Recitare questa poesia qui, a Pietralata, tra uno sfasciacarrozze e una pompa di benzina, all’inizio fa male al cuore. Ma poi viene voglia di salire verso via della magnetite, dove le case basse hanno ancora il pergolato con l’uva ora matura, e se ti metti uno zaino sullo spalle puoi veramente credere di aver fatto una gita. Certo, entrare in una foresta di aceri e frassini è altra cosa, lo riconosco, ma sempre più penso alla frase finale di “Oltre il giardino”, vale a dire che “la vita è uno stato mentale”, e non escludo che Billy Collins abbia scritto questi versi in qualche freddo appartamento cittadino.
Directions
You know the brick path in the back of the house,
the one you see from the kitchen window,
the one that bends around the far end of the garden
where all the yellow primroses are?
And you know how if you leave the path
and walk into the woods you come
to a heap of rocks, probably pushed
down during the horrors of the Ice Age,
and a grove of tall hemlocks, dark green now
against the light-brown fallen leaves?
And farther on, you know
the small footbridge with the broken railing
and if you go beyond the you arrive
at the bottom of sheep's head hill?
Well, if you start climbing, and you
might have to grab on to a sapling
when the going gets steep,
you will eventually come to a long stone
ridge with a border of pine trees
which is a high as you can go
and a good enough place to stop.
The best time for this is late afternoon
en the sun strobes through
the columns of trees as you are hiking up,
and when you find an agreeable rock
to sit on, you will be able to see
the light pouring down into the woods
and breaking into the shapes and tones
of things and you will hear nothing
but a sprig of a birdsong or leafy
falling of a cone or t through the trees,
and if this is your day you might even
spot a hare or feel the wing-beats of geese
driving overhead toward some destination.
But it is hard to speak of these things
how the voices of light enter the body
and begin to recite their stories
how the earth holds us painfully against
ts breast made of humus and brambles
how we will soon be gone regard
the entities that continue to return
greener than ever, spring water flowing
through a meadow and the shadows of clouds
passing over the hills and the ground
where we stand in the tremble of thought
taking the vast outside into ourselves.
Still, let me know before you set out.
Come knock on my door
and I will walk with you as far as the garden
with one hand on your shoulder.
I will even watch after you and not turn back
to the house until you disappear
into the crowd of maple and ash,
heading up toward the hill,
percing the ground with your stick.
Indicazioni
Hai presente il sentiero di mattoni sul retro della casa,
quello che si vede dalla finestra della cucina,
quello che piega attorno al confine del giardino
dove ci sono tutte le primule gialle?
E hai presente che se lasci il sentiero
e sali dentro al bosco arrivi
a un cumulo di massi, probabilmente spinti
giù durante gli orrori dell’Era Glaciale,
e a un boschetto di alti abeti, ora verde scuro
sullo sfondo degli aghi caduti, marrone chiaro?
E più avanti, hai presente
il piccolo ponte con le assi divelte
e che se lo passi arrivi
ai piedi di quella collina che sembra una testa di pecora?
Be’, se cominci ad arrampicarti,
e potresti aver bisogno di afferrarti a un arbusto
quando la salita si farà ripida,
alla fine giungerai a una lunga cresta
di pietra contornata di pini
che è il punto più alto lì attorno
e un posto ben adatto per fermarsi.
Il momento migliore è il pomeriggio tardi
quando il sole scintilla attraverso
le colonne degli alberi mentre sali,
e quando troverai un masso adatto
per sederti, sarai in grado di vedere
la luce che filtra nel bosco
spezzandosi nelle forme e nei colori
delle cose e non sentirai nulla
se non un accenno di canto d’uccello
o il cadere attutito di una pigna o una noce tra gli alberi,
e se proprio sei fortunata potresti addirittura
vedere una lepre o sentire il battere d’ali delle anatre
che volano sopra di te dirette chissà dove.
Ma è difficile parlare di questo,
di come le voci della luce ti entrano dentro
e iniziano a raccontare le loro storie
di come la terra ci trattiene con dolore
contro il suo petto di humus e rovi
di come noi, che presto spariremo, pensiamo
agli esseri che continuano a tornare
più verdi che mai, all’acqua sorgiva che scorre
attraverso un prato e all’ombra delle nuvole
che passa sulle colline e sul terreno
dove posiamo fremendo nel pensiero
accogliendo dentro noi la vastità lì fuori.
Però fatti sentire prima di avviarti.
Vieni a bussare alla mia porta
e ti accompagnerò fino in fondo al giardino
tenendoti la mano sulla spalla.
Addirittura, guarderò avanti a te e non mi girerò
verso casa fino a quando non sarai sparita
nella folla di aceri e di frassini
diretta verso la collina
mentre segni il terreno con il tuo bastone.