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martedì 14 ottobre 2008

Fermare la conversione in legge del decreto Gelmini


Ricopio qui sotto il testo di una mail che ho fatto circolare sul mio indirizzario. Vi chiedo di fare altrettanto e di impegnarvi per cinque minuti per una cosa importante. So bene che il Presidente ha già detto che non ha il potere di non firmare una legge voluta dal Parlamento, ma il fatto che ne abbia parlato è un segnale che stiamo andando nella giusta direzione. Bisogna che si continui a tenere l'attenzione alta.

Scusate se mi aggancio a una catena di mail, cosa che non faccio mai, ma pare che stia funzionando e allora forse vale la pena di insistere.
Sul sito www.quirinale.it sulla destra c'è il link "posta" con il quale potete inviare un messaggio al Presidente della Repubblica. Vi prego di impegnare cinque minuti del vostro tempo per scrivere una lettera in cui chiedete che il Presidente non firmi la legge Gelmini quando gli verrà sottoposta per l'approvazione finale.
Ci ho pensato un bel po', avendo una bimba di sette anni e un'altra di due mesi, ho letto il decreto, mi sono informato per quanto ho potuto, e pur non avendo una predisposizione pregiudizialmente antagonista verso questo governo, ritengo che il decreto Gelmini sia una vera porcata, un modo per tagliare le spese dello stato sulle spalle di quelli che non si possono permettere un'instruzione privata di alto livello. Scriverò sul mio blog un pezzo in proposito e intanto vi accludo la lettera che ho scritto io, se qualcuno fosse a corto di ispirazione.
Vi prego quindi di contribuire scrivendo al Presidente e far circolare questa mail tramite i vostri indirizzari.
Grazie,
pv

Egregio Presidente,

con la presente le chiedo di non firmare il decreto Gelmini quando le verrà sottoposto dopo l'approvazione in Parlamento. Glielo chiedo come padre estremamente preoccupato che uno dei pochi beni pubblici che funzionano egregiamente nella periferia romana dove vivo, vale a dire la scuola elementare, venga smantellato per miopi ragioni di "economia", senza alcuna considerazione di lungo periodo sul ruolo delle pubbliche istituzioni nel formare cittadini consapevoli e responsabili. Dal testo del decreto, infatti, non è chiaro quale sia il destino riservato al tempo pieno, e seppure la ministra ha garantito che "il tempo pieno non si tocca", è evidente che il taglio indiscriminato delle risorse porterà inevitabilmente a una contrazione del numero di classi che potranno garantire questo tipo di servizio, o che comunque la spesa del tempo prolungato oltre le 24 ore degli insegnanti ricadrà sui portafogli di quei genitori (tra cui non sono incluso, come molti di quelli che abitano la mia zona) che potranno permettersela. Ci sono già indicazioni di questa tendenza, dato che più di una scuola (come quella che frequenta mia figlia) ha dovuto ridurre il numero delle classi prime a tempo pieno per carenza di personale, dopo che alcuni insegnanti sono andati in pensione senza essere rimpiazzati.

Le chiedo quindi, signor Presidente, di non firmare un testo di legge iniquo e socialmente discriminatorio. Sono una persona mite e poco dedita allo "scontro", ma questa volta si tratta del bene intellettuale delle prossime generazioni di questo Paese, tra cui ci sono anche le mie figlie. Molti altri genitori come me, persone senza pregiudiziali partitiche, sono pronti a fare tutto quello che sarà legittimamente possibile per non consentire l'approvazione di questa legge e subito ci batteremo per la sua abrogazione tramite referendum.

Rinnovo con questa la mia profonda stima per il ruolo che lei incarna e per la sua storia personale, entrambi garanzie che saprà fare quanto di meglio il Paese si merita.