Questa volta Giuliano Ferrara dovrà decidersi da che parte stare, se con Magdi Allam (che tanto apprezza) o con gli antievoluzionisti (che altrettanto apprezza). Il problema è che il primo è strenuamente preoccupato della deriva autoritaria, irrazionale e antilluminista di una porzione rilevante del mondo islamico, mentre i secondi con gli irrazionalisti antiillumisti musulmani ci vanno d’amore e d’accordo, come ci ricorda proprio Magdi Allam in un articolo di ieri sul Corriere della Sera .
I libri deliranti di Harun Yahya (nota autobiografica: me l’hanno regalati mentre ero a Istanbul l’ultimo capodanno, li ho lasciati in albergo senza rimpianti) attribuiscono al povero Charles i mali dell’umanità intera, più o meno come fa il Foglio da qualche mese brandendo la tesi del disegno intelligente (come se fosse un modo di negare valore all’evoluzionismo).
Peccato che questa battaglia antidarwinista sia propugnata da un autore che al contempo crede che “L’ideologia del materialismo, la teoria dell’evoluzione, gli stili di vita ostili alla religione e alla morale, sono stati inculcati dagli ebrei e dai massoni” e che ha sostenuto che “ciò che viene presentato come Olocausto è la morte di alcuni ebrei a causa dell’epidemia di tifo nel corso della guerra e della fame nella fase finale della sconfitta dei tedeschi” (citato da Allam nel suo articolo).
Non c’è via di scampo: non si può essere antiilluminista in casa propria (contro il razionalismo, che può benissimo essere laico senza sentirsi in colpa e, aggiungo, non deve temere di essere anche un filino anticlericale, quando proprio serve a tenere a bada certe intemperanze dei Pastori) e fare invece il Lume della Ragione in giro a casa d’altri. Se si tende a spegnere il cervello qui in nome dei “valori” e della “tradizione”, non possiamo pretendere che “gli Altri” tengano acceso il loro solo per smettere di darci fastidio.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
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martedì 5 giugno 2007
O Dio o Mammona
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