Non ho una simpatia istintiva per la Germania e il mondo germanofono in generale. Ricordo ancora il sospetto di mia nonna Enrichetta, classe 1906, per tutto quello che suonava crucco. Del resto, lei si ricordava il Piave e Caporetto, con il padre era salita a trovare il fratello al fronte. Diciamo che ho ereditato un po' del suo pregiudizio.
Ma questo non mi ha mai impedito di riconoscere il grande valore delle piccole cose tedesche. Girando per Francoforte, ecco tre semplici cartelli stradali. Ce ne fossero di più a Roma, la città sarebbe più bella.