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domenica 27 aprile 2025

Islam, cittadinanza e conflitto: la questione islamica in Italia tra diritto, politica e società civile – Lezione #06 di Antropologia del Modulo B di Antropologia culturale per Tor Vergata - Pietro Vereni

Lezione numero 06 registrata il 27 novembre 2024

 

Islam, cittadinanza e conflitto: la questione islamica in Italia tra diritto, politica e società civile 

Introduzione alla lezione e presentazione dell'ospite

La sesta lezione del Modulo B di Antropologia delle religioni (27 novembre 2024) ha ospitato Francesco Tieri, musulmano italiano e attivista noto per il suo impegno nella difesa della libertà religiosa dei musulmani in Italia. Il contesto dell'incontro parte dalla conoscenza personale tra Pietro Vereni e Tieri, nata nel periodo di chiusura dei luoghi di culto islamici a Roma (2016-2017), e consolidatasi attraverso collaborazioni e momenti anche conflittuali.

Biografia personale di Francesco Tieri

Tieri racconta il suo percorso di vita e di studi, sottolineando la sua formazione atipica: studi in ingegneria informatica e un master in Sonic Arts presso Tor Vergata, seguito da un altro master in diritto e libertà religiosa presso un istituto legato alla Chiesa avventista. Il libro che presenta nasce proprio dalla sua tesi in quest'ultimo master, ampliata in una seconda edizione.

La libertà religiosa come "madre di tutte le libertà"

Tieri introduce il concetto di libertà religiosa come fondamento dei diritti civili, riprendendo definizioni accademiche che la descrivono come "la madre di tutte le libertà". La disciplina giuridica di riferimento è il diritto ecclesiastico (in Italia) o Law and Religion (nei paesi anglosassoni).

Il conflitto invisibile: "guerra alle moschee in assenza di terrorismo"

La tesi principale di Tieri è che in Italia esiste una guerra strisciante contro l'islam, non giustificata da atti di terrorismo, ma fondata su pregiudizi storici e su una generale riluttanza verso il nuovo pluralismo religioso (concetto attribuito a Renzo Pace e Paolo Naso). In particolare, viene denunciato un pregiudizio ostativo specificamente rivolto ai musulmani, distinto da una più generale mancanza di ospitalità verso tutte le religioni non tradizionali.

Il concetto di "questione islamica"

Tieri propone di definire questa situazione come una vera e propria "questione islamica", richiamandosi per analogia alla "questione romana" dell'Ottocento: un conflitto di potere e spazio, non (solo) di natura religiosa, che riguarda il riconoscimento pubblico e istituzionale della presenza musulmana.

Analisi del conflitto: attori e dinamiche

Attraverso una rappresentazione grafica, Tieri identifica i principali attori del conflitto:

  • Musulmani, che adottano uno stile elusivo (tipico di chi cerca di non esasperare il conflitto).
  • Centrodestra, visto come avversario esplicito.
  • Centrosinistra, accusato di un sostegno ambiguo o debole, spesso limitato a gesti simbolici ("like" sui social) senza reale impegno politico.
  • Società civile, descritta come rumorosa, orientata mediaticamente verso il centrosinistra, ma incapace di sostenere attivamente i musulmani quando si espongono.

Commenti critici di Pietro Vereni

Pietro Vereni interviene criticamente su vari punti:

  • Contesta l'identificazione troppo immediata della società civile con la rappresentazione mediatica di sinistra, sottolineando che l'effettiva maggioranza della società italiana si riconosce oggi in valori di centrodestra.
  • Richiama l'importanza di evitare rappresentazioni omogenee delle culture ("la cultura condivisa"), ricordando che la realtà sociale è frastagliata, conflittuale, e non compatta.
  • Solleva la questione della strategia vittimaria nella costruzione dell'identità pubblica contemporanea, ipotizzando che anche i musulmani italiani possano oggi tendere a presentarsi come vittime per ottenere visibilità e diritti, più che come soggetti politici attivi.

Discussione su elusività e cittadinanza etica

Tieri ribadisce che la strategia elusiva dei musulmani italiani è una necessità, non una scelta voluta, data la marginalizzazione e i bisogni primari non soddisfatti di molti membri della comunità. Si distingue tra:

  • Stile competitivo (esempio: musulmani in Inghilterra o Francia).
  • Stile elusivo (musulmani in Italia, specie quelli di origine asiatica).

Il concetto di cittadinanza etica viene evocato: il tentativo delle minoranze di "non dare fastidio", accettando discriminazioni senza rivendicare apertamente i propri diritti.

L'ordinamento giuridico italiano e la libertà religiosa

Viene spiegata in dettaglio la specificità italiana:

  • Il personalismo giuridico della Costituzione tutela la persona e non le istituzioni religiose.
  • Tuttavia, per via della questione romana e della presenza del Concordato, si è sviluppato un pluralismo giuridico in cui la Chiesa cattolica e le confessioni con intese godono di uno status privilegiato.
  • L’articolo 19 della Costituzione garantisce il diritto di culto pubblico e privato senza discriminazioni, ma nella prassi questo diritto viene violato.

Tieri sottolinea come la mancata visibilità dei luoghi di culto musulmani sia frutto di una violazione sistematica, che genera mimetismo religioso (concetto ripreso da Silvio Ferrari).

Il caso Monfalcone: costruzione politica della "guerra alle moschee"

Viene discusso il caso di Monfalcone:

  • La sindaca Anna Maria Cisint (centrodestra) ha tentato di chiudere luoghi di culto musulmani e di vietare il bagno vestiti in spiaggia, senza successo sul piano giuridico ma con grande successo elettorale.
  • Il caso dimostra la strumentalizzazione politica della questione islamica e la distanza tra rappresentazione mediatica e risultati effettivi.

Proposte di azione: contenzioso strategico

Tieri conclude proponendo una strategia di conflitto nonviolento:

  • Studiare approfonditamente il diritto.
  • Riconoscere il conflitto in atto.
  • Agire il conflitto attraverso il contenzioso strategico, sull'esempio dei Testimoni di Geova, usando i tribunali per affermare i diritti senza passare per il canale (chiuso) delle intese.

Considerazioni finali

La lezione si chiude con il riconoscimento reciproco del valore del dialogo, nonostante alcune divergenze analitiche. Viene proposta l'idea di organizzare un secondo incontro per approfondire il tema dell'esperienza personale di essere musulmano e italiano, centrando l'attenzione più sul vissuto che sull'analisi politica o giuridica.