2011/12: INFORMAZIONI PER CHI AVEVA 12 CFU E TUTTI GLI MP3 DELLE LEZIONI

domenica 24 novembre 2019

Tempo e Spazio a largo Mengaroni


Caro El Chentro, intanto mi permetta di notare il caso assurdo di darsi borghesemente del Lei, dopo
che ci conosciamo da oltre dieci anni essendoci sempre dati del tu, ma se Lei ritiene che valga la pena di mantenere queste piccole mascherate (non starà mica cedendo alla lusinga del “decoro urbano”, spero…) e sia, damose der Lei…

Ci sono alcune cose che vorrò argomentare in questa mia risposta alla Sua gentile di oggi 24 novembre 2019 pubblicata sulla sua pagina Fb, ma per chi non avrà modo di leggere il dettaglio i punti sono i seguenti:

1. Le cose che ho dette a lezione Lei (e tutti gli altri soggetti coinvolti) le conosceva già da mesi, essendo stato da me informato a riguardo. Faccia la mammoletta con altri. Ci siamo slinguazzati a lungo e fare ora l’oltraggiato a sua insaputa la getta nel ridicolo con chi sa come si sono svolti i fatti (prima di tutto Lei stesso). Venga a qualunque mia lezione e ne discuteremo in pubblico.

2. Non ho mai disprezzato il Collettivo Errezero, e anzi nella mia analisi ho ampiamente ammesso gli errori di Tor Vergata e della Associazione 21 Luglio nel relazionarci con un gruppo identitariamente fragile. Non spetta comunque a Lei farsi portavoce del Collettivo Errezero, visto che sono tutti grandicelli e sanno parlare a loro nome, come sia io come Tor Vergata che Lei come El Chentro abbiamo avuto modo di constatare.

3. Le cose che dico sono, da sempre, pubbliche. Non frequento circoli carbonari e non amo fare riunioni ristrette, come invece altri hanno sempre cercato di fare in passato. Da oltre dodici anni ho questo blog, registro tutte le mie lezioni in formato mp3 rendendole pubbliche a tutti e praticamente tutte le mie pubblicazioni sono disponibili in formato pdf in rete (prima fonte il mio curriculum online). Respingo con la massima forza l’idea vergognosa che io, con il lavoro che faccio, mi metta a fare analisi senza avere interagito a fondo con i soggetti di cui parlo e senza restituire a quei soggetti il quadro della mia analisi.

4. Come antropologo attivo sul territorio, confermo che El Chentro ha svolto (e in parte ancora svolge) un ruolo centrale per la vita politica (in senso non partitico, ma di contribuzione alla cittadinanza) del quartiere di Torbellamonaca. Confermo parimenti che le mie analisi di territorio sono lucide e dettate da intenti conoscitivi almeno quanto le sue prassi sul territorio sono impegnate e appassionate. Eviti, per cortesia, di dare lezioni che non è in grado di dare. Io per conto mio non pretendo di essere in grado di coinvolgere il quartiere con il fuoco sacro della rivoluzione o della creazione della comunità, ma lei non mi venga a spiegare il mio mestiere di studioso e ricercatore, grazie.

Ma vediamo il dettaglio e il motivo del contendere

>MOLTI HANNO PARLATO E CONTINUANO A FARLO DELLA NOSTRA REALTA’ MANCAVANO SOLO I PROFESSORI D’UNIVERSITA’ ... ORA SONO ARRIVATI ANCHE LORO.

Boh, io sono vent’anni che faccio sto mestiere e ho conosciuto El Chentro credo UNDICI ANNI FA a una puntata del programma che uno dei suoi leader più in vista faceva a Radio Popolare Roma sulle culture giovanili. Conobbi allora alcuni giovani rapper del quartiere, con alcuni ancora collaboro, da tre anni lavoro a polo culturale ex Fienile (che mi pare stia propinquo alla “vostra realtà”, giusto?) per non dire le volte in cui El Chentro mi ha coinvolto in attività, presentazioni perfino alla sede del Municipio, o al Teatro di Torbellamonaca, oltre a quelle direttamente nella sua storica sede di largo Mengaroni. Sputare nel piatto dove si è mangiato, e soprattutto sputare sul pasto di cui ci si è pasciuti è veramente di cattivo gusto. “Ora” de che, se mi posso permettere? Io parlo con Lei da anni e anni, ora si è accorto che faccio il professore? Se aveva così in fastidio i professori (anche se lo so che è una moda) perché mi è venuto a cercare quando il Fienile è stato messo a bando nel 2015? È lei che ha cercato me, non viceversa.

>Abbiamo ascoltato Piero Vereni nella ricostruzione di contesti e fatti inerenti l’Ex Fienile, non sappiamo con certezza se sia in una sua lezione di “antropologia culturale” come prof. dell’Università di Tor Vergata o altro momento.

Ma sor Er Che, mi scusi, come “non sappiamo”? I file mp3 delle mie lezioni sono online pubblicamente, li ha scaricati sulla colonna di destra di questa stessa pagina dove state leggendo questa mia ulteriore analisi. Oppure glieli ha passati come link qualcuno che li ha, per forza, trovati nel link suddetto. Dai su, ogni file mp3 comincia con “buongiorno, oggi è il XXXX ed è la lezione numero Y del modulo Tale di Antropologia culturale”.

>Nella ricostruzione dei fatti accaduti all’Ex Fienile lei prof. fa una “narrazione” propria, menziona strutture e contesti dal suo punto di vista (libero di farlo) ma, correttezza impone, soprattutto da lei visto che è pubblicamente prof. di Antropologia all’Università di Tor Vergata, di farlo confrontandosi con contesti e soggetti di cui sta parlando, quindi se lo sta facendo in un’aula di Università o luogo di lezione scelto, istanza pubblica o altro abbia la cortesia di farlo invitando i soggetti di cui parla.

Nella mia analisi del polo culturale ex Fienile presento ai miei studenti del modulo B UN TESTO CHE LEI CONOSCE DAL GIORNO 12 LUGLIO 2019, GIORNO IN CUI IL LABORATORIO DI PRATICHE ETNOGRAFICHE DI TOR VERGATA LE INVIÒ QUESTA EMAIL:
Da: Lape Del Fienile <lapedelfienile@gmail.com>
Date: ven 12 lug 2019 alle ore 19:04
Subject: articolo sul fienile
To: Elena Bachiddu <elena.bachiddu@uniroma2.it>, associazione 21 luglio <presidente@21luglio.org>, <francescostasolla93@gmail.com>, Nexus <nexusmoves@gmail.com>, Gindroteatro <info@gindroteatro.com>, Collettivo Errezero <collettivoerrezero@gmail.com>, Mario CHE TBM <mario.elche@libero.it>, cubo libro <infocubolibro@gmail.com>

Care e cari, 

ecco il testo che il LaPE ha scritto sul Fienile.
Accoglieremo volentieri i vostri commenti.

Buona lettura, 

i membri del LaPE

--

LaPE - Laboratorio di Pratiche Etnografiche
Polo ex Fienile
Largo Ferruccio Mengaroni, 11  - 00133 Roma (RM)
cell 333 9812520 - 3896242246

Il testo in questione è stato discusso per settimane dai membri del LaPE, ed era stato anticipato nella stesura in moltissime occasioni, anche in occasione delle riunioni dell’ATS del Fienile aperte a tutti, quelle riunioni che più di ogni altro Lei, signor El Che, aveva osteggiato perché “tanto ai ragazzi ste cose non interessano”. Avevamo detto a più riprese che il LaPE stava lavorando proprio a un testo volto ad analizzare la situazione al fienile e quindi era stato per noi imprescindibile che il testo venisse fatto circolare prima di tutto tra le persone di cui parlava. Il file allegato, a scanso di equivoci, è questo qui, Il Centro e la Rete, il modello che il LaPE ha elaborato dopo aver parlato e discusso con TUTTI i soggetti coinvolti (e molti altri di cui non si parla, per esempio i rappresentanti delle istituzioni e i decisori politici) e aver animatamente discusso al suo interno. Tra i soggetti destinatari, solo l’Associazione 21 Luglio ha risposto a quella mail, facendo un rilievo di cui il LaPE ha doverosamente tenuto conto nella seconda versione, quella che abbiamo consegnato a Carlo Cellamare, professore di Urbanistica a Sapienza, sua lunga conoscenza, che inserirà il nostro articolo in un volume su Torbellamonaca in cui, vengo a sapere proprio dal prof. Cellamare, c’è anche un contributo di El Chentro (o forse di un suo leader) di cui invece NOI del LaPE nulla sappiamo. Mettiamo allora le cose come stanno: noi abbiamo informato tutti delle nostre analisi, le abbiamo fatte circolare prima di consegnare la versione per la pubblicazione, abbiamo sollecitato una discussione tra i soggetti e siamo stati pronti ad accogliere rilievi. Chi oggi si lamenta, invece, ha scritto un testo inviandolo per essere pubblicato nella stessa raccolta di saggi, ma non ci ha fatto sapere nulla di quel che ha scritto. Se si tratta di “confrontarsi con contesti e soggetti di cui sta parlando” mi sa che si deve fare un bell’esamino di coscienza e pensare alle travi nel proprio occhio, piuttosto.

>Se questo non lo si fa è scorretto, ma sa la cosa a noi fa poco male perchè come realtà ne abbiamo ascoltate tante su di noi e sul nostro operato nel quartiere e nel sociale, al contrario, ci duole per i ragazzi del Collettivo Errezero che lei cita, dal suo dire sembra che siano “sciocchini” manovrati dal “CHE”ntro Sociale. Lei parla, a tal proposito, senza conoscere la storia di Errezero e “leggendo” a suo modo tutto ciò avvenuto all’Ex Fienile, se le sta tanto a cuore parlarne può invitare i ragazzi del collettivo all’universita e far dire a loro cosa sono e la loro ragione del contesto e dell’accaduto nelle dinamiche dell’Ex Fienile.

Questa poi, è scritta nel tipico gossippese da centro sociale de scoppiatoni, mi scusi la franchezza. Allora, vediamo come stanno le cose: intanto chi le dà l’autorizzazione di parlare in difesa del Collettivo, come se fossero dei minus habens non in grado di difendersi? Forse ha dimenticato che da oltre un anno e fin quando sono stati presenti al Fienile i membri del Collettivo Errezero hanno potuto partecipare alle riunioni di gestione solo su mia insistenza e contro il Suo parere, che avrebbe preferito proseguire con l’andazzo “decidiamo noi quattro maschi di mezza età”? E, di grazia, dove legge nel testo (che ho discusso come professore universitario con i miei studenti, non stavo al bar) che io avrei trattato quei membri da “sciocchini”? Ho fatto, semmai, proprio l’opposto, e sono stato piuttosto duro con l’Associazione 21 Luglio e con Tor Vergata per aver (volutamente o meno) messo in atto delle pratiche di “annessione” del Collettivo alle loro istanze istituzionali, e di aver faticato a comprendere le fragilità identitarie di un gruppo che non può che faticare a costituirsi e integrarsi in un tessuto sociale slabbrato come quello romano? Se c’è qualcuno che esce bene dal testo del LaPE che ho discusso, che Lei ha letto mesi fa (perché l’ha letto, vero?), questo è solo il Collettivo Errezero, l’unico che non sembra animato da questioni di bassa cucina della politica “del territorio” della periferia romana. La 21 Luglio, Tor Vergata e ancor più Lei, signor Er Chentro, hanno sempre combattuto per ragioni di Potere o, meglio, di “poterino”, ognuno con le proprie legittime aspirazioni ad essere visibile e a conquistare fette di controllo territoriale. Il Collettivo ha sempre e solo avuto l’intenzione di definirsi come realtà viva, con tutta l’ingenuità e il donchisciottismo dei vent’anni, e semmai noi vecchi volponi di pelo bianco e dura cervice non li abbiamo lasciati in pace, pretendo di tirarli di qui o di lì. Una cosa, certo, posso dire che non mi è piaciuta del Collettivo, vale a dire di essere caduti nella trappola del pregiudizio con cui hanno respinto la 21 Luglio e i suoi membri (dato che la 21 Luglio, diversamente da altre associazioni, non coincide interamente con il suo Presidente e ha un sacco di personale vitale, generoso, intelligente e sensibile). È su questo punto che vale la pena di essere franchi: Lei, carissimo Ercè, ha fatto di tutto per fare terra bruciata attorno alla 21 Luglio, non l’ha mai digerita, non ha mai sopportato il suo arrivo dall’“esterno” e il suo essere finanziata “da Soros e dal Vaticano” e ha sobillato chiunque ha potuto, soffiando veleno e pompando rancore. Ma questo lo spieghiamo con molta più lucidità nel testo, che tutti hanno letto da mesi.

>Per quel che riguarda El “CHE”ntro Sociale Torbellamonaca diciamo a lei, come sempre abbiamo fatto con tutti, che non ci sottraiamo a nessun confronto ma deve essere pubblico, al contrario ( come alcune realtà ultimamente hanno fatto) ci attaccano sui social o giornali amici ma poi su nostra richiesta di confronto pubblico si tirano indietro, e, ultimamente è il loro sport preferito.

Prima di ribadire il punto, faccio notare il massimo della fallacia argomentativa (che ho registrato moltissime altre volte nella Sua retorica, in pubblico e in privato) e che posso sintetizzare con un rapido: Ma de che stai a parla’? Cioè, qui pare che Vereni si sia inventato un’analisi bislacca senza consultare i diretti interessati di cui parla. Abbiamo già spiegato che, semplicemente, non è vero che la nostra analisi sia fatta nelle segrete ombre del potere, e si è prodotta pubblicamente, parlando sempre e ampiamente con i soggetti di cui parla, e rendendo pubbliche proprio a quei soggetti le proprie conclusioni analitiche. Ma la cosa curiosa è che, dalla sua ricostruzione, Mastro Che, non si ha la minima idea di COSA non andrebbe bene in quella analisi che viene contestata. Se ha letto il testo, perché non ne riporta qualche passo argomentando la sua critica? Se ha ascoltato la lezione, perché non ne riporta in trascrizione qualche frase spiegando cosa avrei detto di così contestabile e spiegando soprattutto in che cosa è contestabile? Farsi venire il nervoso non è il modo migliore per dimostrare che l’interlocutore ha torto, ed è semmai un segno di mancanza di argomenti (e quindi che l’interlocutore ha ragione…)

>Professore lei nelle sue lezioni, nei suoi interventi, negli eventi pubblici, può dire ciò che più gli garba, ma quando parla di contesti di cui sopra e fa riferimento a noi, corretteza impone una nostra presenza, altrimenti, a nostro modo di vedere non ne fa una bella figura.

Le ricordo che le lezioni universitarie sono pubbliche, e che il dibattito è stato esplicitamente da noi del LaPE sollecitato, in questa come in mille altre occasioni. Visto che però questo sembra un punto d’onore, La invito pubblicamente (e ne approfitto per estendere l’invito al Collettivo Errezero, se effettivamente l’analisi del LaPE non è da loro condivisa) a venire a una qualunque delle mie prossime lezioni del modulo B. Il calendario è sul mio blog, scegliete l’ora che volete, a patto però che, come faccio con le mie lezioni, tutto venga registrato e reso pubblico subito dopo la lezione. Vi anticipo inoltre che oltre agli mp3 quest’anno sto anche registrando i video integrali delle lezioni e quindi vi chiederò la liberatoria per pubblicare sul mio canale YouTube tutto il nostro incontro. A queste condizioni, per quel che mi riguarda potete venire ogni lezione, fino alla fine del semestre. Non parlerò certo solo del fienile (stiamo parlando di carcere, e a tratti la discussione si fa intensa con gli studenti, come finalmente piace a me, visto che siamo un numero ragionevole e possiamo discutere come fosse un seminario, non la bolgia del modulo A dove, visti i numeri, i ragazzi sono costantemente messi a tacere), ma sarà per me un piacere confrontarmi a bocce ferme con i miei interlocutori sul territorio. L’ho fatto in Macedonia, l’ho fatto in Irlanda, l’ho fatto a Rebibbia e l’ho fatto con i rappresentanti del Movimento per il diritto all’abitare, cioè con tutti i miei campi di ricerca. L’ho fatto di meno solo con i padri bangladesi, per mia carenza di tempo e per oggettive difficoltà di restituzione della mia analisi vista la sostanziosa barriera linguistica. Ma con voi mi sa che mastichiamo tutti un italiano decente e quindi non vedo perché non si possa serenamente e seriamente confrontarci. Senza che diventi un comizio a senso unico, né mio, né vostro, ma un confronto preciso su fatti, cose, e persone.

Concludendo, quando parlate dell’ Ex Fienile non fate la narrazione che più è in linea con quello che avete in testa o in linea con le progettualità da voi fatte, perchè li (parte parenti e amici) ci sono anche altri soggetti sia nell’ATS che nelle attività del fienile, correttezza impone di ascoltare anche loro, poi la gente di Torbellamonaca conosce molto bene l’Ex Fienile e la sua storia, a tutt’oggi, e a loro non dovete spiegare nulla.

Carissimo Chentro, qui la risposta mi viene facile, più facile se la spezzo in due: 1. I soggetti dell’ATS (tra cui, ricordo Lei non c’è mai stato per le ragioni note a tutti e che certo non dipendono dalla sua mancanza di volontà di esserci, anzi, ma da contingenze burocratiche che abbiamo fatto di tutto per soprassedere fin quando non è stato Lei, signor Che, a interrompere le sue attività al Fienile a parte la cura dei gatti) sono sempre stati coinvolti, informati, aggiornati. Nessuno, ma proprio nessuno, può dire al Fienile, a largo Mengaroni o financo a Torbellamonaca che il LaPE o Piero Vereni si è messo a fare analisi (mi permetta, su questo punto, di contestare il tic linguistico cui Lei tende a cadere, quello di parlare di “narrazioni” come un Matteo Renzi qualunque) senza sapere di quel che parlava: parlo a ragion veduta, anche contro il mio interesse, se l’obiettivo è aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei fenomeni sociali di cui mi occupo. 2. Le consiglio di evitare di parlare così facilmente della “gente di Torbellamonaca” come se Lei ne fosse il naturale interprete. Come tutti, Lei non può che parlare a Suo nome, e i Suoi numeri, signor Chentro Sociale li conosciamo tutti, almeno quanto Lei pensa che la gente conosca la storia del Fienile. E non sono proprio numeri che Le consentano di parlare a nome “della gente”, nemmanco di quella di largo Mengaroni, figuriamoci di Torbellamonaca. Le anticipo a questo riguardo che, questa volta a titolo personale, ma ancora una volta con il sostegno del mio Laboratorio, a dicembre parlerò ancora pubblicamente (al convegno nazionale dell’Associazione di Antropologia Applicata, a Ferrara) del Fienile e della concezione del Tempo imbricata nella ricostruzione storica del suo divenire secondo chi era presente in quegli anni stupendi (io non c’ero, Lei sì) in cui faceste la battaglia per sottrarre il Fienile alle mire di don Gelmini. Sarà mia cura farle avere per tempo il testo che discuterò a Ferrara, e sarebbe molto bello parlarne ancora pubblicamente, magari di nuovo in una mia lezione a Tor Vergata.

Spero quindi che le nostre posizioni siano chiare: lei faccia tutto il lavoro sociale che può, continuerò a seguirLa e apprezzarLa quando la vedrò attiva sul territorio, mentre continuerò a mettere in luce con la mia analisi socio-culturale tutte le sue incongruenze, le sue contraddizioni e soprattutto la sua terribile gelosia territoriale. Lei, come dice spesso, lo fa per passione senza alcun tornaconto economico, io invece lo devo fare perché mi danno uno stipendio. E penso di meritarmelo tutto, quello stipendio, quindi non posso accettare in alcun modo rilievi men che puntuali alla “correttezza” del mio lavoro. Se ha delle rimostranze su come faccio il mio mestiere di antropologo sia sempre circostanziato, sennò mi salta la mosca al naso, visto che faccio della correttezza e della precisione le vere armi della mia battaglia come docente, come ricercatore e come cittadino.

Con immutata amicizia e rinnovata franchezza,

Piero Vereni e il Laboratorio di Pratiche Etnografiche