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martedì 24 novembre 2009

Convegno

Inizia oggi (tra qualche minuto, mannaggia al mio tempismo), il Convegno
LA STORIA DOPO IL CINEMA. PERCEZIONE, SENSO, AZIONE NEL MONDO VISTO.
Qui trovate il pdf del programma completo del Convegno, che si tiene a Roma, al Cinema Sala Trevi, in via del puttarello, 25 (dietro Fontana di Trevi).
Domani mattina, alle 9.30, ci sarò anch'io, a presentare una relazione dal titolo:
La finzione nazionale. La rifrazione dell'identità cinese nel prisma della narrazione televisiva
Non conosco il cinese, tanto per chiarirci, e lavoro tutto su fonti già pubblicate, ma provo a inquadrare una mia riflessione sull'uso della fictionù, con un po' di Zizek, un po' di Althusser e un po' di teoria del nation building. Lo so, fa molto cultural studies, ma mi è venuta così.
Ecco l'abstract del mio intervento:

La narrazione per immagini ha anche in Cina un profondo impatto sulla rappresentazione delle identità collettive, ma non è solo il cinema a farsi carico di questa dimensione, dato che la produzione televisiva ha avuto fin dal suo apparire un’attenzione peculiare per la narrativa. Nella Cina del dopo Mao, il ruolo dell’indottrinamento è stato completamente sottratto agli apparati ideologi tradizionali per essere assunto quasi completamente dalla televisione e da altre forme di cultura popolare. Per lungo tempo, quindi, sono state la televisione e in generale la cultura popolare orientata dalle indicazioni dal Partito a costituire gli “apparati ideologici di Stato”, le strutture attraverso cui il sistema riproduce i rapporti di potere esistenti. In questo intervento analizzo il ruolo di alcune fiction tramesse negli anni Novanta nell'articolare una nuova immagine dell'identità nazionale cinese. In particolare, mi soffermo sulle soap operas Kewang, (Brame, 1990), Beijngren zai Niuyue (Pechinesi a New York, 1993), Eluosi gunian zai Harbin (Ragazze russe a Harbin, 1994), Yangniu zai Beijing (Ragazze straniere a Pechino, 1996).
L'analisi presentata porta a conclude che i melodrammi televisivi cinesi hanno un spessore simbolico notevole, che investe le caratteristiche sessuali e “razziali” della nazione cinese, e lo Stato nazionale sembra non essere estraneo all’orientamento del dibattito su queste tematiche attraverso l'uso delle fiction televisive.