Allora, commento solo quel che ho visto. Sono contento che il saccente Babel sia stato trombato. A me quell’aria da “guardate che film strafigo sto facendo” mi aveva proprio dato ai nervi. Dopo Crash qualunque tentativo di parlare di conflittualità etnica deve mirare ben più in alto, in termini di compattezza narrativa e spessore dei personaggi.
Sono dubbioso sui due Oscar vinti da Little miss Sunshine (miglior attore non protagonista allo strepitoso Alan Arkin, amorevolissimo nonno fattone e miglior sceneggiatura originale a Michael Arndt). Proprio perché a me il film è piaciuto tantissimo (ne avevo già scritto a suo tempo) e ha già fatto man bassa agli Spirit Awards, versione alternativa dei patinati Oscar, il premio mi puzza di voglia di inclusione: proprio l’America ferocemente criticata nel film decide di premiare il suo castigator di costumi per tentare di ammansirlo blandedolo. Speriamo che i due registi (Jonathan Dayton e Valerie Faris, marito e moglie, che bello) tengano duro.