Matteo Bordone (l'ho scoperto tramite Luca Sofri) tira un bel pippone a Repubblica. Sostanzialmente, dice, fate un giornale di merda, vi occupate solo di politica interna sparando un sacco si balle su cosa si son detti Tizio e Caio alla riunione segreta, troppe tette, nessuna capacità di capire la cultura attuale (internet, televisione) e un monte di stronzate spacciate per notizie. La versione online è ancora peggio.
Segue una lunga lista di post di questo tenore: "Sottoscrivo in pieno".
Che dire? Sottoscrivo pure io, ma ho smesso di leggere Repubblica nel 1992, quando iniziarono la storia dei gadget (era il corso d'inglese, allora) e quando iniziarono a mettere lady Diana tra le notizie di prima pagina (ok, ero giovane e ingenuo, lady D. in prima pagina mi sembrava veramente troppo, allora). E da allora mi fa ribrezzo solo tenerne una copia in mano, quando Vale mi chiede di comprargliela. E mi viene anche da dire all'edicolante: "Guardi che non è per me!". Sì, ci scrive ogni tanto Adriano Sofri, ma se ho smesso di leggere il Foglio, dove ci scrive ogni giorno, posso bene cercarmi i suoi pezzi online.
Allora la mia domanda è di quelle ingenue: se fa cagare come dite (e non ho dubbi in proposito) perché continuate a comprarla? E se il sito è un cesso di tette e refusi e allarmi contro la pedofilia e i mostri di internet, che cavolo ce l'avete tra i bookmarks?
Ho la forte impressione che sia un effetto qwerty. Oggi usiamo la tastiera con quella strana disposizione di tasti perché all'epoca delle macchina da scrivere bisognava trovare un sistema che evitasse che le levette comandate dai tasti si "ingarbugliassero", e la disposizione qwerty si era rivelata la più adatta. Questo accorgimento tecnico non ha più ragione d'essere da quarant'anni (da quando hanno inventato le macchine elettriche con le testine e poi con le tastiere dei pc) ma dato che a scrivere a macchina si imparava e si insegnava con la tastiera qwerty, nessuno si è mai preso la briga di fare lo sforzo di imparare con un altro tipo di tastiera.
Sì, non rompetemi che forse le cose non sono andate esattamente così per la tastiera qwerty e forse la versione vera è un'altra, è il concetto che conta: facciamo un sacco di cose perché una volta andavano bene, e continuiamo a farle anche quando non hanno più senso.
Quando uscì Repubblica io stavo in terza media e ricordo la faccia soddisfatta di Vittorio Marchiori (un ragazzo in gamba della seconda liceo, che io vedevo come un role model) che in autobus parlava con un amico di questo nuovo giornale, come era nuovo e come parlava di politica in modo che nessuno faceva prima.
Tutto vero. Repubblica è stata un apripista dell'informazione in Italia, non fosse altro che per il formato tabloid, che hanno imposto loro. Ma da quanti anni è diventata il covo del peggior conservatorismo "se sinistra"? A me pare da molto tempo il giornale più squallido che si possa immaginare: pieno di bieco rancore spacciato da progressismo, inutile per informarsi e patetico nella sua pretesa di costituire un movimento di opinione. Repubblica è il luogo del lamento politically correct, è italiota nel modo più subdolo (Libero almeno non fa finta di essere intelligente) e imbarazzante dalla prima all'ultima pagina. Ho appena riletto per un articolo che sto scrivendo i corsivi di Repubblica dedicati alla crisi albanese del 1997 (quella delle piramidi finanziarie) ed è raccapricciante leggere così tante cattiverie e giudizi razzisti su un giornale che pretende di essere il portavoce della parte illuminata del paese.
Se anche a voi appare così, perché diavolo continuate a comprarla? Avete provato il Corriere? O il Sole 24ore, l'unico che faccia inserti degni di questo nome? Anche la Stampa o il Messaggero sono meglio. Pensateci, cambiare non è così drammatico. Smettetela di fare come quelli che parlano male della televisione e poi la guardano sei ore al giorno. L'unico modo per migliorare Repubblica è farle capire che fa schifo così com'è, e questo lo capisce solo se smettete di comprarla.