Nel 1995 ero in piena ricerca sul campo in Macedonia, e quanto tornai (nel 1997) trovai utile come lettura di aggiornamento un libretto che era uscito, appunto, nel 1995, Madri Mostri e Macchine, di Rosi Braidotti. Per il mio provincialismo maschilista (in totale buona fede, o inconsapevole, vedete voi) fu una lettura illuminante, che mi apriva una pista di lavoro che in realtà non ho mai ripreso esplicitamente.
La collega Francesca Dragotto mi ha fatto tana con il suo Laboratorio di Grammatica e Sessismo e martedì 1 marzo sono stato invitato a dire la mia. In realtà, sarà la prima volta che in pubblico presenterò un progetto di ricerca che sto covando da mesi, sperando che diventi un testo vero entro la fine dell'anno. Saranno solo appunti, o spunti, poco compunti ma non ancora consunti. Spero.
Le studentesse e gli studenti di antropologia culturale sono caldamente invitati, ma va bene anche se fate i poliziotti, gli uomini sandwich o praticate massaggi linfodrenanti.
Ho insegnato a Venezia, Lubiana, Roma, Napoli, Firenze, Cosenza e Teramo. Sono stato research assistant alla Queen's University of Belfast e prima ho vissuto per due anni in Grecia, per il mio dottorato. Ora insegno a Tor Vergata e nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Penso che le scienze sociali servano a darci una mano, gli uni con gli altri, ad affrontare questa cosa complicata, tanto meravigliosa quanto terribile, che chiamano vita.