Ora, io faccio il possibile per capire che aria tira e non sentirmi del tutto spaesato di fronte al recente turbinio del Web2.0 e del social networking. Giuro, faccio tutto quello che posso. Ma poi mi tocca leggere questo:
Enrico Beltramini è uno che apre scenari. Ha spiegato come YouTube sia ormai roba vecchia.
E allora mi chiedo se non si tratti dell'ennesimo gioco a chi è più edgy, non per cercare di capire il mondo, ma per trovare l'ennesima forma di distinzione, non basata sul gusto, ma sulla quota di conoscenza disponibile.
Con l'appiattimento delle differenze di censo (capitale economico) e con la crescita del titolo medio di studio (capitale culturale), mi pare che una delle forme dominanti della distinzione sociale sia diventata la capacità di porsi (attenti, ho scritto "di porsi", non "di essere") esattamente al limite di quel che si conosce, di essere insomma in testa alla corsa.
A questo punto, la sparo anch'io per entrare nel club. Il modello delle KMT (per voi poveracci, che non lo sapete: Knowledge Management Technologies) è vecchiume ottocentesco, che pretende di imbrigliare in forme di "oggetti" quelle che non sono altro che reti di relazioni. Tiè. Beccati sto "scenario aperto".