Tra le mille attività che teniamo in piedi al fienile, anche grazie al contributo imprescindibile dei ragazzi del CHEntro Sociale, ci sono momenti di convivialità artistica.
Pietro Lofaro ha una mano leggera, un occhio veloce, una storia complicata.
Se venite a vedere alcuni dei suoi lavori più recenti potrete parlare con lui, gustare un saporito apericena e bere qualcosa di fresco offerto per gli ospiti.
L'arte è un casino, noi antropologi cerchiamo di parlarne il meno possibile (non è vero) perché è un oggetto che facilmente ti esplode in mano mentre tenti di circondarlo con il linguaggio. Pietro invece prende le sue tele, circonda i suoi stati d'animo coi polpastrelli e coi pennelli e viene fuori un incrocio di emozioni e visioni. Visioni emotive, così sintetizzerei il suo lavoro se fossi un critico d'arte. Ma faccio altro, e allora mi limito a invitarvi al Fienile, mercoledì 5 luglio dalle 19.30, a largo Mengaroni 29. Venite a gustare assieme un pezzo di città insolita, e un pittore insolito.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.