Lezione numero 07 registrata il 29 novembre 2024
Introduzione logistica e
anticipazione dell’uscita didattica
La lezione si apre con un
riferimento all’organizzazione dell’incontro successivo, che sarà un’uscita
didattica a Torpignattara, quartiere romano ad alta densità religiosa e
culturale, scelto per osservare concretamente la diversità religiosa negli
spazi urbani. Si farà riferimento in particolare alle presenze cattoliche e
islamiche, e si toccheranno anche altre presenze come i bahai. Punto di
ritrovo sarà la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, nei pressi della
fermata Berardi.
Il saggio di Geertz come snodo
epistemologico
La lezione è interamente
dedicata a una lettura e commento analitico del celebre saggio di Clifford
Geertz, La religione come sistema culturale (1966), considerato una pietra
miliare dell’antropologia simbolica. Il testo è analizzato nel suo
tentativo di spostare l’interesse delle scienze sociali dalla funzione
sociale della religione al suo funzionamento interno, secondo una
prospettiva fenomenologica e semiotica.
Oltre Durkheim: critica al
funzionalismo riduzionista
Geertz si contrappone a una
lettura riduzionista di Émile Durkheim, spesso ridotto a un autore che
vede nella religione un mero riflesso delle strutture sociali. Pur riconoscendo
che Durkheim assegnava alla religione un ruolo costitutivo del sociale, Geertz
mira a fondare un’antropologia che analizzi la religione come azione
simbolica autonoma, e non solo come effetto di dinamiche politiche o
economiche.
Il cuore del problema: senso
comune, significato e religione
Geertz propone un cambio di
paradigma: comprendere come la religione funzioni simbolicamente, prima
di studiarne le connessioni con altri ambiti. È il passaggio da una spiegazione
esterna a una ermeneutica interna, dove l’analisi si concentra
sull’esperienza vissuta del significato da parte dei praticanti (approccio emic).
L’esempio dell’orologio –
smontarlo per capire il meccanismo, piuttosto che descriverne la funzione – è
usato per spiegare questa distinzione epistemologica.
Il simbolo sacro tra ethos e
cosmos
Uno dei contributi centrali del
saggio è l’idea che i simboli religiosi fungano da interfaccia tra due
dimensioni umane fondamentali:
- Ethos: il
giudizio morale ed emotivo sul mondo (ciò che è giusto, bello,
desiderabile);
- Cosmos:
la visione razionale e ordinata del mondo (ciò che è, la realtà
organizzata).
Il simbolo religioso è
ciò che permette di far sembrare naturale il giudizio morale e di rivestire
la razionalità di un’aura morale. È questo il "doppio gioco" del
simbolo religioso, che naturalizza l’etica e moralizza il sapere.
La definizione di religione
Geertz formula una definizione
operativa e articolata di religione (pagina 143):
“Un
sistema di simboli che agisce stabilendo profondi, diffusi e durevoli stati
d’animo e motivazioni negli uomini per mezzo della formulazione di concetti di
un ordine generale dell’esistenza e del rivestimento di questi concetti con
un’aura di concretezza tale che gli stati d’animo e le motivazioni sembrano
assolutamente realistici”.
Tale definizione permette di
connettere simboli, emozioni, concetti e motivazioni in una struttura
coerente, e consente di considerare l’esperienza religiosa come realisticamente
efficace, anche se fondata su entità non empiricamente verificabili.
Simboli, modelli culturali e
apprendimento
Geertz approfondisce la nozione
di simbolo come segno pubblicamente riconosciuto, dotato di significato
condiviso. Quando i simboli si aggregano in configurazioni relativamente
stabili, si formano modelli culturali. Questi sono considerati fonti
estrinseche di informazione che, come il DNA per gli animali, programmano
comportamenti sociali e psicologici negli esseri umani, che non dispongono
di istruzioni istintive sufficienti.
Modelli di e modelli per
Una delle distinzioni più
rilevanti del saggio è quella tra:
- Modelli di: descrizioni, teorie, rappresentazioni della realtà
(es. mappa, teoria idraulica);
- Modelli per: istruzioni pratiche, comportamenti appresi (es.
costruzione di una diga, comportamento rituale).
La specificità umana risiede
nella capacità di far interagire modelli di e per, cioè
nel potere di usare rappresentazioni simboliche per guidare l’azione, e
viceversa.
L’interiorizzazione simbolica:
motivazioni e stati d’animo
Quando un modello culturale
viene appreso, esso induce disposizioni incorporate, che Geertz
distingue in:
- Motivazioni: inclinazioni durevoli verso determinati atti o
emozioni, con direzione temporale;
- Stati d’animo: condizioni interiori non dirette verso un fine, ma
legate a cause o condizioni esterne.
Queste disposizioni sono prodotti
culturali e non puramente psicologici, e agiscono come habitus (nel
senso di Pierre Bourdieu), plasmando la percezione, l’emozione e
l’azione.
Conclusione: verso
un’antropologia del simbolico
Geertz propone un’antropologia
che si fondi su una scienza dell’azione simbolica, capace di comprendere
i meccanismi con cui gli esseri umani organizzano il senso del mondo. In
questo quadro, la religione appare come una forma culturale necessaria,
perché offre i dispositivi simbolici attraverso cui gli individui possono rendere
sensato e stabile ciò che altrimenti sarebbe disgiunto: la struttura del
mondo e la sua valutazione morale.
Prossimi sviluppi
La lezione si conclude con
l’annuncio che il punto 3 della definizione (la formulazione di concetti di un
ordine generale dell’esistenza) sarà analizzato nella lezione successiva, in
collegamento con l’idea di trascendenza e con il funzionamento peculiare
della religione come sistema culturale complesso.