Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
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giovedì 9 novembre 2006
Recensione: Babel
Ho visto ieri sera Babel. A parte che Iñarritu poteva farci tre film (ma questa è una scelta sua) e che il tutto mi dà l’impressione di un didascalismo camuffato da artistismo, quello che mi sono chiesto tutta la sera è stato: perché la produzione ha deciso di doppiare i messicani imponendo un accento chiaramente veneto (direi trevisano, per la precisione)? Va bene che la protagonista messicana principale è una tata e quindi associabile alle schiere di servette venete della commedia italiana, ma non si è riusciti a trovare tre doppiatori sudamericani veri? Ti immagini che maggior credibilità avrebbe avuto il nipote della tata se fosse stato doppiato da quello che dice “el rum più vevuto nei peggìjori var de Caracas?”