E' un concetto a cui non pensiamo mai in questi termini, di diminuizione, per noi la libertà è un blocco tutto intero, o c'è o non c'è. E invece normalmente le istituzioni statali ci pensano come termometri, graduati per il diverso livello di libertà di cui disponiamo. Per fortuna che c'è un "garante", una persona che cioè ha il compito principale di verificare che le persone le cui libertà sono "diminuite" in vario modo non soffrano di lesioni dei loro altri diritti fondamentali.
Mauro Palma è una persona colta, profonda e molto informata su questo tema, e riesce ad essere sempre molto chiaro su un punto importante che spesso dimentichiamo: la società esiste, nel senso che il reato non è una questione privata, ma riguarda tutto il corpo sociale che ne viene affetto. Parimenti, la limitazione della libertà non riguarda solo le persone direttamente colpite, ma tutto il corpo sociale che vede diminuita la sua libertà complessiva. Quando diciamo "mettiamoli in galera e buttiamo via la chiave" stiamo urlando a favore della nostra incarcerazione. Martedì 24, le ore 11:30 non sono indicatissime (ma l'ora è stata scelta per facilitare l'afflusso degli studenti) ma vi prego di fare uno sforzo. Del carcere non si parla mai abbastanza, e delle persone in libertà diminuita (compresi i migranti dei CIE) non si parla proprio mai.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.