26 12 2017. Ieri pomeriggio è iniziata la messa in onda di "Lo spazio dentro", l'audiodocumentario di Marzia Coronati messo in onda da Radio3 nello spazio di Tre soldi, alle 19.45. Ora potete ascoltare le puntate quando vi pare con la nuova app Ray Play Radio. Sono cinque puntate in cui l'autrice, con la collaborazione di detenuti e persone che lavorano nel carcere, cerca di fare il punto su cosa sia la vita dentro il carcere, illuminata nella prospettiva della spiritualità.
Ormai me ne sono reso conto da tempo, il carcere (come i campi rom) è la cartina di tornasole di una società. Il posto dove viene relegato l'Altro Assoluto diventa uno spazio tabuizzato della propria identità "normale". Nella rappresentazione del carcere si consolida l'immagine di quel che sono, in negativo, i "normali", e infatti sono veramente poche le occasioni di conoscere veramente quel che succede nella vita ordinaria del carcere. Certo, ci sono un sacco di attività "pubbliche", pare che in carcere non si faccia altro che dipingere e fare teatro... ma cosa voglia dire "farsi il carcere" ordinario, dove siano gli spazi della vita quotidiana, è un tema ben più oscuro, fatto di persone che appena le conosci ti rendi conto della cosa più sconvolgente, e cioè che sono in grandissima parte persone "normali" o "come noi normali". E' un argomento difficilissimo da trattare, perché ci repelle per definizione, visto che il carcere serve proprio, nella sua strutturazione simbolica, a produrre un'Alterità che delimita da fuori la nostra Identità Standard, e quindi il confronto deve sempre essere straniante perché l'accasamento nel carcere è la contraddizione della sua funzione fondante del normale sociale (lo so che questa l'ho detta difficile, ma mi sono anche rotto di pensare che ogni volta si debba essere "semplici". Ci sono cose difficili, che richiedono uno sforzo intellettuale per essere colte. Se non vi va, non fate lo sforzo, ma non venitemi a rompere che parlo difficile. Io parlo, semmai, di cose difficili da capire, perché costruite dentro una logica simbolica che sfugge all'analisi superficiale). Ma Marzia ci prova, e se avete un po' di fegato potete rendervene conto per contro vostro.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.