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giovedì 10 febbraio 2022

David Graeber al Polo Ex Fienile di Torbellamonaca

 


Ho letto per la prima volta un pezzo di David Graeber a fine 2012, un articolo pubblicato sulla rivista degli antropologi europei (“On social currencies and human economies: some notes on the violence of equivalence”, Social Anthropology, 20, 4, pp. 411-428). Si trattava, ma ancora non lo sapevo, di una sintesi del suo ponderoso Debt, uscito l’anno prima, e ricordo mi fece un’impressione notevole (anche se non credo proprio capii tutto) soprattutto per l’agilità che Graeber dimostrava nel maneggiare le fonti storiche.

A me, personalmente, questo è l’aspetto che più ha intrigato, anche quando seguii su Hau la sua sostanziosa ma garbata polemica con la ontological turn e ancor più quando misi mano al monumentale Debt. Di nuovo, non ho capito proprio tutti i passaggi dell’argomentazione di Graeber, e se pur posso dire di non aver condiviso fin da subito il per me disinvolto uso dell’interpretazione storica proiettata sul passato remoto ricostruito molto selettivamente, ho trovato le sue scorribande crono-planetarie davvero entusiasmanti. Soprattutto perché mi davano l’impressione che, come antropologi, potessimo ancora trovare qualche motivo di audacia epistemologica, vale a dire di uscita dal livello della local knowledge, per provare a riprendere il filo del discorso evolutivo: come siamo arrivati a questo punto, a questo stato di cose nella storia del mondo e dell’umanità? Questa, ecco, la domanda che David Graeber non ha mai smesso di porsi, sempre disposto a grandiose teorizzazioni (davvero, grandioso è l’aggettivo che forse meglio si addice al suo stile di pensiero) senza però cedere alle scorciatoie dei tic ermeneutici sempre più evidenti dell’antropologia “critica” (che lui non ha mai smesso di criticare, del resto).

Vogliamo ricordare David Graeber, nel giorno del suo compleanno, confrontandoci con tutto il suo spessore di studioso, con l’esuberanza delle sue teorizzazioni, con la profondità delle sue coscienti provocazioni interpretative.

Per questo ci vedremo, in numeri contenuti per le ragioni note a tutti, sabato 12 febbraio negli spazi del Polo Ex Fienile, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, incluso aperitivo con brindisi di auguri per David. Ci sarà tempo per discutere, e pochissimo spazio per le agiografie (che Graeber detestava forse più di chiunque). Io proverò ad articolare le mie riflessioni soprattutto sul suo ultimo libro, uscito postumo, L’alba di tutto (che è questo, mi raccomando, non certo questo, e neanche questo, anche se forse la coincidenza dei titoli qualcosa svela dell’intensità del progetto culturale perseguito da Graeber e Wengrow) scritto non casualmente con un archeologo, David Wengrow, vale a dire con il partner migliore che potesse trovare per questa sua vocazione al quadro (pre- e proto-)storico maestoso. A parlarne ci saranno anche amici e studenti, di Tor Vergata, dove insegno, ma ci sarà anche un gruppo di studenti del corso di Antropologia economica del collega e amico Matteo Aria, di Sapienza.

Per partecipare, sarà obbligatorio presentare il Greenpass ed è quindi mooolto gradita la prenotazione su Eventbrite, che potete fare qui. Vogliamo infatti evitare di trovarci nella condizione di non poter accettare ingressi viste le limitazioni che ci siamo dati.


Riassumo: al Polo Ex Fienile di Torbellamonaca, Roma, in largo Ferruccio Mengaroni 29, sabato 12 febbraio 2022 celebreremo il compleanno di David Graeber con un incontro cultural-festivo tra le 17 e le 20. Sono invitati in particolare gli studenti di Antropologia culturale delle università romane ma i numeri sono molto limitati per cui vi chiediamo di prenotarvi per tempo.

Ciao David!