Francesco Giavazzi dixit hodie (sul Corriere, e io non ho proprio nulla da aggiungere):
"Per rinnovare davvero l'università occorre cominciare da due cose (atteso che mi pare che nessuno abbia il coraggio di affrontare il nodo del valore legale del titolo di studio). Primo, alzare in modo cospicuo le tasse di iscrizione - che oggi costituiscono un trasferimento dai poveri ai ricchi - e utilizzare i nuovi fondi per assegnare borse di studio "vere" ai meritevoli. Secondo, attribuire i fondi pubblici alle università in modo competitivo, sulla base della valutazione della loro ricerca. Queste valutazioni già esistono, ma il ministro Mussi di rifiuta di considerarle perché furono richieste dal suo predecessore. Invece il ministro ha creato una nuova Agenzia per la valutazione che, se tutto andrà bene, produrrà i suoi primi risultati fra un paio d'anni. Nel frattempo il governo utilizzerà le valutazioni che già esistono, oppure continuerà ancora per due anni ad assegnare i fondi a tutti gli atenei in modo indifferenziato?"
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.