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sabato 12 aprile 2025

La parentela: implicazioni culturali, sociali e simboliche - Lezione #15 di Antropologia culturale Modulo A - Pietro Vereni per Tor Vergata

 

Lezione numero 15 registrata il 6 novembre 2024


Lezione 15 - La parentela e il matrimonio: forma culturale, struttura sociale, forza simbolica 06 11 2024

L’antropologia della parentela come crocevia epistemologico

La lezione si apre con una riflessione sull’importanza della parentela come snodo centrale dell’antropologia culturale: comprenderla significa entrare realmente nella logica del sapere antropologico, superando l’etnocentrismo implicito nella nostra visione “naturale” dei legami familiari. Il docente insiste sull’idea che la parentela non sia un semplice dato biologico, ma una costruzione culturale e simbolica che ogni società naturalizza in modo diverso.

Appartenenza, identità e definizione del “noi”

Viene introdotto il problema dell'identificazione interna (ciò che un gruppo dice di sé) e della categorizzazione esterna (ciò che si dice degli altri). Si discute di come i criteri per definire chi fa parte di un gruppo siano sempre contestuali e prospettici, variando a seconda delle circostanze e delle relazioni. L’esempio delle società segmentarie (da Evans-Pritchard) illustra bene come l’appartenenza sia scalare e modulabile a seconda della posizione del conflitto o dell’alleanza.

Condivisione dell’essere e visioni culturali della riproduzione

Riprendendo Marshall Sahlins, si introduce la nozione di "condivisione dell’essere" come fondamento simbolico della parentela. Le culture costruiscono miti e credenze per spiegare la riproduzione: dallo spirito che entra nel corpo della donna attraverso le acque, al seme maschile visto come “forza vitale” che matura nel corpo femminile, fino a visioni più paritarie. In ogni caso, la parentela non è mai solo una biologia, ma sempre anche una narrazione.

Le forme del matrimonio: monogamia, poligamia e poliandria

L’analisi si sposta sulle forme familiari legittimate culturalmente: dalla monogamia alla poliginia (più frequente, spesso legata a sistemi islamici) fino a esempi rari ma importanti di poliandria (come in Tibet e Nepal), legata a motivi di gestione economica e territoriale. Il matrimonio emerge come istituzione strategica che combina discendenza (riproduzione del gruppo) e alleanza (collante sociale tra gruppi).

Discendenza matrilineare e patrilineare

Si introduce la distinzione fra sistemi di discendenza unilineare (patrilineari o matrilineari) e cognatici (entrambi i lati). Si osserva che la trasmissione dell’appartenenza tramite le donne (matrilinearità) implica rapporti familiari più labili tra coniugi, mentre nei sistemi patrilineari il controllo sulla sessualità femminile è più marcato, fino a giustificare pratiche di segregazione e controllo.

Il ruolo sociale e simbolico del matrimonio

Viene proposta una doppia definizione del matrimonio: come trasformazione dello status sociale e come sistema di legittimazione dei figli (principio “Mater certa est, pater semper incertus”). Il matrimonio, nelle culture patrilineari, è spesso il tentativo maschile di garantirsi il controllo della discendenza. Vengono citate Emily Schulz e le sue definizioni di matrimonio come regolazione dell’accesso sessuale e istituzione dell’alleanza sociale.

La questione del prezzo della sposa e della dote

Attraverso un confronto tra sistemi a dote e sistemi a prezzo della sposa, si mostra come queste pratiche economiche legate al matrimonio riflettano diverse concezioni del ruolo femminile. La dote appare in sistemi in cui la donna è un peso economico, il prezzo della sposa in sistemi in cui la donna è risorsa attiva. L’esempio della zadruga macedone mostra come queste pratiche siano parte di sistemi produttivi domestici complessi.

Il tabù dell’incesto e la logica dell’esogamia

Si affronta il tema del divieto dell’incesto, che pur avendo motivazioni anche biologiche (evitare l’inbreeding), è letto come strumento politico-culturale: “meglio sposarsi fuori che essere fatti fuori”. Il matrimonio esogamico crea alleanze strategiche fra gruppi, permettendo cooperazione e solidarietà, anche in vista di crisi o conflitti. L’eccezione delle élite (faraoni, Inca) che praticavano incesto è interpretata come rafforzamento del carattere sacro e separato del potere.

Endogamia, esogamia e la logica degli scambi

Si definiscono endogamia (obbligo di sposarsi dentro un gruppo) ed esogamia (obbligo di sposarsi fuori). La nostra cultura è formalmente esogamica a livello familiare ma contiene forme implicite di endogamia sociale (classe, reddito, istruzione, etnia). In molte società l’endogamia è esplicita (casta, territorio, religione), e il matrimonio diventa un campo dove si giocano logiche di inclusione/esclusione.

Il matrimonio come istituzione di contenimento sociale

Nella parte finale, si riflette sul significato sociale del matrimonio, che ha la funzione storica di contenere la violenza potenziale dei maschi e di proteggere la vulnerabilità femminile. Si cita Louise Perry e Mary Harrington come autrici contemporanee critiche verso la liberalizzazione sessuale, interpretata come svantaggiosa per le donne. Il matrimonio è dunque letto non come oppressione, ma come strumento culturale di regolazione e protezione.

Chiusura e indicazioni operative

La lezione si conclude con un’introduzione ai simboli genealogici e una richiesta agli studenti di costruire il proprio albero genealogico come esercizio preparatorio. Si sottolinea che la parentela sarà centrale anche nell’esonero imminente e che la lezione successiva completerà i contenuti avviati in questa.