Non ho una simpatia istintiva per la Germania e il mondo germanofono in generale. Ricordo ancora il sospetto di mia nonna Enrichetta, classe 1906, per tutto quello che suonava crucco. Del resto, lei si ricordava il Piave e Caporetto, con il padre era salita a trovare il fratello al fronte. Diciamo che ho ereditato un po' del suo pregiudizio.
Ma questo non mi ha mai impedito di riconoscere il grande valore delle piccole cose tedesche. Girando per Francoforte, ecco tre semplici cartelli stradali. Ce ne fossero di più a Roma, la città sarebbe più bella.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.