Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
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martedì 3 luglio 2007
Mensione speciale
Ora, non farò esattamente come Luigi Secco, il mio professore di matematica del liceo, che quando un compito andava male commentava: "Se non volete studiare avete due alternative: andate a fare i contadini o andate a fare i giornalisti", ma certo fa impressione leggere per due volte (di cui una nel titolo) "mensione" invece di "menzione". In un sito che pubblicizza il suo "stage di giornalismo".
Tipico ipercorrettismo da accento centromeridionale, si dirà, per cui va a finire che la parola sembra scritta da un veneto, ciò, ghe vol paSienSa. Ma possibile che uno che stila un'agenzia su un premio letterario (per quanto oscuro) non abbia mai letto nessuna recensione precedente, dove di parla di "menzione speciale"?
Chi lo sa, forZe qualche recenZione l'ha pure letta, ma il suo cervello non ne fa menSione, tanto meno speciale.
Promemoria ortografico: menzione, s.f., voce dotta, dal latino mentione (m), da meminisse, ricordasi. Appunto, ricordarsi.