Caro El Chentro, intanto mi permetta di notare il caso assurdo di darsi borghesemente del Lei, dopo
che ci conosciamo da oltre dieci anni essendoci sempre dati del tu, ma se Lei ritiene che valga la pena di mantenere queste piccole mascherate (non starà mica cedendo alla lusinga del “decoro urbano”, spero…) e sia, damose der Lei…
Ci sono alcune cose che vorrò argomentare in questa mia
risposta alla Sua gentile di oggi 24 novembre 2019 pubblicata sulla sua pagina
Fb, ma per chi non avrà modo di leggere il dettaglio i punti sono i seguenti:
1. Le cose che ho dette a
lezione Lei (e tutti gli altri soggetti coinvolti) le conosceva già da
mesi, essendo stato da me informato a riguardo. Faccia la mammoletta con altri.
Ci siamo slinguazzati a lungo e fare ora l’oltraggiato a sua insaputa la getta
nel ridicolo con chi sa come si sono svolti i fatti (prima di tutto Lei stesso). Venga a qualunque mia lezione e ne discuteremo in pubblico.
2. Non ho mai
disprezzato il Collettivo Errezero, e anzi nella mia analisi ho ampiamente
ammesso gli errori di Tor Vergata e della Associazione 21 Luglio nel
relazionarci con un gruppo identitariamente fragile. Non spetta comunque a Lei
farsi portavoce del Collettivo Errezero, visto che sono tutti
grandicelli e sanno parlare a loro nome, come sia io come Tor Vergata che Lei
come El Chentro abbiamo avuto modo di constatare.
3. Le cose che dico sono,
da sempre, pubbliche. Non frequento circoli carbonari e non amo fare
riunioni ristrette, come invece altri hanno sempre cercato di fare in passato.
Da oltre dodici anni ho questo blog, registro tutte le mie lezioni in
formato mp3 rendendole pubbliche a tutti e praticamente tutte le
mie pubblicazioni sono disponibili in formato pdf in rete (prima fonte
il mio curriculum
online). Respingo con la massima forza l’idea vergognosa che io, con
il lavoro che faccio, mi metta a fare analisi senza avere interagito
a fondo con i soggetti di cui parlo e senza restituire a quei
soggetti il quadro della mia analisi.
4. Come antropologo attivo
sul territorio, confermo che El Chentro ha svolto (e in parte ancora
svolge) un ruolo centrale per la vita politica (in senso non partitico,
ma di contribuzione alla cittadinanza) del quartiere di Torbellamonaca.
Confermo parimenti che le mie analisi di territorio sono lucide e dettate
da intenti conoscitivi almeno quanto le sue prassi sul territorio sono
impegnate e appassionate. Eviti, per cortesia, di dare lezioni che non è in
grado di dare. Io per conto mio non pretendo di essere in grado di
coinvolgere il quartiere con il fuoco sacro della rivoluzione o della creazione
della comunità, ma lei non mi venga a spiegare il mio mestiere di
studioso e ricercatore, grazie.
>MOLTI HANNO
PARLATO E CONTINUANO A FARLO DELLA NOSTRA REALTA’ MANCAVANO SOLO I PROFESSORI
D’UNIVERSITA’ ... ORA SONO ARRIVATI ANCHE LORO.
Boh,
io sono vent’anni che faccio sto mestiere e ho conosciuto El Chentro
credo UNDICI ANNI FA a una puntata del programma che uno dei suoi leader
più in vista faceva a Radio Popolare Roma sulle culture giovanili.
Conobbi allora alcuni giovani rapper del quartiere, con alcuni ancora
collaboro, da tre anni lavoro a polo culturale ex Fienile (che mi
pare stia propinquo alla “vostra realtà”, giusto?) per non dire le volte in cui
El Chentro mi ha coinvolto in attività, presentazioni perfino alla sede
del Municipio, o al Teatro di Torbellamonaca, oltre a quelle direttamente nella
sua storica sede di largo Mengaroni. Sputare nel piatto dove si è mangiato, e
soprattutto sputare sul pasto di cui ci si è pasciuti è veramente di cattivo
gusto. “Ora” de che, se mi posso permettere? Io parlo con Lei da anni e
anni, ora si è accorto che faccio il professore? Se aveva così in fastidio i
professori (anche se lo so che è una moda) perché mi è venuto a cercare
quando il Fienile è stato messo a bando nel 2015? È lei che ha cercato me, non
viceversa.
>Abbiamo ascoltato
Piero Vereni nella ricostruzione di contesti e fatti inerenti l’Ex Fienile, non
sappiamo con certezza se sia in una sua lezione di “antropologia culturale”
come prof. dell’Università di Tor Vergata o altro momento.
Ma
sor Er Che, mi scusi, come “non sappiamo”? I file mp3 delle mie lezioni
sono online pubblicamente, li ha scaricati sulla colonna di destra di questa stessa
pagina dove state leggendo questa mia ulteriore analisi. Oppure glieli ha
passati come link qualcuno che li ha, per forza, trovati nel link suddetto. Dai
su, ogni file mp3 comincia con “buongiorno, oggi è il XXXX ed è la
lezione numero Y del modulo Tale di Antropologia culturale”.
>Nella ricostruzione
dei fatti accaduti all’Ex Fienile lei prof. fa una “narrazione” propria,
menziona strutture e contesti dal suo punto di vista (libero di farlo) ma,
correttezza impone, soprattutto da lei visto che è pubblicamente prof. di
Antropologia all’Università di Tor Vergata, di farlo confrontandosi con
contesti e soggetti di cui sta parlando, quindi se lo sta facendo in un’aula di
Università o luogo di lezione scelto, istanza pubblica o altro abbia la
cortesia di farlo invitando i soggetti di cui parla.
Nella
mia analisi del polo culturale ex Fienile presento ai miei studenti del modulo
B UN TESTO CHE LEI CONOSCE DAL GIORNO 12 LUGLIO 2019, GIORNO IN CUI IL LABORATORIO
DI PRATICHE ETNOGRAFICHE DI TOR VERGATA LE INVIÒ QUESTA EMAIL:
Da: Lape Del
Fienile <lapedelfienile@gmail.com>
Date: ven 12 lug 2019 alle ore 19:04
Subject: articolo sul fienile
To: Elena Bachiddu <elena.bachiddu@uniroma2.it>, associazione 21 luglio <presidente@21luglio.org>, <francescostasolla93@gmail.com>, Nexus <nexusmoves@gmail.com>, Gindroteatro <info@gindroteatro.com>, Collettivo Errezero <collettivoerrezero@gmail.com>, Mario CHE TBM <mario.elche@libero.it>, cubo libro <infocubolibro@gmail.com>
Date: ven 12 lug 2019 alle ore 19:04
Subject: articolo sul fienile
To: Elena Bachiddu <elena.bachiddu@uniroma2.it>, associazione 21 luglio <presidente@21luglio.org>, <francescostasolla93@gmail.com>, Nexus <nexusmoves@gmail.com>, Gindroteatro <info@gindroteatro.com>, Collettivo Errezero <collettivoerrezero@gmail.com>, Mario CHE TBM <mario.elche@libero.it>, cubo libro <infocubolibro@gmail.com>
Care e cari,
ecco il testo che il
LaPE ha scritto sul Fienile.
Accoglieremo
volentieri i vostri commenti.
Buona lettura,
i membri del LaPE
--
LaPE - Laboratorio di Pratiche
Etnografiche
Polo ex Fienile
Largo Ferruccio Mengaroni, 11
- 00133 Roma (RM)
cell 333
9812520 - 3896242246
Il
testo in questione è stato discusso per
settimane dai membri del LaPE, ed era stato anticipato nella stesura
in moltissime occasioni, anche in occasione delle riunioni dell’ATS del
Fienile aperte a tutti, quelle riunioni che più di ogni altro Lei,
signor El Che, aveva osteggiato perché “tanto ai ragazzi ste cose non interessano”.
Avevamo detto a più riprese che il LaPE stava lavorando proprio a
un testo volto ad analizzare la situazione al fienile e quindi
era stato per noi imprescindibile che il testo venisse fatto circolare prima
di tutto tra le persone di cui parlava. Il file allegato, a scanso di
equivoci, è questo qui, Il Centro e la Rete,
il modello che il LaPE ha elaborato dopo aver parlato e discusso con
TUTTI i soggetti coinvolti (e molti altri di cui non si parla, per esempio
i rappresentanti delle istituzioni e i decisori politici) e aver
animatamente discusso al suo interno. Tra i soggetti destinatari, solo l’Associazione
21 Luglio ha risposto a quella mail, facendo un rilievo di cui il LaPE ha
doverosamente tenuto conto nella seconda versione, quella che abbiamo
consegnato a Carlo Cellamare, professore di Urbanistica a
Sapienza, sua lunga conoscenza, che inserirà il nostro articolo in un volume
su Torbellamonaca in cui, vengo a sapere proprio dal prof. Cellamare, c’è
anche un contributo di El Chentro (o forse di un suo leader) di cui
invece NOI del LaPE nulla sappiamo. Mettiamo allora le cose come stanno:
noi abbiamo informato tutti delle nostre analisi, le abbiamo fatte
circolare prima di consegnare la versione per la pubblicazione, abbiamo sollecitato
una discussione tra i soggetti e siamo stati pronti ad accogliere rilievi.
Chi oggi si lamenta, invece, ha scritto un testo inviandolo per essere
pubblicato nella stessa raccolta di saggi, ma non ci ha fatto sapere nulla
di quel che ha scritto. Se si tratta di “confrontarsi con contesti e soggetti di
cui sta parlando” mi sa che si deve fare un bell’esamino di coscienza e pensare
alle travi nel proprio occhio, piuttosto.
>Se questo non lo si fa è scorretto, ma sa la
cosa a noi fa poco male perchè come realtà ne abbiamo ascoltate tante su di noi
e sul nostro operato nel quartiere e nel sociale, al contrario, ci duole per i
ragazzi del Collettivo Errezero che lei cita, dal suo dire sembra che siano
“sciocchini” manovrati dal “CHE”ntro Sociale. Lei parla, a tal proposito, senza
conoscere la storia di Errezero e “leggendo” a suo modo tutto ciò avvenuto
all’Ex Fienile, se le sta tanto a cuore parlarne può invitare i ragazzi del
collettivo all’universita e far dire a loro cosa sono e la loro ragione del
contesto e dell’accaduto nelle dinamiche dell’Ex Fienile.
Questa
poi, è scritta nel tipico gossippese da centro sociale de scoppiatoni,
mi scusi la franchezza. Allora, vediamo come stanno le cose: intanto chi le dà
l’autorizzazione di parlare in difesa del Collettivo, come se fossero
dei minus habens non in grado di difendersi? Forse ha dimenticato che da
oltre un anno e fin quando sono stati presenti al Fienile i membri del
Collettivo Errezero hanno potuto partecipare alle riunioni di gestione solo
su mia insistenza e contro il Suo parere, che avrebbe preferito proseguire
con l’andazzo “decidiamo noi quattro maschi di mezza età”? E, di grazia, dove
legge nel testo (che ho discusso come professore universitario con i miei
studenti, non stavo al bar) che io avrei trattato quei membri da “sciocchini”?
Ho fatto, semmai, proprio l’opposto, e sono stato piuttosto duro
con l’Associazione 21 Luglio e con Tor Vergata per aver (volutamente o meno) messo
in atto delle pratiche di “annessione” del Collettivo alle loro istanze
istituzionali, e di aver faticato a comprendere le fragilità identitarie
di un gruppo che non può che faticare a costituirsi e integrarsi
in un tessuto sociale slabbrato come quello romano? Se c’è qualcuno che esce bene
dal testo del LaPE che ho discusso, che Lei ha letto mesi fa (perché l’ha
letto, vero?), questo è solo il Collettivo Errezero, l’unico che non
sembra animato da questioni di bassa cucina della politica “del territorio”
della periferia romana. La 21 Luglio, Tor Vergata e ancor più Lei,
signor Er Chentro, hanno sempre combattuto per ragioni di Potere o, meglio,
di “poterino”, ognuno con le proprie legittime aspirazioni ad essere visibile
e a conquistare fette di controllo territoriale. Il Collettivo ha sempre
e solo avuto l’intenzione di definirsi come realtà viva, con tutta l’ingenuità
e il donchisciottismo dei vent’anni, e semmai noi vecchi volponi di pelo bianco
e dura cervice non li abbiamo lasciati in pace, pretendo di tirarli di
qui o di lì. Una cosa, certo, posso dire che non mi è piaciuta del
Collettivo, vale a dire di essere caduti nella trappola del pregiudizio con
cui hanno respinto la 21 Luglio e i suoi membri (dato che la 21 Luglio,
diversamente da altre associazioni, non coincide interamente con il suo
Presidente e ha un sacco di personale vitale, generoso, intelligente e sensibile).
È su questo punto che vale la pena di essere franchi: Lei, carissimo Ercè, ha
fatto di tutto per fare terra bruciata attorno alla 21 Luglio,
non l’ha mai digerita, non ha mai sopportato il suo arrivo dall’“esterno”
e il suo essere finanziata “da Soros e dal Vaticano” e ha sobillato
chiunque ha potuto, soffiando veleno e pompando rancore. Ma questo lo spieghiamo
con molta più lucidità nel testo, che tutti hanno letto da mesi.
>Per quel che
riguarda El “CHE”ntro Sociale Torbellamonaca diciamo a lei, come sempre abbiamo
fatto con tutti, che non ci sottraiamo a nessun confronto ma deve essere
pubblico, al contrario ( come alcune realtà ultimamente hanno fatto) ci
attaccano sui social o giornali amici ma poi su nostra richiesta di confronto
pubblico si tirano indietro, e, ultimamente è il loro sport preferito.
Prima
di ribadire il punto, faccio notare il massimo della fallacia argomentativa
(che ho registrato moltissime altre volte nella Sua retorica, in pubblico e in
privato) e che posso sintetizzare con un rapido: Ma de che stai a parla’?
Cioè, qui pare che Vereni si sia inventato un’analisi bislacca senza
consultare i diretti interessati di cui parla. Abbiamo già spiegato che,
semplicemente, non è vero che la nostra analisi sia fatta nelle segrete ombre
del potere, e si è prodotta pubblicamente, parlando sempre e
ampiamente con i soggetti di cui parla, e rendendo pubbliche proprio a
quei soggetti le proprie conclusioni analitiche. Ma la cosa curiosa è che,
dalla sua ricostruzione, Mastro Che, non si ha la minima idea di COSA
non andrebbe bene in quella analisi che viene contestata. Se ha letto il testo,
perché non ne riporta qualche passo argomentando la sua critica?
Se ha ascoltato la lezione, perché non ne riporta in trascrizione qualche frase
spiegando cosa avrei detto di così contestabile e spiegando soprattutto in
che cosa è contestabile? Farsi venire il nervoso non è il modo migliore per
dimostrare che l’interlocutore ha torto, ed è semmai un segno di mancanza di
argomenti (e quindi che l’interlocutore ha ragione…)
>Professore lei nelle
sue lezioni, nei suoi interventi, negli eventi pubblici, può dire ciò che più
gli garba, ma quando parla di contesti di cui sopra e fa riferimento a noi,
corretteza impone una nostra presenza, altrimenti, a nostro modo di vedere non
ne fa una bella figura.
Le
ricordo che le lezioni universitarie sono pubbliche, e che il dibattito
è stato esplicitamente da noi del LaPE sollecitato, in questa come in mille
altre occasioni. Visto che però questo sembra un punto d’onore, La invito
pubblicamente (e ne approfitto per estendere l’invito al Collettivo
Errezero, se effettivamente l’analisi del LaPE non è da loro condivisa) a
venire a una qualunque delle mie prossime lezioni del modulo B. Il
calendario è sul mio blog, scegliete l’ora che volete, a patto però che,
come faccio con le mie lezioni, tutto venga registrato e reso pubblico
subito dopo la lezione. Vi anticipo inoltre che oltre agli mp3 quest’anno
sto anche registrando i video integrali delle lezioni e quindi vi
chiederò la liberatoria per pubblicare sul mio canale YouTube tutto il
nostro incontro. A queste condizioni, per quel che mi riguarda potete venire ogni
lezione, fino alla fine del semestre. Non parlerò certo solo del fienile (stiamo
parlando di carcere, e a tratti la discussione si fa intensa con gli
studenti, come finalmente piace a me, visto che siamo un numero ragionevole e
possiamo discutere come fosse un seminario, non la bolgia del modulo A dove,
visti i numeri, i ragazzi sono costantemente messi a tacere), ma sarà per me un
piacere confrontarmi a bocce ferme con i miei interlocutori sul
territorio. L’ho fatto in Macedonia, l’ho fatto in Irlanda, l’ho
fatto a Rebibbia e l’ho fatto con i rappresentanti del Movimento per il diritto
all’abitare, cioè con tutti i miei campi di ricerca. L’ho fatto di
meno solo con i padri bangladesi, per mia carenza di tempo e per oggettive
difficoltà di restituzione della mia analisi vista la sostanziosa barriera linguistica.
Ma con voi mi sa che mastichiamo tutti un italiano decente e quindi non vedo perché
non si possa serenamente e seriamente confrontarci. Senza che diventi un
comizio a senso unico, né mio, né vostro, ma un confronto preciso su fatti,
cose, e persone.
Concludendo, quando parlate dell’ Ex Fienile non
fate la narrazione che più è in linea con quello che avete in testa o in linea
con le progettualità da voi fatte, perchè li (parte parenti e amici) ci sono
anche altri soggetti sia nell’ATS che nelle attività del fienile, correttezza
impone di ascoltare anche loro, poi la gente di Torbellamonaca conosce molto bene
l’Ex Fienile e la sua storia, a tutt’oggi, e a loro non dovete spiegare nulla.
Carissimo
Chentro, qui la risposta mi viene facile, più facile se la spezzo in due: 1.
I soggetti dell’ATS (tra cui, ricordo Lei non c’è mai stato per le
ragioni note a tutti e che certo non dipendono dalla sua mancanza di volontà di
esserci, anzi, ma da contingenze burocratiche che abbiamo fatto di tutto
per soprassedere fin quando non è stato Lei, signor Che, a interrompere
le sue attività al Fienile a parte la cura dei gatti) sono sempre stati coinvolti,
informati, aggiornati. Nessuno, ma proprio nessuno, può dire al Fienile,
a largo Mengaroni o financo a Torbellamonaca che il LaPE o Piero Vereni si è messo
a fare analisi (mi permetta, su questo punto, di contestare il tic linguistico cui
Lei tende a cadere, quello di parlare di “narrazioni” come un Matteo
Renzi qualunque) senza sapere di quel che parlava: parlo a ragion
veduta, anche contro il mio interesse, se l’obiettivo è aumentare la conoscenza
e la consapevolezza dei fenomeni sociali di cui mi occupo. 2. Le consiglio
di evitare di parlare così facilmente della “gente di Torbellamonaca”
come se Lei ne fosse il naturale interprete. Come tutti, Lei non può che
parlare a Suo nome, e i Suoi numeri, signor Chentro Sociale li
conosciamo tutti, almeno quanto Lei pensa che la gente conosca la storia
del Fienile. E non sono proprio numeri che Le consentano di parlare a
nome “della gente”, nemmanco di quella di largo Mengaroni, figuriamoci di
Torbellamonaca. Le anticipo a questo riguardo che, questa volta a titolo personale,
ma ancora una volta con il sostegno del mio Laboratorio, a dicembre parlerò
ancora pubblicamente (al convegno
nazionale dell’Associazione di Antropologia Applicata, a Ferrara) del Fienile
e della concezione del Tempo imbricata nella ricostruzione storica del suo divenire
secondo chi era presente in quegli anni stupendi (io non c’ero, Lei sì)
in cui faceste la battaglia per sottrarre il Fienile alle mire di don
Gelmini. Sarà mia cura farle avere per tempo il testo che discuterò
a Ferrara, e sarebbe molto bello parlarne ancora pubblicamente, magari di nuovo
in una mia lezione a Tor Vergata.
Spero
quindi che le nostre posizioni siano chiare: lei faccia tutto il lavoro
sociale che può, continuerò a seguirLa e apprezzarLa quando la vedrò attiva
sul territorio, mentre continuerò a mettere in luce con la mia analisi
socio-culturale tutte le sue incongruenze, le sue contraddizioni e soprattutto
la sua terribile gelosia territoriale. Lei, come dice spesso, lo fa per passione
senza alcun tornaconto economico, io invece lo devo fare perché mi danno
uno stipendio. E penso di meritarmelo tutto, quello stipendio,
quindi non posso accettare in alcun modo rilievi men che puntuali alla “correttezza”
del mio lavoro. Se ha delle rimostranze su come faccio il mio mestiere di
antropologo sia sempre circostanziato, sennò mi salta la mosca al naso,
visto che faccio della correttezza e della precisione le vere armi
della mia battaglia come docente, come ricercatore e come cittadino.
Con
immutata amicizia e rinnovata franchezza,
Piero
Vereni e il Laboratorio di Pratiche Etnografiche