La lezione si apre con un
richiamo ai tre assi fondativi della disciplina: la dimensione ermeneutica
di Clifford Geertz, la metodologia empirica di Jean-Pierre
Olivier de Sardan e il ripensamento della ricerca sul campo proposto
da Appadurai. Quest’ultimo mette in crisi l’idea classica di campo
etnografico come spazio chiuso e stabile, introducendo la nozione di deterritorializzazione:
oggi, fare etnografia significa osservare flussi – di persone, idee, immagini –
che attraversano i luoghi, piuttosto che studiare i luoghi in sé.
La trasformazione
dell’immaginazione
Appadurai insiste sul fatto che
l’immaginazione non è più un lusso o una fuga, ma una pratica sociale
centrale nella costruzione della realtà. La rivoluzione elettronica e
poi digitale ha modificato profondamente il rapporto tra produzione e consumo
culturale, disaccoppiando il tempo dell’azione dal tempo della fruizione. Il
passato diventa un archivio sincronico, un deposito accessibile e
rimaneggiabile. L’immaginario non è dunque solo il frutto di una cultura alta,
ma qualcosa che agisce nelle pratiche quotidiane.
Contro l’idea di
americanizzazione
Appadurai rifiuta l’equazione
globalizzazione = americanizzazione, argomentando che i prodotti
culturali globali vengono reinterpretati localmente in modi imprevisti.
L’esempio delle soap opera occidentali fruite nel Golfo Persico (in cui
personaggi “negativi” come Sue Ellen vengono letti come figure di emancipazione
femminile) mostra che la ricezione culturale è sempre attiva, non
passiva. Le culture non vengono omogeneizzate, ma reinterpretate attraverso
processi locali di senso.
L’eterogeneità generata dalla
globalizzazione
In contrapposizione alla
visione di un mondo sempre più omogeneo, Appadurai introduce l’idea di eterogeneizzazione.
Un esempio concreto è il caso dei bangladesi italiani a Londra, che,
dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana, si sono trasferiti nel Regno
Unito. Qui, la loro identità risulta ibrida, distinta sia da quella dei
bangladesi inglesi di vecchia data sia da quella dei bangladesi appena
arrivati. Si tratta di nuove soggettività culturali prodotte dalla
coesistenza e dall’interazione di diversità precedenti.
Il bricolage identitario
Nel mondo contemporaneo,
l’identità culturale si configura come un bricolage, un “fai da te”
simbolico costruito con i materiali a disposizione. Nessuno ha accesso completo
a tutte le culture del mondo, ma ciascuno combina frammenti selezionati in base
alla propria esperienza. Questo bricolage è reso possibile dalle tecnologie di
comunicazione e rappresentazione, che moltiplicano le fonti di senso
disponibili.
La nostalgia da tavolino
Un concetto centrale è la “armchair
nostalgia” (tradotta come “nostalgia da tavolino”): si tratta della nostalgia
per un passato mai vissuto, costruita attraverso media, pubblicità e
consumo culturale. È una potente leva dell’immaginario contemporaneo,
utilizzata anche dai grandi attori commerciali e politici. Il passato viene
messo in scena, ricostruito, reinventato – come mostrano fenomeni di remake,
retro-culture e persino le narrazioni identitarie delle diaspore.
Gli orami di Appadurai
Appadurai propone un modello
analitico fondato su cinque -scapes, tradotti come orami:
- Etnorama
(ethnoscape): i flussi di persone e gruppi etnici.
- Tecnorama
(technoscape): i flussi di tecnologie.
- Finanziorama (financescape): i flussi finanziari.
- Mediorama
(mediascape): le immagini e le narrazioni mediali.
- Ideorama
(ideoscape): i flussi di idee e ideologie.
Ciascun orama
rappresenta un punto di vista dinamico, una prospettiva mobile
sui fenomeni culturali globali. Questo approccio consente di superare la
visione statica e compartimentata della realtà sociale.
La disgiunzione dei livelli
Appadurai critica il modello
materialista classico secondo cui la struttura economica determina quella
politica, che a sua volta determina la sovrastruttura ideologica. In realtà,
mostra come le idee e l’immaginario possano anticipare e determinare
mutamenti politici ed economici. Un esempio emblematico è l’Albania
post-comunista, dove l’arrivo di programmi televisivi occidentali (come Baywatch)
ha avuto un impatto culturale e sociale tale da scardinare l’ideologia
dominante e incentivare la migrazione.
Tecnologia e rappresentazione
Un potente esempio della
portata trasformativa delle tecnologie di rappresentazione è dato dalle ecografie
3D, che rendono visibile il volto di un feto prima della nascita,
modificando radicalmente il rapporto tra genitori e nascituro. La visibilità
precoce attiva legami affettivi e ha implicazioni etiche e politiche
profonde, ad esempio nel dibattito sull’aborto. Le tecnologie plasmano il
nostro immaginario anche nell’intimità, e non solo nelle sfere pubbliche o
mediatiche.
La circolazione globale
dell’immaginario
Il caso dei macedoni della
diaspora (in Canada e Australia) che inviano videocassette con danze
tradizionali di fatto vietate in Grecia è emblematico della logica dei mediorami:
l’immaginario può viaggiare e riattivare memorie e identità rimosse
anche a grande distanza. Questo mostra come i flussi globali di immagini e idee
incidano direttamente sulle dinamiche locali.
Il ruolo degli ideorami nella
politica contemporanea
Gli ideorami non sono mai
neutri: sono influenzati dai finanziamenti, dai media, dalle diaspore
intellettuali. Le mobilitazioni studentesche nei campus americani o le
dinamiche nei quartieri londinesi lo dimostrano: l’accesso a certi contenuti e
la loro diffusione globale modificano i termini del dibattito politico.
L’ideologia, in questo senso, non è più epifenomeno dell’economia, ma agente
attivo di trasformazione.
Conclusione: l’immaginazione
come forza trasformativa
La lezione si chiude ribadendo
l’urgenza di abbandonare le vecchie griglie teoriche e adottare un modello più
flessibile, reticolare, fluido della realtà culturale. L’immaginazione è
una pratica sociale concreta, che trasforma i modi di vivere, pensare,
comunicare e persino amare. Studiare la cultura oggi significa seguire i
flussi, osservare i punti di incrocio, interpretare gli usi locali del
globale.
SCALLETTA DI RIPASSO – Lezione 13: Appadurai e l’immaginazione come pratica sociale
1. Tre assi dell’antropologia contemporanea
- Geertz:
ermeneutica e interpretazione dell’etnografia
- Olivier de Sardan: tecniche di campo e metodologia empirica
- Appadurai:
crisi della territorialità e nuove condizioni del campo
2. Deterritorializzazione e
fine del campo classico
- Addio al modello "esotico" (elmetto,
chinino, nativi)
- Il campo è attraversato da flussi (di persone,
oggetti, idee)
- Studio del movimento, non della staticità
3. L’immaginazione come pratica sociale
- Non più evasione o fantasia, ma opera culturale
concreta
- Agisce nella costruzione della soggettività e
dell’identità
- Interazione continua tra individui e campi globali
4. Critica all’americanizzazione
- La globalizzazione non è omogeneizzazione
culturale
- I contenuti globali vengono reinterpretati
localmente (es. Dallas, Queen, Baywatch)
- Contro la visione di imperialismo culturale
passivo
5. L’eterogeneizzazione
- Non solo coesistenza di diversità, ma produzione
di nuove differenze
- Caso studio: bangladesi italiani a Londra
- Identità diasporiche plurime → conflitti, bricolage
culturale
6. Il concetto di bricolage identitario
- Accesso
selettivo a frammenti culturali
- Combinazione
creativa e personale
- Nessuna cultura è interamente disponibile a chiunque
7. Nostalgia da tavolino
(armchair nostalgia)
- Nostalgia per un passato mai vissuto
- Strumento usato da pubblicità, politica, cultura di
massa
- Esempi: estetica anni ’50, remake, cosplay, Baywatch
in Albania
8. I cinque -scapes di
Appadurai (tradotti in -orami)
- Etnorama:
flussi di persone, migrazioni, diaspore
- Tecnorama:
flussi tecnologici e loro impatto culturale
- Finanziorama: flussi finanziari e potere economico
- Mediorama:
flussi di immagini e rappresentazioni
- Ideorama:
flussi di idee, ideologie, movimenti politici
9. La disgiunzione delle
sequenze causali classiche
- Critica al modello materialista: economia → politica
→ ideologia
- Esempio: Albania post-Hoxha e impatto dei media
- L’immaginario può precedere e trasformare l’economia
e la politica
10. Cultura e rappresentazione: conseguenze profonde
- Le tecnologie cambiano il mondo rappresentato
(es. ecografia 3D)
- Impatti etici, affettivi e politici (es. lutto
perinatale, pro-life)
- La cultura come rete di simboli e flussi interconnessi