Come si capisce dal roboante silenzio che gli dedico, le vicende dell'ex governo Prodi non mi entusiasmano.
Tutto proteso a contemplare il mio magnifico ombelico, stavo riflettendo su una correlazione di cui comincio a sospettare. Al mattino ricordo con molta più nitidezza i sogni della notte la sera prima non ho visto televisione e se ho letto narrativa. Come se avessi una quota giornaliera di immagini che posso spendere comprandole già fatte o che invece mi devo costruire da me nel sonno. Qualcuno ha notato qualcosa di simile nella sua esperienza? Se fosse vero che ci ricordiamo meno i sogni quanto più veniamo esposti alle immagini dei mass media, si aprirebbe un interessante spazio di riflessione su pragmatismo e idealismo, su voglia di cambiare (voi, sognatori) e rassegnazione (voi, sottoposti). Si accettano volentieri esperienze e suggerimenti in proposito.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.