Pubblico con partecipata preoccupazione questa lettera che i
Medici per i diritti umani e i
Medici contro la tortura hanno inviato al Sindaco di Roma,
Gianni Alemanno. Dobbiamo ridurre il più possibile gli spazi di legittimazione di pratiche di esclusione ed emarginazione realizzate con il "nascondimento" di tutto quello che è anomalo, fuori dalla norma, non omologato e non omologabile. Dobbiamo continuare a pensare la
vita come uno spazio delle
differenze, da provare ad articolare per quanto la cosa sia difficile, e non uno spazio delle
identità uniformi da inscatolare dentro i nostri
sistemi di sicurezza.
Trattamento sanitario obbligatorio per le persone senza dimora con malattie mentali.
Dal Sindaco di Roma una proposta inquietante.
Lettera aperta al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno
Egregio Signor Sindaco,
Medici per i diritti umani (MEDU) e Medici contro la tortura esprimono forte preoccupazione nell'apprendere dai mezzi di informazione della Sua recente proposta di estendere dagli attuali 14 giorni a 6 mesi il periodo massimo di trattamento sanitario obbligatorio (TSO) per le persone senza dimora con malattie psichiatriche. Lo sconcerto è accresciuto dal fatto che tale proposta è stata formulata in occasione del Suo recente incontro con il Ministro dell’Interno, in cui, da quanto si è appreso, si è parlato delle nuove misure sulla sicurezza urbana riguardanti "nomadi, prostituzione e vagabondaggio". Come Lei sa , il TSO, istituito dalla legge 180, è un atto composito, di tipo medico e giuridico, che consente l'imposizione di determinati accertamenti e terapie a una persona affetta da malattia mentale. Il concetto di T.S.O, basato su valutazioni di gravità clinica e di urgenza, è quindi procedura esclusivamente finalizzata alla tutela della salute e ha sostituito la precedente normativa riguardante il "ricovero coatto" (legge 36/1904) basato sul concetto di "pericolosità per se e per gli altri e/o pubblico scandalo", fortemente orientato verso la difesa sociale. Con la legge 180, meglio nota come legge Basaglia, si arrivò in Italia alla chiusura dei manicomi (spesso vere e proprie istituzioni lager, dove isolare la follia, la devianza o la semplice emarginazione) per riconoscere appieno i diritti e la dignità dei pazienti, seguiti e curati da ambulatori territoriali. La legislazione attuale prevede tra l'altro la possibilità di prolungare il TSO oltre le due settimane qualora i medici curanti lo ritengano necessario.
La Sua proposta, Signor Sindaco, prevede la possibilità di allungare i tempi del TSO per i "clochard" con malattie mentali in modo da consentire un'assistenza obbligatoria in strutture realizzate ad hoc. Il numero crescente delle persone che, per molteplici ragioni personali e sociali, si trovano a vivere loro malgrado sulla strada è una drammatica realtà, soprattutto in una città come Roma, dove si calcola che vivano oltre 7000 persone senza fissa dimora. Un problema sociale così complesso ha certamente bisogno di iniziative straordinarie e innovative per garantire assistenza sociale, psicologica e medica orientate all'integrazione e all' abbattimento delle barriere che generano esclusione. La Sua proposta non ci sembra però andare affatto in questa direzione non affrontando, tra l'altro, nessuna delle cause che portano le persone sulla strada. Al di là delle evidenti difficoltà di ordine pratico e giuridico, la creazione di apposite strutture dove trattenere per lunghi periodi in assistenza sanitaria obbligatoria un gruppo di cittadini considerati "speciali"
perché senza una dimora e perché affetti da una malattia mentale, implica il rischio evidente di creare una nuova istituzione totale dove poter segregare e isolare dal resto della società "chi può essere pericoloso per se e per gli altri e/o di pubblico scandalo".
Una proposta che, lungi dall'affrontare alla radice la gravità del problema, appare una preoccupante involuzione rispetto allo spirito della legge 180, orientata piuttosto ad un ritorno al "ricovero" coatto dell'inizio del secolo scorso e all'approfondimento dei solchi dell'esclusione e della discriminazione. Signor Sindaco, in vista di provvedimenti legislativi che richiedono alle istituzioni l'assunzione di una straordinaria responsabilità etica e sociale, Medici per i diritti umani e Medici contro la tortura auspicano che l'Amministrazione comunale di Roma possa rivedere la propria posizione su un tema così rilevante che riguarda la sofferenza umana e i diritti fondamentali della persona.
Ufficio stampa – 3343929765 / 0697844892
Medici per i diritti umani, organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale, ha fornito dal 2004 assistenza e orientamento socio-sanitario a oltre 7000 persone senza dimora di Roma nell’ambito del progetto Un Camper per i Diritti.
Medici contro la tortura onlus, da dieci anni a Roma, accoglie e cura le persone vittime di trattamenti crudeli, inumani e degradanti.