Credo di avere amici mediamente comprensivi, capaci e intelligenti. Non frequento gentaglia programmatica, qualche pasticcione c'è sempre ma sono pochi i "cattivi" con cui mi accompagno, e per cattivi intendo gli stronzi convinti e contenti di esserlo.
Con molti amici posso avere idee politiche diverse, con altri si parla di sport (e lì mi annoio, perché proprio non riesco a comportarmi da tifoso, tanto meno sfegatato), oppure di gusti estetici vari, financo di personaggi pubblici. Io ho le mie idee, a volte si concorda, a volte no.
Quando si parla di politica, è noto che non ho una grande simpatia per il MoVimento e ancora di meno ne ho per la Lega, ma ho parlato e collaborato più volte con eletti M5S, e in quanto nato e cresciuto in Veneto, oggi a Roma trovo bizzarro parlare con leghisti che abbondano di consonanti doppie (ero abituato a quelli delle mie parti, sempre avari di doppie) ma riesco ancora a farmene una ragione. Credo che dipenda anche dal mio lavoro, che mi ha sempre portato a cercare di capire di farmi capire con persone alquanto diverse da me, a partire dalla lingua.
C'è però un argomento inossidabile se voglio essere sicuro di essere frainteso, di non trovare ascolto, di vedere sopracciglia alzate, e questo argomento sono "i Rom" (ormai credo che anche Salvini e i fascisti dichiarati fatichino a dire "gli Zingari" senza provare un po' di imbarazzo). I Rom, con il loro mischiare povertà economica e illegalità diffusa, miseria morale e distanza sociale sono in Italia l'incarnazione perfetta dell'Alterità assoluta. E non c'è verso di ragionare sul fatto che quella Alterità sia una costruzione sociale, sia il prodotto di pratiche di emarginazione, di esclusione e di vera ghettizzazione, perché c'è sempre un però, un ma, un eppure che legherà quei Rom alla loro condizione naturale di emarginati, fosse anche nella disgraziata versione della "differenza culturale" spacciata come un dato di fatto oggettivo e indiscutibile con il valore della pressione atmosferica.
Tante persone ragionevoli mi citano il furto subito a casa, o in metropolitana, le condizioni spaventose di quel bimbo in braccio alla madre che elemosina, e proprio il fatto che "loro" ce l'hanno nel sangue la vita di schifo che fanno, che non è certo questione di razza, ci mancherebbe, ma dovremmo tutti accettare il fatto che è proprio la loro cultura a fare schifo e a ridurli a quel modo abietto.
Domani al PEF - Polo ex Fienile di Torbellamonaca (siamo in largo Mengaroni 29) a parlare di Rom e dei cosiddetti "campi rom" come istituzioni totali.
Ce ne parleranno Mauro Palma, Nicola Valentino, Angela Tullio Cataldo e Claudia Aglietti. Un'occasione importante per capire un po' di più il mondo in cui viviamo. Perché non viviamo soli e capire significa cominciare a relazionarsi.