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giovedì 10 aprile 2025

A) L'arte come sistema culturale e B) la Condivisione dell'essere Lezione #14 di Antropologia culturale Modulo A - PIETRO VERENI per Tor Vergata


                                        Lezione numero 14 registrata il 4 novembre 2024


Lezione 14 – A) L'arte come sistema culturale e B) La condivisione dell'essere 04 11 2024

L'arte come sistema culturale

La prima parte della lezione è dedicata al saggio di Clifford Geertz, L’arte come sistema culturale, presentato come un caso paradigmatico di applicazione dell'approccio semiotico all’antropologia dell’arte. Geertz rifiuta due visioni dominanti dell’arte:

1. Il formalismo strutturalista, influenzato da Lévi-Strauss e Roman Jakobson, che vede nell’arte un’espressione della mente umana basata su opposizioni binarie (alto/basso, maschio/femmina, vita/morte, ecc.).

2. Il funzionalismo, che considera l’arte come uno strumento sociale per rafforzare ruoli, gerarchie e valori.

Secondo Geertz, l’arte va compresa come parte del sistema culturale generale, ovvero come una forma di discorso che una cultura fa su se stessa. Non è riducibile né alla forma né alla funzione, ma va letta nel suo contesto simbolico, in quanto manifestazione visibile e condivisa di idee, valori e visioni del mondo.

L’analisi etnografica e l’“occhio del periodo”

Geertz propone una lettura emica dell’arte, basata sulla ricostruzione del contesto culturale in cui un’opera viene prodotta e fruita. Riprendendo l’espressione del critico Michael Baxandall, introduce il concetto di “occhio del periodo”, ovvero il punto di vista culturale e storico di chi produce e fruisce l’opera.

Questo approccio si esprime nel metodo della thick description, un'interpretazione densa e contestualizzata del comportamento simbolico. Per Geertz, capire un’opera d’arte richiede quindi il recupero del significato che essa ha per i membri di quella cultura.

Esempi etnografici: Yoruba, Abelam e arte rinascimentale

Geertz applica questo approccio a tre ambiti:

  • Gli Yoruba (Nigeria): l’uso delle linee incise sui volti non è una scelta estetica fine a se stessa, ma ha valore identificativo e rituale legato al lignaggio e allo status. La linea è segno di civilizzazione e appartenenza.
  • Gli Abelam (Nuova Guinea): l’uso di simboli geometrici e ovali (rappresentanti la vagina) nelle pitture riflette la tensione tra creatività naturale femminile e creatività rituale maschile, in una cultura dove i maschi compensano la propria "inferiorità riproduttiva" con riti elaborati.
  • L’arte rinascimentale (Beato Angelico, Botticelli, Piero della Francesca): Geertz, via Baxandall, mostra che anche in Occidente l’arte è profondamente contestuale. Il Beato Angelico si rifà allo stile delle prediche, Botticelli alla bassa danza cortese, mentre Piero della Francesca dipinge con l’occhio del mercante, influenzato dalle esigenze di calcolo dei volumi e della prospettiva economica.

In tutti i casi, la forma artistica è inseparabile dal contesto culturale in cui viene prodotta. Per questo motivo, esporre opere fuori contesto (es. arte "primitiva" in musei moderni) è un errore interpretativo.

L'arte e il discorso tecnico moderno

Geertz denuncia la tentazione moderna (soprattutto occidentale) di ridurre l’arte a un discorso tecnico, come se il significato estetico potesse essere compreso solo tramite l’analisi delle forme. Questa idea, ancora marginale secondo Geertz, è sintomo di un fraintendimento profondo del senso culturale dell’arte.


Introduzione alla parentela: condivisione dell’essere

Nella seconda parte della lezione, si introduce il tema della parentela, partendo dal concetto chiave di “condivisione dell’essere”. Questo principio assume forme diverse nelle varie culture:

  • In alcune società (es. Nuova Guinea), ciò che stabilisce la parentela non è la trasmissione genetica, ma il consumo di specifiche sostanze (es. sperma, carne di maiale, patate locali) che conferiscono identità comune.
  • L’idea di "dividuo", proposta da Marilyn Strathern e Francesco Remotti, si contrappone all’individuo occidentale: la persona è vista come composta da relazioni, non autonoma, e la sua identità si definisce per appartenenza al gruppo.
  • La cultura seleziona quali sostanze e quali legami abbiano valore costitutivo. Anche l’ambiente sociale incide sullo sviluppo biologico (esempi di epigenetica e il lavoro pionieristico di Franz Boas sugli immigrati negli Stati Uniti).

Cultura, ambiente e costruzione sociale della parentela

L’ambiente, inteso in senso culturale, gioca un ruolo fondamentale nella formazione dell’individuo. Fattori come l’alimentazione, le abitudini familiari, i rituali di cura, influenzano direttamente la costituzione del soggetto.

Esempi:

  • L'intolleranza alimentare o la tolleranza a certe spezie (come nei bambini africani) si sviluppano culturalmente.
  • L'alimentazione Inuit, ricca di grassi, è tollerata perché incorporata precocemente.

Questa riflessione prepara il passaggio alle tecniche culturali di classificazione, che vedremo nella prossima lezione, a partire da concetti come lignaggio, matrimonio, e i sistemi di trasmissione dell’appartenenza.

L’idea di amicizia e la costruzione culturale dei legami

La lezione si chiude con un’esplorazione del concetto di amicizia, mostrando che in molte culture essa è meno una scelta individuale e più una relazione strutturata, vicina alla parentela. L’idea occidentale di amicizia come legame scelto, informale, basato su affinità personali, non è universale.

In molte società, amicizia e parentela si sovrappongono, e i legami si trasmettono anche intergenerazionalmente, come nel caso delle “zie” non biologiche.

La lezione si chiude anticipando il passaggio a una trattazione più tecnica della parentela, che inizierà nella lezione successiva, con schemi, disegni e riflessioni sui modi di classificazione dei gruppi di appartenenza.