Rebibbia è un posto strano, a dir poco. Uno si aspetta di trovare gente incallita dal crimine e nel crimine (e in effetti i criminali doc non mancano) ma poi ci si imbatte facilmente in artisti stralunati, musicisti polistrumentisti, attori strepitosi, scrittori di poesie, di liriche rap, di romanzi, pittori, tatuatori, cuochi che si arrangiano a fare manicaretti con fornetti costruiti con il foglio d'alluminio. Un mondo incredibile, cangiante, vibrante, in cui tutti sembrano seriamente determinati a superare quelle maledette sbarre, con il cuore e il cervello, se non con il corpo.
"Chi come noi" è un'associazione che unisce persone detenute e "esterni", e organizza eventi culturali, spettacoli e altro.
Per la terza volta dal 2015, "Chi come noi" ha messo in piedi uno spettacolo dentro Rebibbia, si terrà lunedì 25 settembre 2017 alle ore 18.30, ed è rivolto al pubblico degli esterni (per i detenuti ci sarà spero una messa in scena specifica). Io parteciperò volentieri, voglio vedere che cosa hanno combinato quest'anno. Il titolo dello spettacolo è Gente de barrio, tema è "la città" e gli artisti cercheranno con rapide scene teatrali alternate a pezzi musicali di raccontarci cosa significhi vivere nel contesto urbano, se la città sia ancora un luogo di libertà e ricerca intellettuale e umana, oppure una trappola dell'esistere.
Io spero sinceramente (sinceramente) che vogliate esserci anche voi, in molti, in tantissimi proprio. Se volete, vi prego di compilare questo form online, scritto in brutto burocratese ma necessario per poter accedere agli spazi di Rebibbia con il dovuto scrupolo, necessario per tutti.
Questo è un vero appello, non vi costa niente venire, saranno anzi due ore di puro piacere, ma per le persone detenute sarebbe un segnale importantissimo che "quelli fuori" possono pensare a loro in modo diverso e meno stereotipato. Un segnale di umanità, per scalfire un poco un muro altissimo e spesso.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.