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lunedì 21 luglio 2025

Il problema è il nichilismo

Non è colpa dei giovani se il mondo occidentale sembra diventato un enorme laboratorio di empatia suicidaria (Gad Saad docet): è colpa di chi ha preso il pensiero di Nietzsche e l’ha photoshoppato per Instagram, rendendolo fruibile in pillole anti-motivazionali per adolescenti depressi.

Nietzsche era un pensatore ferocemente elitario, uno che avrebbe sputato in faccia ai suoi stessi fan club. Ma, come tutte le cose complesse e pericolose, una volta democratizzato, il nichilismo è diventato uno strumento di autolesionismo collettivo.

A furia di spiegare che Dio è morto e che i valori sono una costruzione culturale, abbiamo generato un’intera generazione convinta che non valga la pena vivere. E una società convinta che, siccome è colpevole di tutto, la cosa più giusta da fare sia spararsi nei piedi a ripetizione.

Perché il punto è esattamente questo: l’odio per “il Mondo” diventa l’odio per il mondo che ho sotto il culo, quello che mi tocca vivere con questo corpo, questi limiti, questa storia. E se quella storia è occidentale, allora tutto ciò che è Occidente va rifiutato, insultato, sabotato.

Così:

  • visto che in Occidente maschi e femmine hanno avuto ruoli distinti, allora viva ogni forma di ambiguità di genere;
  • visto che in Occidente prevale lo Stato di diritto, allora viva il caos, il tribalismo, le gang, i regimi;
  • visto che in Occidente il monoteismo amorevole ha costituito per duemila anni il quadro morale, allora viva chi lo vuole distruggere: paganesimi, culti della foresta, ayatollah e demoni assortiti;
  • visto che in Occidente si è faticosamente costruita l’accoglienza per le differenze, allora viva chi quelle differenze le sradica, le punisce, le imprigiona: i Putin, i Kadyrov, i Sinwar.

E ancora:

  • visto che l’Occidente ha costruito la razionalità scientifica, allora viva il sentire, le emozioni come metro assoluto, lo scandalo come epistemologia;
  • visto che l’Occidente ha inventato la democrazia rappresentativa, allora viva i leader carismatici, i generali col culto della personalità e i referendum manipolabili;
  • visto che l’Occidente ha teorizzato la rappresentanza politica, allora viva la piazza gridata, lo spontaneismo digitale, la giuria popolare del web;
  • visto che l’Occidente ha creduto nel progresso tecnico, allora viva la decrescita felice, la candela al posto della lampadina, il parto in casa col tamburello;
  • visto che l’Occidente ha elaborato la critica storica, allora viva il mito non verificato, il culto dell’autoctonia e dell’indigenismo, l’epopea anti-coloniale con contorno di mitragliatori.

E infine:

  • visto che in Occidente abbiamo conservato i classici, allora che vengano decostruiti, riscritti, sostituiti con storie inventate da attivisti;
  • visto che in Occidente il femminismo ha lottato per l’autonomia della donna, allora viva chi dice che il corpo femminile è solo un costrutto e può essere affittato a ore;
  • visto che l’Occidente ha istituito le discipline umanistiche come presidio di libertà, allora viva chi le usa per giustificare il terrorismo e mettere in discussione la civiltà stessa che le ha create.

Insomma, questo nichilismo mimetizzato da giustizia sociale è il risultato di tre passaggi:

A. Il nichilismo è, per natura, un pensiero elitario, inadatto alle masse, come l’eroina o la metafisica. Ma nel Novecento, con la crisi delle religioni, delle ideologie e dell’autorità, il nichilismo è diventato pop.

B. Le masse, che non hanno strumenti per pensare filosoficamente, traducono il concetto di “il mondo è privo di senso” in “odio la mia vita”, “odio il mio Paese”, “odio chi mi ha generato”, “odio il mio corpo”, “odio la mia cultura”. Non riescono a decostruire con finezza, quindi si limitano a distruggere con rabbia.

C. Questo nichilismo empatico, sprovvisto di trascendenza e tragicamente immanente, prende la forma di un auto-disprezzo culturale che si chiama, con tutta evidenza, anti-occidentalismo.

Nietzsche voleva “trasvalutare tutti i valori”. Instagram li ha semplicemente ribaltati, come si fa con una frittata. Il risultato è una cultura autoimmune, in cui ogni valore viene percepito come sintomo di un’infezione da estirpare.

Se un tempo c’erano i giovani sovversivi, oggi abbiamo i giovani woke, nichilisti per procura, partigiani pronti ad arruolarsi per la Giusta Causa, ma solo dal 26 aprile in avanti. Uomini e donne che odiano ciò che li ha generati. Si lamentano della gabbia occidentale mentre usano i suoi strumenti, parlano la sua lingua, si muovono sulla sua rete e rivendicano i suoi diritti.

Ma a forza di mordersi la mano che li nutre, stanno rimanendo a digiuno di senso.