Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
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venerdì 17 luglio 2009
Il primo sogno (poesia di Billy Collins)
Naturalmente le cose non sono affatto andate così, temo, ma il poeta sa raccontarci bugie che abbiamo voglia di ascoltare. L’immagine finale lascia una crepa sul cuore.
The First Dream
The Wind is ghosting around the house tonight
and as I lean against the door of sleep
I begin to think about the first person to dream,
how quiet he must have seemed the next morning
as the others stood around the fire
draped in the skins of animals
talking to each other only in vowels,
for this was long before the invention of consonants.
He might have gone off by himself to sit
on a rock and look into the mist of a lake
as he tried to tell himself what had happened,
how he had gone somewhere without going,
how he had put his arms around the neck
of a beast that the others could touch
only after they had killed it with stones,
how he felt its breath on his bare neck.
Then again, the first dream could have come
to a woman, though she would behave,
I suppose, much the same way,
moving off by herself to be alone near water,
except that the curve of her young shoulders
and the tilt of her downcast head
would make her appear to be terribly alone,
and if you were there to notice this,
you might have gone down as the first person
to ever fall in love with the sadness of another.
Il primo sogno
Il vento girovaga attorno alla casa stanotte
e mentre mi appoggio alla soglia del sonno
inizio a pensare alla prima persona che mai abbia sognato,
come dev’essere sembrata tranquilla, il mattino dopo
mentre gli altri se ne stavano attorno al fuoco
con addosso pelli di animali
parlando tra di loro solo con le vocali,
perché questo certo accadde molto prima dell’invenzione delle consonanti.
L’uomo, forse, se ne è andato da solo per sedersi
su una pietra a guardare la foschia di un lago
mentre cercava di spiegarsi cos’era successo,
come era andato da qualche parte senza andarci,
come aveva steso le braccia attorno al collo
di una belva che gli altri potevano toccare
solo dopo averla uccisa con le pietre,
come aveva sentito il suo respiro sul suo collo nudo.
D’altro canto, il primo sogno potrebbe averlo fatto
una donna, anche se si sarebbe comportata,
immagino, più o meno allo stesso modo,
allontanandosi per stare da sola vicino all’acqua,
tranne che la curva delle sue giovani spalle
e l’oscillare del suo capo chino
l’avrebbero fatta apparire terribilmente sola,
e se tu fossi stato lì, a vedere la scena,
avresti forse finito per essere la prima persona
che si sia mai innamorata della tristezza di un’altra.