Compassione senza confini, Sdegno senza eccezioni

 


Frans de Waal, nel suo Il bonobo e l’ateo, ci ha spiegato che Compassione e Sdegno non sono sentimenti esclusivamente umani. Li condividiamo con tutti gli animali – mammiferi e uccelli – che hanno il vizio di prendersi cura a lungo della prole. L’evoluzione ha selezionato, tra le specie che praticano cure parentali, gli individui più inclini a quel lavoro snervante, duro, a volte disperante. I nostri antenati a sangue troppo freddo, incapaci di provare compassione per chi soffre e di fremere di sdegno di fronte a un’ingiustizia, non hanno lasciato molti discendenti: il loro cinismo non ha avuto successo riproduttivo. Grazie a Dio la gran parte di noi conosce la sdegno e la compassione, e li pratica nella vita ordinaria.

Se dunque Compassione e Sdegno sono tratti profondamente umani perché radicati nella nostra parte animale più antica, oggi, in questo giorno di commemorazione, vorrei chiedere solo una cosa:
che non vengano esercitati in direzione opposta e contraria.

Che lo Sdegno non sia tutto per uno Stato, e la Compassione tutta per un Popolo.
Che ci ricordiamo che esistono capi politici che meritano la nostra Indignazione anche se non reggono un governo riconosciuto, e che esistono popoli feriti che meritano la nostra pietà anche se non hanno il blasone purissimo dell’autoctonia, o magari hanno i capelli biondi.

Tutto qui.
Che oggi la Compassione vada a tutti coloro che soffrono o sono stati trucidati senza colpa. Tutti.

E lo Sdegno sia netto per tutti coloro che hanno commesso o commettono atrocità in nome di una perversa idea della politica, della religione o della vita. Tutti.