Quello che temiamo più di tutto, ormai è evidente, non è la diversità religiosa, non è la diversità culturale, non è la diversità di lingua e costumi. Della Diversità ormai ci facciamo vanto, ce ne ammantiamo, ce ne cibiamo, la ascoltiamo nei nostri apparecchi. Fin quando resta ricca e luccicante, quella Diversità non ci incute alcun timore, anzi, ci attrae, un poco ci scuote dalla noia mortifera dentro cui ci stiamo rassegnando.
E' invece la Povertà quello che non possiamo sopportare, quel che veramente ci fa orrore, che non sappiamo gestire. Guardatevi intorno, e vedrete che tutto quel che viene spacciato come "sicurezza" è solo il tentativo di negare la Povertà, di allontanarla dal nostro misero sguardo borghese. Ne parliamo assieme con chi ci ha ragionato, e con chi quella Povertà non vuole rimuoverla occultandola, ma combatterla modificando alla radice le forme della sua produzione.
Martedì 14 maggio, all'Università di Roma "Tor Vergata", macroarea di Lettere, con Oxfam Italia, PaD e Clap.
Aula P9 nella palazzina A di via Columbia, 1, Roma.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.