Mercoledì 25 ottobre
è una giornata impegnativa per l’antropologia culturale a Tor Vergata. La mattina
tesi di laurea ed elezione del Coordinatore
del Corso di Studi in Filosofia (cui afferisco per la didattica). Alle 12.30 parte il passaggio d’anno per i
Dottorandi del Dottorato di Storia e
Scienze sociali (curriculum in Scienze sociali) e ci sono tre dottorandi che
stanno lavorando con la mia supervisione sulle loro ricerche. Significa che
rischiamo di perdere la lezione fissata per le ore 14.15 in aula T29, visto che sarò sicuramente ancora impegnato con il dottorato.
Allora cerchiamo di prendere due piccioni con una fava. Alle
17.30 al centro sociale CHE di largo
Mengaroni (a Torbellamonaca, a
un passo dall’ex Fienile) sono stato invitato a parlare (insieme a molti altri
relatori) in occasione del centenario del 25
ottobre 1917, per discutere dell’idea di RIVOLUZIONE.
Io direi che senza perdere la lezione, possiamo incorporarla in questo incontro sulla
Rivoluzione, visto che analizzerò il concetto con il quadro teorico che mi è
stato offerto da Bjorn Thomassen nel
suo libro Liminality.
Vedremo il rapporto tra processo rituale
e processo rivoluzionario, definendo
il concetto di rito di passaggio e
verificando insomma come nel quadro della politica contemporanea ci sia spazio
per un’analisi simbolica della
realtà sociale.
Morale della favola: le studentesse e gli studenti di
antropologia culturale sono convocati per la lezione al Centro Sociale elChe
alle ore 17.30 (mi sa che c’è pure spazio per un po’ di socialità,
alla fine della discussione).