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domenica 18 maggio 2025

Razzista… anche no!

 [Visto che dice spesso delle cose interessanti, le ultime anche su papa Leone, questo post è una specie di introduzione ad altri in cui riprenderò le sue cose]

Thomas Sowell è uno degli intellettuali più lucidi e controversi del panorama conservatore americano contemporaneo. Nato nel 1930 a Gastonia, North Carolina, e cresciuto ad Harlem in un contesto di povertà, ha costruito una carriera accademica e pubblicistica di straordinaria influenza, diventando un riferimento per il pensiero liberale classico e libertario. Oggi è emerito presso la Hoover Institution della Stanford University. Economista di formazione, con studi a Harvard, Columbia e un dottorato conseguito all’Università di Chicago sotto la guida di George Stigler, Sowell ha insegnato in numerose università americane e ha pubblicato oltre 40 libri su economia, politica, razza e cultura. Tra le sue opere più note: Basic Economics, A Conflict of Visions, The Vision of the Anointed, Intellectuals and Society e Black Rednecks and White Liberals

Proprio quest’ultimo libro lo ha reso particolarmente scomodo per il progressismo radicale: in esso, Sowell sostiene che molti tratti disfunzionali attribuiti alla “cultura ghetto” afroamericana derivino in realtà dalla “redneck culture” degli immigrati scozzesi e irlandesi del Sud degli Stati Uniti. Una tesi che, se formulata da un autore bianco, sarebbe probabilmente bollata come razzista, ma che nel suo caso mette in crisi le categorie ideologiche del pensiero woke.

Sowell è un critico implacabile delle élite intellettuali progressiste, che definisce “gli Unti” (the Anointed), accusandole di imporre visioni ideologiche scollegate dalla realtà empirica e di promuovere politiche paternalistiche che danneggiano proprio le minoranze che dichiarano di voler aiutare. La sua critica alle quote etniche, al multiculturalismo e al vittimismo razziale lo ha reso una voce isolata ma rispettata, difficile da ridurre al silenzio proprio per la sua identità afroamericana.

La sua traiettoria personale — da giovane marxista a convinto sostenitore del libero mercato — e la sua capacità di smontare con dati e logica le narrazioni dominanti, fanno di Thomas Sowell una figura intellettuale dirompente, spesso ignorata o evitata dai media mainstream, ma centrale nel dibattito conservatore e libertario.