologia culturale si sono rivelate troppo piccole. Ho chiesto quindi di cambiarle e il risultato è il seguente:
Lunedì 12-14 T35
Venerdì 9-11 T34
Chi non lo avesse ancora fatto, è invitato a compilare il modulo di iscrizione online al corso!
Lunedì 12-14 T35
Venerdì 9-11 T34
Chi non lo avesse ancora fatto, è invitato a compilare il modulo di iscrizione online al corso!
lunedì 2 luglio 2012
Nemici per la pelle?
PER I POMERIGGI DELLA SOCIETA’ GEOGRAFICA ITALIANA
Mercoledì 4 luglio 2012, alle ore 18.00, nell’Aula “Giuseppe Dalla Vedova”
di Palazzetto Mattei in Villa Celimontana (Roma – Via della Navicella 12)
Nemici per la pelle?
dibattito a partire dal documentario diretto da Franco Di Chiera
UNA QUESTIONE DI COLORE (2009, Australia/Italia/Francia - 50 min.)
intervengono
Godwin Chukwu, Barbara Continenza, Giulio Latini, Aldo Morrone, Franco Salvatori,
Piero Vereni e Marco Visalberghi
modera
Jean-Léonard Touadi
mercoledì 13 giugno 2012
David Graeber in Italia
Ci sono oggi, nel mondo, due antropologi che hanno un ruolo di peso. Uno è Jim Yong Kim, un medico con un dottorato in antropologia a Harvard, che è stato da poco nominato presidente della Banca Mondiale.
L'altro è David Graeber, antropologo americano noto da anni per le sue posizioni radicali e tra i principali ispiratori di Occupy Wall Street.
David Graeber ha scritto libri molto importanti in cui la sua formazione di antropologo viene utilizzata come strumento di critica culturale. In pratica, studiare come producono, distribuiscono e consumano beni e servizi alcuni gruppi sociali "marginali" gli permette di guardare in modo non solo critico ma alternativo al sistema attuale del capitalismo finanziario. Dice Graber che non solo dobbiamo ripensare al modo in cui pruduciamo e consumiamo, ma abbiamo già tanti esempi di forme di economia alternativa, felicemente sottratte alla voracità incontenibile dei "mercati".
Ricordo che Graber è in Italia in occasione dell'uscita in Italiano, per il Saggiatore, del suo ultimo saggio, Debito e ricopio il comunicato stampa di elèuthera:
david graeber - tour in italia
l'anti-leader di occupy wall street - autore per elèuthera di
critica alla democrazia occidentale
nuovi movimenti, crisi dello stato, democrazia diretta
e del phamplet
frammenti di antropologia anarchica
mercoledì 13 giugno -- ore 19.00 a milano
presso cs cantiere - via monterosa 84
incontro e dibattito con l'antropologo david graeber
moderano stefano boni e andrea staid
giovedì 14 giugno - ore 17.30 a roma
david graeber sarà ospite al teatro valle occupato di roma
via del teatro valle, 21
tavola rotonda con bifo - ugo mattei
L'altro è David Graeber, antropologo americano noto da anni per le sue posizioni radicali e tra i principali ispiratori di Occupy Wall Street.
David Graeber ha scritto libri molto importanti in cui la sua formazione di antropologo viene utilizzata come strumento di critica culturale. In pratica, studiare come producono, distribuiscono e consumano beni e servizi alcuni gruppi sociali "marginali" gli permette di guardare in modo non solo critico ma alternativo al sistema attuale del capitalismo finanziario. Dice Graber che non solo dobbiamo ripensare al modo in cui pruduciamo e consumiamo, ma abbiamo già tanti esempi di forme di economia alternativa, felicemente sottratte alla voracità incontenibile dei "mercati".
Ricordo che Graber è in Italia in occasione dell'uscita in Italiano, per il Saggiatore, del suo ultimo saggio, Debito e ricopio il comunicato stampa di elèuthera:
david graeber - tour in italia
l'anti-leader di occupy wall street - autore per elèuthera di
critica alla democrazia occidentale
nuovi movimenti, crisi dello stato, democrazia diretta
e del phamplet
frammenti di antropologia anarchica
mercoledì 13 giugno -- ore 19.00 a milano
presso cs cantiere - via monterosa 84
incontro e dibattito con l'antropologo david graeber
moderano stefano boni e andrea staid
giovedì 14 giugno - ore 17.30 a roma
david graeber sarà ospite al teatro valle occupato di roma
via del teatro valle, 21
tavola rotonda con bifo - ugo mattei
Alle 18.30 domani sarò al Valle a sentire cosa ci racconta. Spero saremo in molti ad ascoltarlo.
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Occupy Wall Street
lunedì 21 maggio 2012
Hip hop culture!
Parlare dell'hip hop non ha molto senso. Molto meglio farlo, in generale. Ma parleremo certo di chi lo fa e anche con chi lo fa. Venite!!
lunedì 30 aprile 2012
Publish and perish
La riforma universitaria cosiddetta Gelmini (240/2010) sta producendo un effetto paradossale, che è quello di trasformare le università in centri di ricerca che vivono la didattica come una scocciatura da ridurre al minimo. La riforma, infatti, premia la qualità della ricerca (e questo è giusto, ci mancherebbe) ma di fatto trascura completamente la qualità della didattica. In pratica, i "docenti" universitari, tanto più i ricercatori a tempo indeterminato come il sottoscritto, potranno (forse) trarre qualche beneficio per sé e per il loro dipartimento di afferenza se si impegneranno a pubblicare con regolarità e qualità, mentre la didattica (disponibilità e qualità delle lezioni frontali, del ricevimento studenti, del lavoro di supervisione delle tesi) non conterà nulla, diventando di fatto un impiccio, una perdita di tempo utile sottratto alla ricerca e alle pubblicazioni. Come si può pensare che il sapere si trasmetta in misura e forma adeguata in queste condizioni? E' evidente che se non si incentiva la qualità della didattica e si punta tutto sulla ricerca, gli studenti pagheranno un prezzo altissimo, fatto di docenti necessariamente distratti e assenteisti, lezioni disorganizzate e corsi di laurea sempre più poveri, demandati alle "seconde scelte" dell'accademia.
La trasmissione del sapere alle nuove generazioni è un dovere sostanziale e delicato tanto quanto la produzione di sapere originale, ed è necessario fare qualcosa per porre il problema in evidenza. Per questo alcuni studenti hanno steso un appello che io vi imploro di sottoscrivere e di far circolare il più possibile tra le vostre conoscenze. Per cortesia se leggete questo tramite Facebook condividete dopo aver firmato l'appello.
La trasmissione del sapere alle nuove generazioni è un dovere sostanziale e delicato tanto quanto la produzione di sapere originale, ed è necessario fare qualcosa per porre il problema in evidenza. Per questo alcuni studenti hanno steso un appello che io vi imploro di sottoscrivere e di far circolare il più possibile tra le vostre conoscenze. Per cortesia se leggete questo tramite Facebook condividete dopo aver firmato l'appello.
giovedì 26 aprile 2012
Tavola rotonda “Scuola e pluralismo religioso”
27 aprile 2012, ore 15,00 – 18,00, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Roma ‘Tor Vergata’ – Via Columbia, 1, Aula T30 La tavola rotonda organizzata dal CSPS e dalla Rivista Scuola Democratica. Learning for Democracy propone una discussione sul tema a partire dagli spunti offerti dalla recente pubblicazione:
Valeria Fabretti, A scuola di pluralismo. Identità e differenze nella sfera pubblica scolastica (Aracne, 2011). Introducono: Massimo Rosati (Direttore CSPS), Assunta Viteritti (Sapienza Università di Roma – SD) Intervengono: Luciano Benadusi (Sapienza Università di Roma – SD), Vittorio Campione (SD), Maddalena Colombo (Università Cattolica del Sacro Cuore), Valeria Fabretti (CSPS), Paola Gabbrielli (Ass. “Tavolo Interreligioso”), Donatella Palomba (Università di Roma Tor Vergata), Piero Vereni (CSPS).
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religious pluralism
giovedì 19 aprile 2012
LEZIONE 20 APRILE SOSPESA PER SCIOPERO
La lezione 15 di Antropologia culturale prevista per il 20 aprile è sospesa a causa dello sciopero dei mezzi che impedirà a molti di raggiungere Tor Vergata.
La lezione verrà recuperata a fine modulo (per cui l'esonero finale slitterà, consultate il calendario online tra qualche giorno, quando l'avrò aggiornato).
La lezione verrà recuperata a fine modulo (per cui l'esonero finale slitterà, consultate il calendario online tra qualche giorno, quando l'avrò aggiornato).
lunedì 16 aprile 2012
La porta di casa (e le occupazioni a Roma)
Mercoledì 18 aprile parteciperò ai Colloqui di Sensibilia. Quest'anno il tema da dibattere è molto generico ma, almeno per me, molto intrigante: COSE. Ho scelto come "cosa" da raccontare la porta di casa. Racconterò il ruolo di questo oggetto nel produrre la distinzione tra pubblico e privato, cos'è successo alla porta di casa e ai contesti di vicinato nella "città moderna"; come Roma sia sempre stata una città difficile da catalogare sulla scala uniforme della modernità e poi racconterò come alcuni tipi di occupazione abitativa in corso oggi nella città propongano un modello di porta di casa e di vicinato che contesta il modello razionale e moderno di città. Attraverso le occupazioni del Comitato popolare di lotta per la casa si può intravvedere un modo diverso non solo di affrontare l'emergenza abitativa, ma anche di socialità nello spazio urbano.
Ci vediamo nell'aula Moscati della facoltà di Lettere di Roma Tor Vergata (via Columbia, Roma).
La giornata inizia alle 10 con Luca Zevi (Istituto Nazionale di Architettura), Usi e abusi della memoria. Musei e memoriali.
Ci vediamo nell'aula Moscati della facoltà di Lettere di Roma Tor Vergata (via Columbia, Roma).
La giornata inizia alle 10 con Luca Zevi (Istituto Nazionale di Architettura), Usi e abusi della memoria. Musei e memoriali.
Alle 15 Alessandra Campo (Sapienza Università di Roma), Una pietra. Appunti per un'estetica antropologica a partire da Hans Jonas.
Alle 17 tocca a me La porta di casa. Lo spazio domestico e di vicinato in una occupazione abitativa romana.
giovedì 29 marzo 2012
Link per scaricare il mio libro "indentità catodiche"
Gli studenti di antropologia culturale LM 2011/12 a Tor Vergata possono scaricare qui il pdf del mio libro Identità catodiche. Rappresentazioni mediatiche di appartenenze collettive.
I capitoli inclusi nel programma di quest'anno sono:
I capitoli inclusi nel programma di quest'anno sono:
Capitolo secondo. Questioni di gusto. Identità e preferenze estetiche nell’epoca dei mass media.
Capitolo terzo. Pinocchi, balordi e ballerini. Il mutamento dell’immagine degli albanesi nei mezzi di comunicazione italiani (1997-2006).
sabato 17 marzo 2012
Una modesta proposta (per risolvere in modo radicale la crisi italiana)
Ci sono letture che passano su di noi come un velo di seta, non
lasciano traccia, e altre, più rare, che invece ci impregnano fin nel midollo. Quando
abbiamo la fortuna di imbatterci in queste ultime, il mondo subisce una sorta di
reset, sentiamo che veramente abbiamo afferrato un nuovo strumento per cambiare
non solo noi stessi (troppo facile) ma anche l’ambiente che ci circonda. Se il potere
è definibile proprio come la capacità di mutare le condizioni del contesto secondo
il nostro desiderio, queste letture sono letture che offrono potere.
Quando ho letto l’articolo del professor Nicola Persico pubblicato su
Lavoce.info ho capito subito che ero di fronte al secondo caso, a un testo potente, potentissimo.
Nel breve articolo del professor Persico si dice, in sostanza, che la differenza di PIL tra Italia e Singapore (tutta a vantaggio di Singapore) dipende dal fatto che a Singapore usano meglio le risorse umane. Attenzione, non c'è nulla nell'articolo che giustifichi questa correlazione causale, posta come pura petizione di principio, ma questo è proprio il bello delle scritture potenti, mica si prendono la briga di stare lì a spiegare tutto per filo e per segno, tanto meno le correlazioni causali che sono alla base del loro potere esplicativo.
Dunque, dicevamo, Singapore va meglio col PIL perché usa meglio le sue risorse umane. In che modo? Producendo più ingegneri e meno filosofi, dice Persico. In effetti, a Singapore si laureano il doppio di ingegneri rispetto all'Italia (22 a 11 per cento) e questo spiegherebbe perché Persico chiede più ingegneri per la patria. Sui filosofi la faccenda è un po' più ingarbugliata, perché non si capisce dove vadano conteggiati nelle statistiche che riporta: stanno con le "scienze sociali" (ma lì i nostri sono pochi di più: 13,6 contro 12,4) oppure, come temo, con le "Belle arti/letteratura"? Certamente qui, dato che la sproporzione tra i nostri laureati in questo settore e i singaporegni è strepitosa: 10 contro 1,2. In realtà, dunque, la ricetta corretta sarebbe "più ingegneri e meno umanisti" (meno letterati, meno storici dell'arte, meno esperti di patrimonio, oltre che meno filosofi) e qui già si comincia a capire la portata della proposta: visto che siamo il paese con la più alta concetrazione di beni culturali al mondo, il modo migliore per sollevare il nostro PIL è quello di ignorare questa risorsa storica (tanto, dice Persico, mica è una "risorsa naturale" come l'uranio o il carbone) e buttarci tutti a fare ingegneria.
Dopo aver letto questo pezzo, per qualche giorno sono rimasto ammutolito dal suo fascino, e ho lasciato ad altri, per esempio a Gustavo Piga, il compito di porne in evidenza tutta la portata.
Dato che però, come antropologo (quindi in posizione già spuria) sono entrato da poco a far parte di un nuovo Dipartimento universitario che si chiama "Studi di Impresa Governo Filosofia" (che insomma mette assieme economisti (come Persico) e filosofi (ciò che Persico considera superfluo, in sintesi), vorrei provare anch'io a dare il mio modesto contributo, provando ad articolare con un po' più di respiro concettuale quel che nel testo di Persico viene un po' ridotto a una grigia querelle tra scienze applicate e scienze umanistiche (cioè pseudo-scienze, ça va sans dire).
In realtà la potenza dell'articolo di Persico sta tutta nella sua potenziale espansione: visto che non c'è traccia della motivazione del perché siano poi i poveri filosofi a dover portare sul groppone lo scotto di un PIN nazionale in terribile affanno, io credo che si debba prendere quel silenzio come indicazione che la questione è molto più ampia. Se vogliamo alzare il PIL, cioè, dobbiamo abbassare quel che è percentualmente alto in Italia e basso a Singapore. Per esempio: in Italia ci sono circa 30mila ebrei, mentre a Singapore sono meno di un migliaio. Bene, visto tutto quel che abbiamo detto, è garantito che se portiamo il numero degli ebrei allo stesso ordine di grandezza di quello di Singapore, il nostro PIL ne beneficierà.
Ma non dobbiamo fermarci qui: non si tratta solo di abbassare quel che è esageratamente elevato da noi, visto che quel che conta è in realtà un allineamento delle statistiche tra i due paesi, e questo di può raggiungere non solo abbassando quel che è "troppo" da noi, ma anche elevando quel che ancora è "troppo poco". Ad esempio, la cucina di Singapore è nota per la tradizione di presentare i cibi su foglie di banana, cosa che attira i turisti da tutto il mondo e certamente contribuisce al PIL nazionale. Ora, tutto possiamo dire della meravigliosa cucina italiana, ma quanto a foglie di banana mi pare siamo ancora un po' scarsini. E' arrivato il momento di impegnarci tutti nell'incrementare la produzione di questa preziosa pianta. E se qualcuno facesse notare che le condizioni climatiche del nostro paese sono sfavorevoli a questo tipo di coltivazione e che, per di più, abbiamo un sacco di altre cose nutrienti su cui basare la nostra produzione agricola, è chiaro che quel qualcuno è un disfattista che non tiene conto della certezza dei numeri. Quasi sicuramente un filosofo.
Ecco, dunque, il potere della scienza esatta. Ora sappiamo come fare per tornare a galla, noi Italiani: meno ebrei, e più foglie di banana.
PS (che si prega di leggere accuratamente prima di lasciare qualunque commento) Visto il basso livello di riflessività che circola in rete, vorrei evitare eccessivi malintesi e quindi, pur lasciando ampio spazio di interpretazione a chi legge, vorrei dare almeno un paio di dritte ermeneutiche:
1. NON ce l'ho con Nicola Persico, ma con un articolo da lui firmato pubblicato su un importante sito di economisti (che seguo e apprezzo), articolo che mi pare influenzato da un clima incomprensibile di disprezzo per le scienze umane che circola da qualche anno. Credo che gli scienziati (di qualunque versante) dovrebbero avere come comune nemico l'ignoranza, non il settore dei colleghi che loro frequentano di meno.
2. NON ce l'ho con gli ebrei e ho usato anzi il paradosso del loro numero proprio perché sono ben consapevole della loro funzione storica di capri espiatori, funzione che non ha ancora cessato di solleticare molte forme anche recenti di antisemitismo ("E' chiaro che la guerra del golfo è stata provocata dagli ebrei e dai ciclisti!" "Scusa, perché anche i ciclisti?" "Scusa tu, e perché gli ebrei?").
Nel breve articolo del professor Persico si dice, in sostanza, che la differenza di PIL tra Italia e Singapore (tutta a vantaggio di Singapore) dipende dal fatto che a Singapore usano meglio le risorse umane. Attenzione, non c'è nulla nell'articolo che giustifichi questa correlazione causale, posta come pura petizione di principio, ma questo è proprio il bello delle scritture potenti, mica si prendono la briga di stare lì a spiegare tutto per filo e per segno, tanto meno le correlazioni causali che sono alla base del loro potere esplicativo.
Dunque, dicevamo, Singapore va meglio col PIL perché usa meglio le sue risorse umane. In che modo? Producendo più ingegneri e meno filosofi, dice Persico. In effetti, a Singapore si laureano il doppio di ingegneri rispetto all'Italia (22 a 11 per cento) e questo spiegherebbe perché Persico chiede più ingegneri per la patria. Sui filosofi la faccenda è un po' più ingarbugliata, perché non si capisce dove vadano conteggiati nelle statistiche che riporta: stanno con le "scienze sociali" (ma lì i nostri sono pochi di più: 13,6 contro 12,4) oppure, come temo, con le "Belle arti/letteratura"? Certamente qui, dato che la sproporzione tra i nostri laureati in questo settore e i singaporegni è strepitosa: 10 contro 1,2. In realtà, dunque, la ricetta corretta sarebbe "più ingegneri e meno umanisti" (meno letterati, meno storici dell'arte, meno esperti di patrimonio, oltre che meno filosofi) e qui già si comincia a capire la portata della proposta: visto che siamo il paese con la più alta concetrazione di beni culturali al mondo, il modo migliore per sollevare il nostro PIL è quello di ignorare questa risorsa storica (tanto, dice Persico, mica è una "risorsa naturale" come l'uranio o il carbone) e buttarci tutti a fare ingegneria.
Dopo aver letto questo pezzo, per qualche giorno sono rimasto ammutolito dal suo fascino, e ho lasciato ad altri, per esempio a Gustavo Piga, il compito di porne in evidenza tutta la portata.
Dato che però, come antropologo (quindi in posizione già spuria) sono entrato da poco a far parte di un nuovo Dipartimento universitario che si chiama "Studi di Impresa Governo Filosofia" (che insomma mette assieme economisti (come Persico) e filosofi (ciò che Persico considera superfluo, in sintesi), vorrei provare anch'io a dare il mio modesto contributo, provando ad articolare con un po' più di respiro concettuale quel che nel testo di Persico viene un po' ridotto a una grigia querelle tra scienze applicate e scienze umanistiche (cioè pseudo-scienze, ça va sans dire).
In realtà la potenza dell'articolo di Persico sta tutta nella sua potenziale espansione: visto che non c'è traccia della motivazione del perché siano poi i poveri filosofi a dover portare sul groppone lo scotto di un PIN nazionale in terribile affanno, io credo che si debba prendere quel silenzio come indicazione che la questione è molto più ampia. Se vogliamo alzare il PIL, cioè, dobbiamo abbassare quel che è percentualmente alto in Italia e basso a Singapore. Per esempio: in Italia ci sono circa 30mila ebrei, mentre a Singapore sono meno di un migliaio. Bene, visto tutto quel che abbiamo detto, è garantito che se portiamo il numero degli ebrei allo stesso ordine di grandezza di quello di Singapore, il nostro PIL ne beneficierà.
Ma non dobbiamo fermarci qui: non si tratta solo di abbassare quel che è esageratamente elevato da noi, visto che quel che conta è in realtà un allineamento delle statistiche tra i due paesi, e questo di può raggiungere non solo abbassando quel che è "troppo" da noi, ma anche elevando quel che ancora è "troppo poco". Ad esempio, la cucina di Singapore è nota per la tradizione di presentare i cibi su foglie di banana, cosa che attira i turisti da tutto il mondo e certamente contribuisce al PIL nazionale. Ora, tutto possiamo dire della meravigliosa cucina italiana, ma quanto a foglie di banana mi pare siamo ancora un po' scarsini. E' arrivato il momento di impegnarci tutti nell'incrementare la produzione di questa preziosa pianta. E se qualcuno facesse notare che le condizioni climatiche del nostro paese sono sfavorevoli a questo tipo di coltivazione e che, per di più, abbiamo un sacco di altre cose nutrienti su cui basare la nostra produzione agricola, è chiaro che quel qualcuno è un disfattista che non tiene conto della certezza dei numeri. Quasi sicuramente un filosofo.
Ecco, dunque, il potere della scienza esatta. Ora sappiamo come fare per tornare a galla, noi Italiani: meno ebrei, e più foglie di banana.
PS (che si prega di leggere accuratamente prima di lasciare qualunque commento) Visto il basso livello di riflessività che circola in rete, vorrei evitare eccessivi malintesi e quindi, pur lasciando ampio spazio di interpretazione a chi legge, vorrei dare almeno un paio di dritte ermeneutiche:
1. NON ce l'ho con Nicola Persico, ma con un articolo da lui firmato pubblicato su un importante sito di economisti (che seguo e apprezzo), articolo che mi pare influenzato da un clima incomprensibile di disprezzo per le scienze umane che circola da qualche anno. Credo che gli scienziati (di qualunque versante) dovrebbero avere come comune nemico l'ignoranza, non il settore dei colleghi che loro frequentano di meno.
2. NON ce l'ho con gli ebrei e ho usato anzi il paradosso del loro numero proprio perché sono ben consapevole della loro funzione storica di capri espiatori, funzione che non ha ancora cessato di solleticare molte forme anche recenti di antisemitismo ("E' chiaro che la guerra del golfo è stata provocata dagli ebrei e dai ciclisti!" "Scusa, perché anche i ciclisti?" "Scusa tu, e perché gli ebrei?").
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martedì 6 marzo 2012
Laboratorio Black Italians
E' un'iniziativa importante e bellissima. Inizia lunedì 12 marzo alla libreria Griot di Roma e prosegue per otto incontri, sempre di lunedì. Se volete capire meglio cosa significa essere "italiani non bianchi" non avrete occasione migliore. Mauro Valeri garantisce la qualità di questa iniziativa.
lunedì 27 febbraio 2012
Appunti lezione 1-2 Antropologia culturale ora online
Sono online gli appunti delle prime due lezioni (22 febbraio e 29 febbraio 2012) del corso di Antropologia culturale LM.
mercoledì 22 febbraio 2012
Cittadinanze umane
La questione culturale e politica delle "seconde generazioni" è sempre più complicata dal fatto che la legge attuale sulla cittadinanza è stata concepita da un corpo politico decrepito che all'inizio degli anni Novanta vedeva ancora l'Italia come paese di emigranti (per cui aveva senso il diritto di sangue) e non di crescente immigrazione (dove invece prevale ragionevolmente il diritto di suolo). Il problema di fondo è che tutti parlano a vanvera (Rutelli ieri, tanto per dirne uno) e quindi vale la pena di riflettere in modo un po' più approfondito. Proveranno a farlo da domani, 23 febbraio, per tre giorni, alcuni studiosi e rappresentanti delle seconde generazioni. Si comincia alle 17.30 nella Sala Consiliare del VI municipio, in piazza della Marranella 2, a Roma (Torpignattara). Ci sarò anch'io.
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