Le città sono
spazi complicati. Sono nate per facilitare quella che gli antropologi chiamano “economia umana”, vale a dire l’istituzione
di relazioni sociali attraverso la circolazione di beni e servizi (che è
praticamente l’opposto dell’economia
studiata dagli economisti standard), ma la “città contemporanea” è attanagliata da una crisi radicale, per cui quella funzione
originaria sembra andata perduta. Uno dei fenomeni più evidenti di questa crisi
della città è l’aumento della
violenza. Gli esseri umani si riunivano entro
le mura anche per essere più sicuri,
per sfuggire al caos dell’incolto (non
coltivato, non civilizzato) e all’imprevedibile del naturale sregolato. Poco alla volta, però, la città si è fatta un
luogo insicuro, dove la violenza sembra prosperare nell’indifferenza dell’anomia.
Ne parliamo venerdì
19 gennaio, dalle 15.30, nell’aula
Moscati della Macroarea di Lettere a
Roma Tor Vergata (in via Columbia, 1), assieme a Massimo
Ilardi, Andrea Priori,
Francesco Tieri,
Bachcu, David
Tozzo e a tutti quelli che vorranno esserci.
La paura non ci fa paura, ma ci preoccupa vedere che troppi cittadini e troppe cittadine hanno paura.
Soprattutto, sembra che i destinatari della violenza sempre più spesso siano
coloro che non si adeguano, per colore della pelle, per pratiche di culto, per orientamento sessuale, per stili
di vita. La diversità, che era il
segno distintivo della città, è sotto attacco proprio nello spazio urbano,
ricondotto a frammentazioni isolate
e, si vorrebbe, compatte di uniformi
uniformate. Chi non si adegua, sembra dire l’adagio urbano in voga, vada
altrove, qui ci siamo “noi”, e solo “noi” possiamo starci legittimamente. Tutti
gli Altri, giù insulti, se non giù botte.
Per combattere questa volontà politica di ghettizzazione degli spazi urbani ci
troviamo a raccontare testimonianze di diversità.
Vi aspettiamo, numerose e numerosi, con le vostre diversità da far circolare nello
spazio civile dell’Accademia, che
prova a riprendere un poco il suo ruolo di porzione attiva della città, non cittadella
a sua volta confinata.