Non è colpa dei giovani se il mondo occidentale sembra
diventato un enorme laboratorio di empatia suicidaria (Gad Saad docet):
è colpa di chi ha preso il pensiero di Nietzsche e l’ha photoshoppato per
Instagram, rendendolo fruibile in pillole anti-motivazionali per
adolescenti depressi.
Nietzsche era un pensatore ferocemente elitario,
uno che avrebbe sputato in faccia ai suoi stessi fan club. Ma, come tutte le
cose complesse e pericolose, una volta democratizzato, il nichilismo è
diventato uno strumento di autolesionismo collettivo.
A furia di spiegare che Dio è morto e che i valori
sono una costruzione culturale, abbiamo generato un’intera generazione convinta
che non valga la pena vivere. E una società convinta che, siccome è
colpevole di tutto, la cosa più giusta da fare sia spararsi nei piedi a
ripetizione.
Perché il punto è esattamente questo: l’odio per
“il Mondo” diventa l’odio per il mondo che ho sotto il culo, quello
che mi tocca vivere con questo corpo, questi limiti, questa storia. E se quella
storia è occidentale, allora tutto ciò che è Occidente va rifiutato,
insultato, sabotato.
Così:
- visto che
in Occidente maschi e femmine hanno avuto ruoli distinti, allora
viva ogni forma di ambiguità di genere;
- visto che
in Occidente prevale lo Stato di diritto, allora viva il caos, il
tribalismo, le gang, i regimi;
- visto che
in Occidente il monoteismo amorevole ha costituito per duemila anni
il quadro morale, allora viva chi lo vuole distruggere: paganesimi,
culti della foresta, ayatollah e demoni assortiti;
- visto che
in Occidente si è faticosamente costruita l’accoglienza per le differenze,
allora viva chi quelle differenze le sradica, le punisce, le
imprigiona: i Putin, i Kadyrov, i Sinwar.
E ancora:
- visto che
l’Occidente ha costruito la razionalità scientifica, allora viva il
sentire, le emozioni come metro assoluto, lo scandalo come
epistemologia;
- visto che
l’Occidente ha inventato la democrazia rappresentativa, allora viva
i leader carismatici, i generali col culto della personalità e i
referendum manipolabili;
- visto che
l’Occidente ha teorizzato la rappresentanza politica, allora viva
la piazza gridata, lo spontaneismo digitale, la giuria popolare del
web;
- visto che
l’Occidente ha creduto nel progresso tecnico, allora viva la decrescita
felice, la candela al posto della lampadina, il parto in casa col
tamburello;
- visto che
l’Occidente ha elaborato la critica storica, allora viva il mito
non verificato, il culto dell’autoctonia e dell’indigenismo, l’epopea
anti-coloniale con contorno di mitragliatori.
E infine:
- visto che
in Occidente abbiamo conservato i classici, allora che vengano decostruiti,
riscritti, sostituiti con storie inventate da attivisti;
- visto che
in Occidente il femminismo ha lottato per l’autonomia della donna,
allora viva chi dice che il corpo femminile è solo un costrutto e può
essere affittato a ore;
- visto che
l’Occidente ha istituito le discipline umanistiche come presidio di
libertà, allora viva chi le usa per giustificare il terrorismo e
mettere in discussione la civiltà stessa che le ha create.
Insomma, questo nichilismo mimetizzato da giustizia
sociale è il risultato di tre passaggi:
A. Il nichilismo è, per natura, un
pensiero elitario, inadatto alle masse, come l’eroina o la metafisica.
Ma nel Novecento, con la crisi delle religioni, delle ideologie e
dell’autorità, il nichilismo è diventato pop.
B. Le masse, che non hanno strumenti
per pensare filosoficamente, traducono il concetto di “il mondo è privo
di senso” in “odio la mia vita”, “odio il mio Paese”, “odio chi mi ha
generato”, “odio il mio corpo”, “odio la mia cultura”. Non riescono a decostruire
con finezza, quindi si limitano a distruggere con rabbia.
C. Questo nichilismo empatico,
sprovvisto di trascendenza e tragicamente immanente, prende la forma di
un auto-disprezzo culturale che si chiama, con tutta evidenza, anti-occidentalismo.
Nietzsche voleva “trasvalutare tutti i valori”.
Instagram li ha semplicemente ribaltati, come si fa con una frittata. Il
risultato è una cultura autoimmune, in cui ogni valore viene percepito
come sintomo di un’infezione da estirpare.
Se un tempo c’erano i giovani sovversivi, oggi abbiamo
i giovani woke, nichilisti per procura, partigiani pronti ad arruolarsi per
la Giusta Causa, ma solo dal 26 aprile in avanti. Uomini e donne che
odiano ciò che li ha generati. Si lamentano della gabbia occidentale mentre
usano i suoi strumenti, parlano la sua lingua, si muovono sulla
sua rete e rivendicano i suoi diritti.
Ma a forza di mordersi la mano che li nutre, stanno
rimanendo a digiuno di senso.