Non sappiamo nulla di come funziona l'Unione Europea, lo abbiamo capito al precedente incontro della Scuola di politica, quando Chiara Favilli ci ha spiegato alcuni meccanismi delle politiche dell'UE.
Forse questa ignoranza è uno dei motivi che hanno indotto a sviluppare il cosiddetto euroscetticismo, un senso di distacco morale che altro non è che il riconoscimento di una distanza conoscitiva, dato che non si può certo amare ciò che non si conosce.
Ma con l'euroscetticismo ci siamo portati dietro anche un buco di memoria, abbiamo cioè completamente dimenticato che l'Europa, dopo la Prima guerra mondiale e ben oltre il disastro della Seconda, era un sogno da realizzare, un obiettivo utopico pensato e voluto da uomini e donne che non ne potevano più dei mali del nazionalismo.
In un'epoca di risorgenti primazie nazionali è fondamentale che recuperiamo un poco di quel sogno, che ricominciamo a toccare le radici dell'Unione nel patto di fratellanza europea, nella voglia federalista di superare i confini per sempre, nel bisogno di costruire guardando al futuro, tenendo a debita distanza gli odi del passato.
Emma Bonino è la persona probabilmente oggi più adatta, in Italia, per parlare di quel sogno, di come si è trasformato in realtà e in parte in incubo. Venire, non potete perdere questo incontro bellissimo e importantissimo perché, come al solito, capire il passato è il solo modo per guardare a un futuro migliore. La Scuola di politica continua a seminare concetti, idee e speranze.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.
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mercoledì 6 marzo 2019
Il sogno europeo
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