Lezione 14 – A) L'arte come sistema culturale e B) La condivisione dell'essere 04 11 2024
L'arte come sistema culturale
La prima parte della lezione è
dedicata al saggio di Clifford Geertz, L’arte come sistema culturale,
presentato come un caso paradigmatico di applicazione dell'approccio semiotico
all’antropologia dell’arte. Geertz rifiuta due visioni dominanti
dell’arte:
1.
Il formalismo
strutturalista, influenzato da Lévi-Strauss
e Roman Jakobson, che vede nell’arte un’espressione della mente
umana basata su opposizioni binarie (alto/basso, maschio/femmina, vita/morte,
ecc.).
2.
Il
funzionalismo, che considera l’arte come uno
strumento sociale per rafforzare ruoli, gerarchie e valori.
Secondo Geertz, l’arte va
compresa come parte del sistema culturale generale, ovvero come una
forma di discorso che una cultura fa su se stessa. Non è riducibile né alla
forma né alla funzione, ma va letta nel suo contesto simbolico, in quanto
manifestazione visibile e condivisa di idee, valori e visioni del mondo.
L’analisi etnografica e
l’“occhio del periodo”
Geertz propone una lettura
emica dell’arte, basata sulla ricostruzione del contesto culturale in cui
un’opera viene prodotta e fruita. Riprendendo l’espressione del critico Michael
Baxandall, introduce il concetto di “occhio del periodo”, ovvero il
punto di vista culturale e storico di chi produce e fruisce l’opera.
Questo approccio si esprime nel
metodo della thick description, un'interpretazione densa e
contestualizzata del comportamento simbolico. Per Geertz, capire un’opera
d’arte richiede quindi il recupero del significato che essa ha per i membri di
quella cultura.
Esempi etnografici: Yoruba,
Abelam e arte rinascimentale
Geertz applica questo approccio
a tre ambiti:
- Gli Yoruba (Nigeria): l’uso delle linee incise sui volti non è
una scelta estetica fine a se stessa, ma ha valore identificativo e
rituale legato al lignaggio e allo status. La
linea è segno di civilizzazione e appartenenza.
- Gli Abelam (Nuova Guinea): l’uso di simboli geometrici e ovali
(rappresentanti la vagina) nelle pitture riflette la tensione tra creatività
naturale femminile e creatività rituale maschile, in una
cultura dove i maschi compensano la propria "inferiorità
riproduttiva" con riti elaborati.
- L’arte rinascimentale (Beato Angelico, Botticelli,
Piero della Francesca): Geertz,
via Baxandall, mostra che anche in Occidente l’arte è profondamente contestuale.
Il Beato Angelico si rifà allo stile delle prediche, Botticelli
alla bassa danza cortese, mentre Piero della Francesca dipinge con
l’occhio del mercante, influenzato dalle esigenze di calcolo dei
volumi e della prospettiva economica.
In tutti i casi, la forma
artistica è inseparabile dal contesto culturale in cui viene prodotta.
Per questo motivo, esporre opere fuori contesto (es. arte "primitiva"
in musei moderni) è un errore interpretativo.
L'arte e il discorso tecnico
moderno
Geertz denuncia la tentazione
moderna (soprattutto occidentale) di ridurre l’arte a un discorso
tecnico, come se il significato estetico potesse essere compreso solo
tramite l’analisi delle forme. Questa idea, ancora marginale secondo Geertz, è
sintomo di un fraintendimento profondo del senso culturale dell’arte.
Introduzione alla parentela:
condivisione dell’essere
Nella seconda parte della
lezione, si introduce il tema della parentela, partendo dal concetto
chiave di “condivisione dell’essere”. Questo principio assume
forme diverse nelle varie culture:
- In alcune società (es. Nuova Guinea), ciò che
stabilisce la parentela non è la trasmissione genetica, ma il consumo
di specifiche sostanze (es. sperma, carne di maiale, patate locali)
che conferiscono identità comune.
- L’idea di "dividuo", proposta da Marilyn
Strathern e Francesco Remotti, si contrappone all’individuo
occidentale: la persona è vista come composta da relazioni, non
autonoma, e la sua identità si definisce per appartenenza al
gruppo.
- La cultura seleziona quali sostanze e quali legami abbiano valore
costitutivo. Anche l’ambiente sociale incide sullo sviluppo
biologico (esempi di epigenetica e il lavoro pionieristico di Franz
Boas sugli immigrati negli Stati Uniti).
Cultura, ambiente e costruzione
sociale della parentela
L’ambiente, inteso in senso
culturale, gioca un ruolo fondamentale nella formazione dell’individuo.
Fattori come l’alimentazione, le abitudini familiari, i rituali di cura,
influenzano direttamente la costituzione del soggetto.
Esempi:
- L'intolleranza alimentare o la tolleranza a certe spezie (come nei bambini
africani) si sviluppano culturalmente.
- L'alimentazione Inuit, ricca di grassi, è tollerata perché incorporata
precocemente.
Questa riflessione prepara il
passaggio alle tecniche culturali di classificazione, che vedremo nella
prossima lezione, a partire da concetti come lignaggio, matrimonio,
e i sistemi di trasmissione dell’appartenenza.
L’idea di amicizia e la
costruzione culturale dei legami
La lezione si chiude con
un’esplorazione del concetto di amicizia, mostrando che in molte culture
essa è meno una scelta individuale e più una relazione strutturata,
vicina alla parentela. L’idea occidentale di amicizia come legame scelto,
informale, basato su affinità personali, non è universale.
In molte società, amicizia e
parentela si sovrappongono, e i legami si trasmettono anche intergenerazionalmente,
come nel caso delle “zie” non biologiche.
La lezione si chiude anticipando il passaggio a una trattazione più tecnica della parentela, che inizierà nella lezione successiva, con schemi, disegni e riflessioni sui modi di classificazione dei gruppi di appartenenza.