Per la prima volta in vita mia, ho potuto dire tranquillamente "chi se ne frega" di fronte all'eventualità di una censura del servizio pubblico.
Leggendo la pseudopolemica sul video Sex Crimes and the Vatican mandato in onda lo scorso ottobre dalla BBC (all'interno del programma Panorama) mi sono infatti reso conto (come molti di noi)che la posizione della Rai, di Mediaset o di qualunque altro broadcaster era del tutto irrilevante per la mia libertà di scelta. Il video circola da mesi (come il testo integrale, in latino e in inglese, del Crimen Sollicitationis la cui scoperta ha dato il via all'inchiesta) ma è diventato di interesse pubblico solo ora, che c'è l'eventualità che NON venga mandato in onda durante il programma di Santoro (non so com'è finita la faccenda, me ne sono ovviamente disinteressato). Bene, l'altro ieri ho finalmente messo in pratica quello che leggo teorizzato da almeno tre anni, cioè la fine del sistema del broadcasting come sistema centrale dell'informazione visiva. Mi segno la data. Non mi pare che Rai e Mediaset abbiano capito veramente quel che sta succedendo.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
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giovedì 24 maggio 2007
broadcasting de noantri
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