Eccoci pronti a ripartire con il corso di Antropologia culturale nell'Università di Roma Tor Vergata per l'anno accademico 2024-25. Un breve video di saluto e di rapidissima introduzione al corso.
Fuori tempo massimo. Un blog in ritardo di Piero Vereni
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
2011/12: INFORMAZIONI PER CHI AVEVA 12 CFU E TUTTI GLI MP3 DELLE LEZIONI
martedì 1 ottobre 2024
venerdì 27 settembre 2024
Visita il Museo del giocattolo e fatti un giro per Zagarolo!
Sabato 28 settembre proseguono a San Cesareo (la mattina) e a Zagarolo (il pomeriggio) gli itinerari del Museumagrandtour, il Sistema museale territoriali dei Castelli Romani e Prenestini. E' un'iniziativa a cui partecipo come direttore del Museo del Giocattolo, per quanto riguarda Zagarolo, una realtà piccola ma significativa, nata grazie allo sforzo dell'Amministrazione e da anni tenuta viva con l'impegno straordinario del personale del Museo e del più ampio Palazzo Rospigliosi, dove il museo è ospitato da quasi vent'anni.
Ci sarà modo di vedere la bella collezione del Museo, in attesa delle novità che stiamo preparando per le festività autunnali e natalizie, e visiteremo il centro storico di Zagarolo ragionando sul senso del gioco, del giocare, e del giocattolo. Capiremo assieme come giocare sia un'attività ben più seria di quanto non potremmo pensare a prima vista, e intanto ammireremo la bellezza di questo paese a pochi chilometri da Roma, ricco di storia e di meraviglie artistiche e naturali.
L'itinerario inizia alle 16. Potreste passare la mattina a Colonna, venire a pranzo a Zagarolo (famoso per alcune specialità culinarie come il tordo matto) e poi alle 16 avvicinarvi al Museo per iniziare un pomeriggio gradevole e istruttivo. Potete prenotare (la visita al museo e al paese è completamente gratuita ma a numero chiuso) scrivendo a info@museumgrandtour.org
lunedì 26 febbraio 2024
Dal rito alla politica. E viceversa. In memoria di Massimo Rosati
MARTEDI 27 FEBBRAIO alle ore 15 - Roma Tor Vergata Macroarea di Lettere. Con LORENZO D'ORSI parliamo di riti per ricordare MASSIMO ROSATI a dieci anni dalla scomparsa.
martedì 5 dicembre 2023
0:23 / 1:00:07 Il 7 ottobre, l'attivismo e l'antropologia culturale
Con questo video rispondo criticamente, in forma di "lettera a un collega", al modo in cui l'antropologia culturale (non solo italiana, purtroppo) ha reagito al disastro morale del 7 ottobre in Israele e alla susseguente reazione dell'IDF. Dimostro che l'occidente culto e secolarizzato ha completamente travisato quel che è davvero successo il 7 ottobre, tradendo così, almeno per le scienze sociali, il suo compito di comprendere e rappresentare il punto di vista degli attori sociali coinvolti. Gli antropologi in particolare si sono dimostrati incapaci di tenere in debito conto quanto Hamas abbia imposto la dimensione teologica e generalmente religiosa al conflitto politico. Considerando il massacro del 7 ottobre un atto - esasperato ma comprensibile - di resistenza politica, che avrebbe l'intento di resistere al colonialismo israelo-occidentale e di rivendicare la sovranità politica dell'intera Palestina per gli arabi, le scienze sociali hanno rinunciato al loro compito interpretativo, sostituito con pigrizia dall'imposizione di un meccanico modello di lotta politica canonica ritagliata sul modello delle "resistenze" occidentali a varie forme di oppressione politico-economica.
Invito gli antropologi a riprendere con umiltà il loro lavoro ermeneutico, a capire le motivazioni degli oppressi e degli oppressori, delle vittime e dei carnefici, quale che sia la loro parte. Non tutti i carnefici sono israeliani e non tutte le vittime sono palestinesi, come dimostrano gli orrori del 7 ottobre. L'antropologia deve uscire dalla sua postura cinica che le impedisce di comprendere la vita vera delle persone, a Gaza come in Israele, nella striscia, e Gaza City, nei kibbutzim e nelle città israeliane. Il mondo, per tanti esseri umani esterni ai circoli progressisti e radicali euro-americani colti, è uno spazio pieno di significato ulteriore, sia la passione per il martirio in nome di un Aldilà sentito come "più vero"; sia la convinzione di una Terra Promessa che dovrebbe emergere dal rapporto con i propri correligionari; sia, anche, il sogno borghese di una vita confortevole fatta di aperitivi sul lungomare e figli da portare alla scuola di danza. Tutte queste visioni hanno il diritto di convivere e soprattutto, devono essere comprese, interpretate, raccontate. Non soffocate dall'urlo sguaiato di chi non ha capito nulla, ma pretende di aver capito tutto perché è vicino "agli oppressi" e ne porta la voce. L'antropologia deve smettere di inseguire "la giustizia" e tornare a ricercare "la verità". Non la verità oggettiva, certo, ma proprio la verità culturale, vale a dire il vissuto delle persone che raccontiamo, ci piaccia o meno quel che dobbiamo raccontare. Silenziare l'Altro in nome della Nostra Visione Politica è una cosa davvero orrenda, per l'antropologia, e dovremmo smettere una buona volta di stuprare in questo modo la bellezza della nostra tradizione di studi.
mercoledì 18 ottobre 2023
Porrajmos - Ricordiamo lo sterminio dei sinti e dei rom
Lo sterminio dei rom e dei sinti da parte del nazismo si è compiuto nella medesima ombra burocratica e banalizzante che ha prodotto l'intera Shoà.
La forma di vita sociale e culturale dei rom e sinti non ha consentito che questa tragedia immane portasse alla sedimentazione di una "identità rom" in grado di rivendicare diritti per sé, come soggetto collettivo, in contesti pubblici e istituzionali.
L'ho detto male, ma il senso dovrebbe essere chiaro: le centinaia di migliaia di rom e sinti sterminati nei campi di concentramento e, più in generale, negli orrori dell'antiziganismo istituzionalizzato, non hanno trovato un "riconoscimento collettivo" e sono rimasti nel cono d'ombra della storia, dispersi nei rivoli delle storie singole.
Con questo incontro vogliamo portare l'attenzione su questo punto e proprio per questo non temiamo di parlare di "zingari", un termine usato a lungo come marcatore del disprezzo, che ha creato un'identità solo in negativo. Vi chiediamo di partecipare numerosi, in un breve percorso che ci porterà, guidati da alcune pause di lettura, proprio a quella "piazza degli zingari" che non possiamo dimenticare.
giovedì 31 agosto 2023
Camminaria a Zagarolo, per parlare del GIOCO 16 settembre 2023
Mica me l'aspettavo che il mio impegno al Museo del giocattolo di Zagarolo diventasse così coinvolgente. Che ci vuole? pensavo, la posso prendere come un gioco questa cosa di fare il direttore di un museo dedicato al giocattolo.
Male ho fatto a pensarla così. Cioè, avevo ragione, ma avevo torto. Meglio: giocare è una cosa semplice, che ci viene facile, ma insieme è una cosa complicatissima, che affonda le sue motivazioni addirittura nella nostra "storia evolutiva".
E oggi, poi, che tutto sembra "gamificato", che tutti siamo attori a personificare noi stessi, il gioco salta fuori ad ogni passo, fino all'ossessione, tra la musica, la recita e la performance. Non dimentichiamo, in effetti, che in molte lingue i verbi giocare, suonare e recitare sono la stessa parola. Per esempio (rubo questi esempi quasi a caso da Deepl.com)
Inglese: play, play, play
Cinese: 演戏、演戏、演戏
Bulgaro: играе, играе, играе
Francese: jouer, jouer, jouer
Greco: παίζει, παίζει, παίζει
Tedesco: spielen, spielen, spielen
Indonesiano: bermain, bermain, bermain
Ucraino: граю, граю, граю
Quelli strani sembrano essere gli italofoni, per dire. Insomma, tocca parlare del gioco, e parlarne a fondo, e bene, vale a dire senza banalità e con umiltà intellettuale. Nello spirito di Kami, quindi, e ancor più delle passeggiate di Camminaria. Si tratta di mettere in fila un po' di pensieri ordinati mettendo però in fila anche i piedi e i corpi, lungo sentieri e percorsi da attraversare. L'aria stantia ci opprime, pensiamo che per pensare a fondo, come piace a noi, dobbiamo anche impegnare tutto il nostro essere, anche quella parte non trascurabile che si trova al di sotto del collo!
A Zagarolo, allora, ci si vede il 16 settembre, alle ore 17 si parte proprio in piazza Indipendenza, davanti all'ingresso di Palazzo Rospigliosi, il cuore culturale del paese, che ospita al primo piano il Museo del giocattolo. Staremo in giro per Zagarolo e la sua campagna, fino alle 19.30 circa, quando arriveremo nella sede della concomitante Oktoberfest (non so se vi rendete conto: Oktoberfest a Zagarolo. Signora mia, che tempi!) dove potremo ristorarci con un bicchiere di birra (o bibita) offerto da Kami assieme all'ormai mitico libretto di Camminaria (siamo al quinto numero).
Il biglietto per partecipare costa 10 euro, e l'acquisto si fa online a questa pagina. Vi ricordo che, diversamente da altre Camminarie, abbiamo un numero limitato di posti disponibili visto che ci muoveremo anche nei vicoli del paese, e un gruppo troppo numeroso sarebbe difficile da gestire.
Alla fine della Camminaria, chi vuole potrà fermarsi a Zagarolo, rinomata per il suo vino (ci sono delle cantine veramente eccellenti) e anche per alcuni piatti tipici (il tordo matto è il più famoso).
PS Zagarolo è uno di quei posti che, ce l'avessero altrove in Europa, sarebbe strapieno di turisti tutto l'anno. Invece è a due passi da Roma e quindi è più famoso per alludere nel nome a una film parodia degli anni Settanta che non per la ricchezza culturale ed enogastronomica che contiene! Fate conto che il Sesto Municipio di Roma è nelle sue propaggini orientali molto più vicino al centro di Zagarolo che non a quello di Roma, al Museo del giocattolo (14 km) che non al Colosseo (23 km di distanza).Ci danno una mano per la Camminaria sul Gioco il Comune di Zagarolo (con la sede istituzionale di Palazzo Rospigliosi), il Museo del Giocattolo e l'Associazione Amici di Zagarolo, a cui va tutta la nostra gratitudine.