2 e 3 11 2017.
Due lezioni sulla parentela (prima e seconda). Non mi
soffermerò qui sui tecnicismi che
abbiamo affrontato, ma sulla ragione del perché
è importante apprendere quei tecnicismi. Si tratta di comprendere che l’azione antropoietica della cultura si concretizza
anche nel nostro sistema cognitivo e
morale: la cultura ci modella non
solo fisicamente, facendoci maschi,
femmine e cantanti (come diceva
De Andrè, in una canzone che si
potrebbe ascoltare come l’ammissione del fallimento della parentela nel
Novecento occidentale), non solo nell’organizzazione neuronale del nostro cervello (come abbiamo visto con l’esempio dei
tassisti
londinesi) ma entra nel modo in cui pensiamo e consideriamo normale o naturale qualunque cosa. È dentro l’ovvio che la cultura è più attiva, più produttiva. In quel che
diamo per indiscutibile, che non ha
bisogno di un confronto o di una studio, in quel che nessuno dovrebbe mai
mettere in discussione perché è indiscutibile.
Per questo vale la pena di studiare la parentela, come l’ovvio
delle relazioni sociali, l’imprescindibile
di quel che diamo per scontato nel
modo più assoluto. Tutti noi abbiamo chiara la distinzione tra parentela e amicizia come la distinzione tra relazione assegnate, ascritte, e
invece relazioni scelte, volute. Bene, l’antropologia culturale
ci dimostra che questa distinzione
esiste in tutte le culture, perché tutte le culture vogliono avere a loro fondamento delle relazioni sentite come
necessario e imprescindibile, ma dove si debba collocare quel confine tra necessario e voluto è una
questione interamente culturale, non
naturale. Se questo punto, con le due lezioni in oggetto, è chiaro, allora
abbiamo fatto il salto e siamo entrati nella prospettiva dell’antropologia culturale.
Tutti i diversi tecnicismi analizzati stanno negli appunti
disponibili, e ripeto che qui non sintetizzerò il perché della differenza tra cugini paralleli e cugini incrociati, o su come funziona lo scambio diretto o la
residenza postmatrimoniale avuncolocale, ma tutto questo materiale di studio
deve diventare oggetto di riflessione su questo tema:
Q1. Misurate lo scarto che
esiste tra la vostra rete di parenti
biologici e la vostra rete di
relazioni simil-parentali sociali. Potete anche pensarlo in forma grafica
con i simboli che abbiamo studiato in classe.