Il titolo di questo post era anche il titolo di un lavoro dell'antropologo con cui mi sono laureato, Alberto M. Cirese. Studiando l'antropologia culturale, e in particolare la parentela, diceva Cirese, posso decidere di avere come miei punti di riferimento intellettuale gli stregoni (era ancora di moda Carlos Castaneda con il suo libro oggi ritradotto come Gli insegnamenti di don Juan, ma allora noto come A scuola dallo stregone) oppure posso avere come riferimento i filosofi logici. Lui, senza dubbio optava per i secondi.
Con il passare degli anni non sono più sicuro di condividere completamente la lezione del mio maestro, ma mi è tornata in mente quando ieri ho sentito la sparata di Beppe Grillo: Fuori dalle palle chi mi considera antidemocratico.
Che è esattamente come dire: Se dici che sono un assassino ti ammazzo. Ti picchio se dici che sono un violento. Sei una puttana se dici che sono sessista. E così via, può diventare uno sport trovare affermazioni che volendo smentire X in realtà sono la conferma definitiva di X.
Per parte mia, mi limito a un'ultima inferenza logica: se Grillo è quel che ci resta come prospettiva politica, allora evviva la Casta.
PS Poi sarà anche il caso di discutere perché mi sono preso la briga di tornare a scrivere qui, ma è un altro discorso, da fare con più calma.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.