Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
2011/12: INFORMAZIONI PER CHI AVEVA 12 CFU E TUTTI GLI MP3 DELLE LEZIONI
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lunedì 20 novembre 2006
Aumenti FFSS
Prendo treni a lunga percorrenza tutte le settimane. Al lunedì mattina da Roma a Paola (poi cambio per Castiglione Cosentino, la fermata più vicina ad Arcavacata, dove c’è l’Università della Calabria), al mercoledì o giovedì da Paola a Roma. All’andata viaggio sempre in eurostar. Su questa linea già circolava il pendolino di seconda generazione, ma da un paio di settimane ci hanno dato il primissimo, quello che ormai si usa solo sulla linea Tok (a 9 o 19 euro) sulla tratta Roma-Milano. Visto che vivo a Roma ma ho una ramo consistente della famiglia a Mestre (dove sono nato e cresciuto) e lavoro in Calabria dopo aver lavorato tre anni a Firenze sempre come pendolare (e due a Napoli per non farmi mancare nulla), e visto che non ho l’automobile, credo di essere un discreto conoscitore delle Ferrovie Italiane. Quando si parte da Roma, andare verso Nord o verso Sud fa tutta la differenza: se andate a Nord avrete treni mediamente confortevoli, bagni puliti e ritardi minimi (di cui il capotreno vi terrà comunque aggiornati, scusandosi del disagio), e sarete avvisati dell’approssimarsi della prossima stazione con adeguato anticipo. Se invece andate verso Sud fino a Napoli vi può anche andare bene, ma poi siete nelle mani di Dio. Il ritardo “normale” dell’eurostar delle 6.45 da Roma e di venti minuti all’altezza di Paola (mai annunciati), arriverete alla vostra fermata senza che nessuno vi abbia avvisato, i treni sono residuati bellici scomodi anche per un tappetto come me, i cessi spesso sono o direttamente chiusi a chiave anche per tre carrozze di fila oppure emanano un fetore che appesta le carrozze adiacenti. Ma qui non facciamo geremiadi. Facciamo politica. Se partono gli annunciati aumenti di prezzo, chiedo sodali per praticare autoriduzioni. Il metodo è semplice: poniamo che aumentino il biglietto del 10 per cento. Bene, non è proprio giusto pagarlo per un servizio assolutamente indecente. Quindi sulla linea Roma-Reggio Calabria (e oltre) non dovrebbe essere applicato e basta. Se lo fanno, io pagherò dieci corse regolarmente, e poi salirò a bordo l’undicesima volta esibendo i dieci biglietti precedenti e pretendendo sul verbale che venga segnalato che NON HO INTENZIONE di pagare l’aumento se non verrà adeguato il servizio. Qualcuno se la sente di fare gruppo?